Non era proprio necessario lasciare certi segni.
Versicoli quasi ecologici
Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: “Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra”.Giorgio Caproni (Livorno, 1912/ Roma, 1990), da Res Amissa
*ascoltando Litfiba – Peste (dall’album Litfiba 3 – 1988) https://www.youtube.com/watch?v=xgR2-dBGDtw
(Sullo stesso argomento: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2017/12/20/plastica/; https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2019/02/21/schiuma-di-plastica/;https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2018/03/13/basterebbe-poco/; https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2018/04/02/inconsapevoli/)