Attenti a Fata Morgana

 Esempio di Fata Morgana (foto da Wikipedia)

Esempio di Fata Morgana (foto da Wikipedia)

Due righe un po’ insolite (e visionarie) muovendomi tra miraggi, deserti, musica e poesia (e un po’ di fisica).
A (quasi) tutti sarà capitato di sentirsi dire almeno una volta –Hai inseguito un miraggio – o –Ti fai troppi castelli in aria! Però non è sempre colpa della nostra stupidità o fantasia se vediamo questi castelli in aria: tale espressione sembra derivare dal fenomeno ottico denominato Fata Morgana. Si tratta di un miraggio che si presenta frequentemente a chi dalle coste calabresi dello stretto di Messina guardi verso le coste della Sicilia (in realtà è un fenomeno che si può verificare in varie parti del mondo, ma è ovunque conosciuto con questo nome italiano perché il fenomeno è molto più frequente proprio nello Stretto di Messina). In pratica, al di sopra del mare, o anche in mezzo ad esso, appaiono fantastiche immagini simili a castelli, costruzioni che poi i poeti hanno voluto identificare con la dimora della leggendaria fata Morgana (la sorellastra di Re Artù, figura sovrannaturale che secondo la mitologia celtica induceva nei marinai le visioni di questi fantastici castelli per attirarli e poi condurli a morte). Tale fenomeno ha poi ispirato altre leggende e opere poetiche: in particolare si può ricordare la leggenda popolare di origine norvegese (diffusasi nel 1600) dell’Olandese Volante, il vascello fantasma che si credeva navigasse contro vento e a vele spiegate e il cui avvistamento avrebbe costituito un presagio di sventura.
Venendo alla scienza, il fenomeno ottico è dovuto alle variazioni dell’indice di rifrazione dell’aria, prima crescente, poi decrescente, dal basso verso l’alto e può essere osservato a terra o in mare, nelle regioni polari o nei deserti: distorce enormemente l’oggetto su cui agisce il miraggio, tanto da renderlo irriconoscibile e può riguardare qualsiasi tipo di oggetti lontani, come isole, coste o barche. Nelle regioni desertiche è facile assistere ad un “miraggio inferiore”: possiamo vedere il riflesso del cielo sul terreno sabbioso in lontananza e pensare erroneamente di scorgere un lago. Quando invece diversi effetti di miraggio inferiore e superiore si sommano, le immagini degli oggetti all’orizzonte vengono allungate verso l’alto come pinnacoli. Ed è proprio questo miraggio che viene chiamato Fata morgana (tipico anche del deserto del Mojave, in California). Ma sorvolo rapidamente sopra la fisica che di sicuro non è il mio mestiere e passo alla poesia.

Qui sotto riporto due poesie di un irresistibile poeta decisamente visionario, il “Re Lucertola” Jim Morrison: la prima parla proprio del deserto, la seconda di altre figure-miraggio. Segue il testo di Fata Morgana dei mitici Litfiba. E mi raccomando, attenzione ai miraggi!

Il Deserto

Il Deserto
                – rosato blu metallico
                 & verde insetto
                  specchi vuoti &
                 pozze d’argento
                 un universo in
                 un corpo

Jim Morrison, da Poesie da Tape Noon, in Tempesta elettrica – Poesie e scritti perduti, traduzione di Tito Schipa jr, Mondadori, 2001

Un angelo passa correndo
Traversa la luce improvvisa
Traversa la stanza
Uno spettro ci precede
Un’ombra ci segue
E ad ogni nostra fermata
Cadiamo

Jim Morrison, da Poesie 1966-1971, in Tempesta elettrica – Poesie e scritti perduti, traduzione di Tito Schipa jr, Mondadori, 2001

Fata Morgana (Litfiba)

Oh, vedo tutto attraverso
sabbia rossa e deserto
Ho sete,
ho sete di te che non sei qui
Stella caduta dagli occhi,
che voli sul mio deserto
Ho sete,
le nuvole mi cadono dentro,
cerchio che ha perso il suo centro,
perché ha smarrito ogni senso
oh, sabbia rossa e deserto
ah ah ah ieh ieh ah ah ah ieh ieh
Lunga scala d’aria che sale dal deserto
non c’è confine
con l’occhio dentro e l’occhio fuori
Morgana
Lenta processione all’alba nel deserto
Fata Morgana
ha già cambiato ogni profilo
Aspetto a parlare prima che l’illusione si sia mossa
poi scopro il confine che dall’infinito vola dentro di me
Morgana
Ho sete
significa che sono vivo
che importa se l’ultimo o il primo
Il cuore vuol battere ancora,
ancora…
Oh, sabbia rossa e deserto
la sento negli occhi,
in fondo ai miei occhi,
salire dal mare passando dal cuore

Litfiba, dall’album Terremoto, 1993

*ascoltando (ovviamente) Litfiba – Fata Morgana https://www.youtube.com/watch?v=5viSeFb767o (ascoltala, ne vale la pena… ma no, non così! alza quel volume!)