Metamorfosi

Immagine tratta da Il giardino dei sogni, albo illustrato da Maike Neuendorff, Carthusia Edizioni, 2020,

Immagine tratta da Il giardino dei sogni, albo illustrato da Maike Neuendorff, Carthusia Edizioni, 2020

 

Tu che cosa sei?

***

metamorfosi

appoggiarsi a quel tronco
lì dove è ricamato dal muschio e raccogliere
il respiro del vento, ascoltare
le favole soffiate dal sole
pallido di marzo poi ridere
con le foglie bambine
e siamo muschio siamo vento  e siamo sole e foglie
siamo i rami e le radici e i petali caduti
piano, noi siamo

©irene.marchi.2024

°ascoltando René Aubry  – Who Lights the Sunhttps://www.youtube.com/watch?v=bJb0URKSULw

Il paradosso della poesia

La poesia, ultimamente, è molto celebrata, è stata rivalutata, viene insegnata ovunque, è molto citata (usata perfino – benché spezzettata − come didascalia di selfie in déshabillé), eppure, in genere, chi scrive (o prova a scrivere) poesie si vergogna a dire che scrive poesie.  Come mai?

Ma chi se ne importa! – direte voi – Sono problemi di quelli che scrivono poesia: hanno voluto la bicicletta…?

***

Fare poesia

‘Devi abitare la poesia
se vuoi fare poesia’.

E cosa significa ‘abitare’?

Significa portarla come un abito, indossare
le parole, sedendo nella luce più netta,
nella seta del mattino, nel fodero della notte;
un sentire spoglio e frondoso in un’aria che sorprende;
familiare… insolita.

E cosa significa ‘fare’?

Essere e diventare il clima mutevole
delle parole, il servo della musa a condizioni
atroci, intraprendere viaggi sopra voci,
evitare la collina dell’ego, il pozzo dell’afflizione,
la sirena che sussurra stampare, successo, stampare,
successo, successo, successo.

E perché abitare, fare, ereditare poesia?

Oh, è la commedia condivisa della peggiore
benedizione; il suono che guida la mano;
la parola vitale che scorre da una mente all’altra
attraverso le stanze lavate dei sensi;
una di quelle stregate, indifendibili, impoetiche
croci che pur dobbiamo portare.


Anne Stevenson, da
Le vie delle parole, Interno Poesia Editore, 2018, traduzione di Carla Buranello

 

***

Making Poetry

‘You have to inhabit poetry
if you want to make it.’

And what’s ‘to inhabit’?

To be in the habit of, to wear
words, sitting in the plainest light,
in the silk of morning, in the shoe of night;
a feeling bare and frondish in surprising air;
familiar…rare.

And what’s ‘to make’?

To be and to become words’ passing
weather; to serve a girl on terrible
terms, embark on voyages over voices,
evade the ego-hill, the misery-well,
the siren hiss of publish, success, publish,
success, success, success.

And why inhabit, make, inherit poetry?

Oh, it’s the shared comedy of the worst
blessed; the sound leading the hand;
a wordlife running from mind to mind
through the washed rooms of the simple senses;
one of those haunted, undefendable, unpoetic
crosses we have to find.

°ascoltando Adam Baldych, Paolo Fresu – Poetry  –  https://www.youtube.com/watch?v=AJap8HP841s

Giorni di un brutto colore

 

(Certi giorni così)

***

a che cosa servono?

 

ci sono giorni – ne senti la voce
nel sonno – che si muovono opachi
in disequilibrio sul non tempo
desolati come i pendii d’erba
lungo l’autostrada, e a che servono
– ti chiedi – questi giorni di un verde
secco e muto e impietoso,
il verde disperanza
 
Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, 2023

°ascoltando Arlo Parks – Black Dog https://www.youtube.com/watch?v=QOu0Ht0-D4M&t=127s

 

Le cose minime

La gatta del condominio dove abito viene sempre a dormire in casa, su una poltrona (sempre la stessa); io la vorrei trasformare in una gatta “quasi solo mia” e per questo cerco di addomesticarla con qualche idea balzana, tipo farla affezionare al piccolo delfino di peluche che le metto vicino mentre dorme. Ma lei non è minimamente incuriosita da questo povero delfino, mentre è molto interessata a una vecchissima sedia della cucina e al tappeto sotto la poltrona (lo trova perfetto per farsi le unghie…). Ognuno ha le proprie preferenze (anche per  cose minime), le proprie (spiegabili o inspiegabili) attrazioni.

 

Da minime cose

Da minime cose è attratta
specie quelle della prima mattina
la finestra col basilico e la limoncina
il gatto di marmo che dal davanzale
la guarda in cucina, mettere il disordine
in ordine alfabetico e in rima,
stendere lo smalto color di conchiglia
e sentire la voce della figlia e dei figli
della figlia, e sulle labbra il sapore del dolce
e del salato e poi bis, ancora un po’ di dolce
e di salato, e guardare i minimi colori
della vita, come quelli di  certi piccoli petali
lievemente rosati di piccola margherita.
Ah dimenticavo: tenere sempre appuntita
la rima vita/matita.

Vivian Lamarque, da Io sono autobiografica, in L’amore da vecchia, Mondadori, 2023

 

°ascoltando  Niccolò Fabi – Una Somma Di Piccole Cosehttps://www.youtube.com/watch?v=lmHddBClrxQ

Lessico vegetale

Immagine tratta da Il giardino dei sogni, albo illustrato da Maike Neuendorff, Carthusia Edizioni, 2020, p. 11

Immagine tratta da Il giardino dei sogni, albo illustrato da Maike Neuendorff, Carthusia Edizioni, 2020, p. 11

(Dev’essere bellissimo saper parlare la lingua dei fiori)

***

Vi prendo violette
e voi ciclamini selvatici
vi prendo
teneramente nello sguardo
dalla terra fucilata di sete,
vi tengo nelle pupille
e prego di sapervi dire,
dissetarvi così
con qualche parola-grillo
parola-acqua
lingua limpida di pioggia.

Chandra Candiani, da Primavera, in Pane del bosco, Einaudi, 2023

 
°ascoltando Ezio Bosso – Pines and Flowers – Symphony No. 2, Under Trees’ Voiceshttps://www.youtube.com/watch?v=EWWhXpdPg0c

Verso la primavera

Opera di Anna Maria Scocozza, "Forza fiorile. Tu che seme sei?", cartone e lampadina alogena, 2024; immagine tratta da Siamo fatte di carta - Arte, poesia e rinascita al femminile, Ventura edizioni, 2024

Opera di Anna Maria Scocozza, “Forza fiorile. Tu che seme sei?”, cartone e lampadina alogena, 2024; immagine tratta da Siamo fatte di carta – Arte, poesia e rinascita al femminile, di Anna Maria Scocozza e Floriana Porta, Ventura Edizioni, 2024

… sediamoci  sulla terra e aspettiamo di rinascere.

***

La terra ha occhi nudi,
mani nodose
e piedi che non fanno rumore.
 
Nella sua divina bellezza
tutto si placa.

 

Floriana Porta, da Siamo fatte di carta – Arte, poesia e rinascita al femminile, di Annamaria Scocozza (creazioni) e Floriana Porta (poesie), Ventura Edizioni, 2024, p. 144; in foto opera di Anna Maria Scocozza, Forza fiorile. Tu che seme sei?, cartone e lampadina alogena, 2024 (immagine dal testo, p.158)

 

°ascoltando  René Aubry – Guitare Bambou – https://www.youtube.com/watch?v=7W-WFmT51w4

Sanità pubblica (?), scarpe fatte d’oro e stipendi tutt’altro che da favola

 

carrello spesa blog di poesia

Di ritorno da un centro medico, per una  radiografia  abbastanza urgente, a pagamento (l’alternativa era aspettare  luglio), sono entrata in un enorme negozio di scarpe e borse, per dare un’occhiata ai prezzi delle valigie. Già abbastanza scossa dal costo di esame diagnostico e valigie, ho continuato a farmi del male girovagando nel negozio: quest’anno avremo ai piedi solo e soltanto sneackers,  è una certezza (ho visto in esposizione praticamente solo questo tipo di calzature), ma soprattutto  le pagheremo care! Biancaneve  e i sette nani prossimamente andranno scalzi, se vogliono mangiare.

***

 

 

Biancaneve non può comprare sixpack
perché i nani son sette

sette tetra di latte, sette pani,
sette camicie, sette paia di calzini, sette piatti sporchi,
sette mutande sudice, sette giorni la settimana

Come al solito stava
per caricare i sette capretti  nel cestino

ma cambiò idea
si comperò una bottiglia di rosso

e sette mele avvelenate

Andri Snær Magnason,  da Bonus, Edizioni Nottempo, 2017

°ascoltando The Beatles –Taxman https://www.youtube.com/watch?v=l0zaebtU-CA

Work in progress

aperitivo conpiùdistacco blog di poesia

 

Qual è la tua capacità di  (salvifico) distacco dalle situazioni più o meno difficili che si presentano nella vita?  (Da 1 a 10 io sto a 4)

***

distaccandomi

conpiùdistacco mi dicono tutti
prendi le cose
conpiùdistacco
– ma che brutta parola,

che ci fa in una poesia? –
con più distacco, quindi,
farsi scivolo di ogni accadimento
e poi di ogni mancata gentilezza
di ogni imbroglio e incomprensione
di ogni gesto di questo nostro
insensato mondo narciso

cameriere, per favore,
mi porti un
conpiùdistacco analcolico
(senza oliva e senza cannuccia)

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, 2023

 
°ascoltando The Kinks – This Time Tomorrow – https://www.youtube.com/watch?v=qwVJ7FWc4rQ

 

Due alberi?

blog di poesia due alberi

Oltre a un immaginario dialogo tra due persone, questa poesia mi fa pensare anche a un (altrettanto immaginario) dialogo tra due alberi, poco prima della primavera, nell’attesa di rivedere i fiori l’uno dell’altro. Chi sorriderà per primo?

***

Nessun posto è qui o lì
Ogni luogo è proiettato dall’interno
Ogni luogo è sovrapposto allo spazio
Ora sto creando un punto all’esterno
sto cercando di metterlo qui in alto
sopra lo spazio dove non sei
per vedere se da tanto sforzo sì da tanto sforzo
tu appari sorridendo un’altra volta
Appari qui appari senza timore
e da fuori entra qui
e usa abbastanza forza abbastanza forza
per vedere se appaio ancora se appaio ancora
se riappariamo entrambi tenendoci per mano
nello spazio
dove coincidono
tutti i nostri luoghi

Óscar Hahn (1938, Cile), da Mal d’amore, Raffaelli Editore, traduzione di Gianni Darconza

 

°ascoltando . René Aubry – Après La Pluiehttps://www.youtube.com/watch?v=sK2v4GrASjw&t=115s

Comfort Zone

La zona di comfort: questa super citata zona da cui pare ci si debba allontanare spesso e con decisione (dopo il Triangolo delle Bermude, sembra essere la zona più rischiosa per la nostra esistenza). Ma “il massimo comfort”, non è forse il mantra di ogni promessa pubblicitaria? Auto, vacanze, abiti, scarpe, telefoni: tutti i comfort possibili ci vengono “offerti”  (in vendita, ovviamente), però nel frattempo dobbiamo uscire dal nostro comfort mentale. Non lo so, ci devo pensare… e tu?

***

io resterei

 

io invece la vorrei abitare
la comfort zone – additata e disdegnata –
vorrei farci il nido la cuccia il rifugio
il mio saldo castello, sprangare la porta
le finestre richiudere – solo un cambio dell’aria –
non m’interessa più dimostrarmi
contorsionista equilibrista modernissima
navigatrice di sfide autoinflitte
io mi ci vorrei fermare finanche adagiarmi

dove mi sento bene
 
voi, se ne avete voglia
uscite andate evolvete
                      io resterei

©irene.marchi.2024

 

°ascoltando Ludovico Einaudi – Un mondo a parte – https://www.youtube.com/watch?v=A0c7E-CwzME.youtube.com/watch?v=gR4KZjXhoV0