(Infinitamente) ridicoli?


– Dai,  andiamo a  fare un giro.
Col macchinone?
– No, dentro una lettera d’amore.
Ma quel poeta lì, quel Pessoa diceva: “Tutte le lettere d’amore sono
ridicole…”
– Vero, ma poi continuava: “Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole… Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo senza accorgermene
lettere d’amore ridicole”.
– Mah, se lo dice lui…

***

Fernando e Ophélia

Il poeta portoghese e le sue lettere d’amore
che da vecchio definì ridicole.
Ma noi se siamo qualcosa
è quando scriviamo lunghissime lettere d’amore,
se non siamo in quelle lettere
non siamo in nessun posto,
in nessun libro, in nessun gesto.
Solo le lettere d’amore
ci procurano un cenno di vita,
solo quando aspettiamo una risposta
siamo veramente svegli.
Pessoa come tanti poeti
ha provato a imbrigliare la vita nella scrittura.
Il segreto non è corteggiare l’infinito
con le parole, ma essere corteggiati
dall’infinito, scoprire che ha bisogno di noi
e non sappiamo perché.
L’infinito arriva nelle lettere d’amore,
non conosce altri luoghi per spostarsi.

Franco Arminio, da Una luce più grande, in Studi sull’amore, Einaudi, 2022

°ascoltando Gabriel Yared – To All The Ships At Sea https://www.youtube.com/watch?v=cgqK0ibaeMs

Settecoloripersettenote

settecolorisettenote copia

Caro Violinista pazzo, suona una musica con l’arcobaleno (e guarisci il mondo intero)…

Violinista matto
che suoni là fuori
una cosa da nulla
ma che fa piangere l’anima…

Dove hai imparato
che questa tua melodia
lacera appena la veste
il cui tessuto è il giorno?

Chi ti disse un tempo,
prima che tu fossi,
che quando l’anima piange
capisce che la vita è irreale?

Chi ti insegnò prima
che tu avessi un cuore,
che il dolore porta istanti
in cui il mondo è vano?

Fernando Pessoa, da Poesie di Fernando Pessoa, a cura di Antonio Tabucchi e Maria José De Lancastre

♥ ascoltando I Ratti della Sabina – Il violinista pazzo https://www.youtube.com/watch?v=mfp2g6OTIHE

Solo quattro righe in prosa (fuori tema n.16)

ombre

Sempre, ma più che mai in questo momento in cui ogni distanza si dilata per obbligo, nella realtà e nella percezione, ogni millimetro “buono”  della nostra vita  (e anche l’ombra di quel millimetro) andrebbe tenuto in considerazione. Sei d’accordo?

(…) Benedetti siano gli istanti, i millimetri, e le ombre delle piccole cose, ancora più umili delle cose stesse! Gli istanti, i millimetri: quale impressione di meraviglia e di coraggio mi provoca la loro esistenza, gli uni accanto agli altri così ravvicinati in un metro. A volte soffro e godo per queste cose. E ne sono goffamente orgoglioso.

Fernando Pessoa (Lisbona, 1888-1935), da Il libro dell’inquietudine, Milano, Feltrinelli 1987, a cura di Maria José de Lancastre.

(per altri” fuori tema”, qui: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/category/fuori-tema/)

Come la luna

abcde

Per essere grande, sii intero:
niente di te esagera o escludi.
Sii completo in ogni cosa. Poni
quanto sei
nel minimo che fai.
Così in ogni lago la luna intera
splende, perché alta vive.

14-2-1933

°°°

Para ser grande, sê inteiro: nada
Teu exagera ou exclui.
Sê todo em cada coisa. Põe quanto és
No mínimo que fazes.
Assim em cada lago a lua toda
Brilha, porque alta vive.

14-2-1933

Fernando Pessoa (Lisbona, 1888-1935), da Odi e poesie di Ricardo Reis, in Un’affollata solitudine – Poesie eteronime, a cura di Pietro Ceccucci, Bur, 2012

*ascoltando Yann Tiersen – C’etait ici https://www.youtube.com/watch?v=ey5tfAH61r0

Sorridi

sorridi

Quasi anonima sorridi

Quasi anonima sorridi
e il sole indora i tuoi capelli.
Perché per essere felici
è necessario non saperlo?

 

Quase anónima sorris

Quase anónima sorris
e o sol doura o teu cabelo.
Porque é que, pra ser feliz,
é preciso não sabê-lo?

Fernando Pessoa (1888-1935), da Poesie inedite (1930-1935)

*ascoltando The Alan Parson Project – Voyager https://www.youtube.com/watch?v=-rSrAj01KlQ

“Apri a chi non bussa alla tua porta”

porta

Hai mai aperto una porta prima che qualcuno o qualcosa venisse a bussare?

 

Se qualcuno un giorno bussa alla tua porta,
dicendo che è un mio emissario,
non credergli, anche se sono io;
ché il mio orgoglio vanitoso non ammette
neanche che si bussi
alla porta irreale del cielo.
Ma se, ovviamente, senza che tu senta
bussare, vai ad aprire la porta
e trovi qualcuno come in attesa
di bussare, medita un poco. Quello è
il mio emissario e me e ciò che
di disperato il mio orgoglio ammette.
Apri a chi non bussa alla tua porta.

Fernando Pessoa (Lisbona,  1888 – 1935)

 

*ascoltando: Van Morrison – Open The Door (To Your Hearth) https://www.youtube.com/watch?v=yahMUgLf6ls

(Di altri che -non- bussano alla porta, qui https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2018/06/13/istantanea-della-mancanza/)

Lettere ridicole?

ridicole

Forse sì, ha ragione Pessoa: le lettere d’amore devono essere ridicole.
Quanti, nel mondo e in ogni tempo, quelli che hanno scritto lettere ridicole?

(Sms e messaggi WhatsApp non contano!)

Tutte le lettere d’amore sono ridicole

Tutte le lettere d’amore sono
ridicole.
Non sarebbero lettere d’amore se non fossero
ridicole.

Anch’io ho scritto ai miei tempi lettere d’amore,
come le altre,
ridicole.

Le lettere d’amore, se c’è l’amore,
devono essere
ridicole.

Ma dopotutto
solo coloro che non hanno mai scritto
lettere d’amore
sono
ridicoli.

Magari fosse ancora il tempo in cui scrivevo
senza accorgermene
lettere d’amore
ridicole.

La verità è che oggi
sono i miei ricordi
di quelle lettere
a essere ridicoli.

(Tutte le parole sdrucciole,
come tutti i sentimenti sdruccioli,
sono naturalmente
ridicole).

***

Todas as cartas de amor são ridículas

Todas as cartas de amor são
Ridículas.
Não seriam cartas de amor se não fossem
Ridículas.

Também escrevi em meu tempo cartas de amor,
Como as outras,
Ridículas.

As cartas de amor, se há amor,
Têm de ser
Ridículas.

Mas, afinal,
Só as criaturas que nunca escreveram
Cartas de amor
É que são
Ridículas.

Quem me dera no tempo em que escrevia
Sem dar por isso
Cartas de amor
Ridículas.

A verdade é que hoje
As minhas memórias
Dessas cartas de amor
É que são
Ridículas.

(Todas as palavras esdrúxulas,
Como os sentimentos esdrúxulos,
São naturalmente
Ridículas.)

Fernando Pessoa (Lisbona,  1888 – 1935)

– Ascoltando  Joe Cocker – The Letter https://www.youtube.com/watch?v=VFHA15B8iNI

(Di altre lettere se ne parla qui https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/08/02/lettere-scarabocchi-canzoni/ e qui https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2017/10/23/cera-posta-per-te/)

Da una finestra

dalla finestra

Che cosa vedi dalla tua finestra?

 

Non basta aprire la finestra
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna anche non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi:
vi sono solo idee.
Vi è soltanto ognuno di noi,
simile ad una spelonca.
C’è solo una finestra chiusa
e tutto il mondo fuori;
e un sogno di ciò che potrebbe esser visto
se la finestra si aprisse,
che mai è quello che si vede
quando la finestra si apre.

Fernando Pessoa (Lisbona, 1888 – 1935)

 

Mattino

Dalla finestra aperta
entran le voci calme
del fiume,
i canti lontani
delle lavandaie
laggiù fra i pioppi e gli ontani,
presso la pura corrente
che mormora sì dolcemente
il fumo dei vapori
si confonde con quello delle case
sotto il riso trionfale
del cielo.
Sull’altra riva, nel viale
le affiches azzurre
delle compagnie di navigazione
riempiono di nostalgia e di illusione
il cuore degli uomini
seduti sulle panchine.
Penso a una fanciulla bionda.
Fra poco sarà mezzogiorno
e una gran tenerezza mi invade,
e una voglia di piangere senza perché.

Attilio Bertolucci (1911-2000), da Le poesie, Garzanti, 2001

*ascoltando  Pierangelo Bertoli – Dalla finestra
https://www.youtube.com/watch?v=c034y0Optz8

A che cosa stai pensando?

a cosa stai pensando punto di domanda]

A cosa stai pensando?” è una domanda  che ancora ci sentiamo rivolgere da qualcuno o che noi stessi facciamo ad altri (meglio se con l’intenzione vera di ascoltare la risposta), o è rimasto solo facebook a domandarcelo? Ma soprattutto, quante volte  abbiamo detto esattamentesattamente quale fosse il nostro pensiero, rispondendo alla domanda  “a che cosa stai pensando?“.

Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che è niente,
mi è gradita come l’aria della notte,
fresca in rapporto al calore estivo del dì.

Non sto pensando a niente, che bello!

Non pensare a niente
è aver l’anima propria e intera.
Pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita…

Non sto pensando a niente.
Solo come se mi fossi appoggiato male:
un dolore alle spalle, o in un fianco,
c’è un sapore amaro nell’anima mia:
é, che, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma davvero a niente,
a niente.

Fernando Pessoa da Un’affollata solitudine – Poesie eteronime, traduzione di Pietro Ceccucci, Bur.

*ascoltando:  Yann Tiersen – La valse d’Amélie (solo pianoforte) https://www.youtube.com/watch?v=Dyo4tNwNIvQ

L’ottica del verme

l'ottica del verme

Capita che arrivi anche quell’attimo in cui realizzi di aver sbagliato tutto, di non avere mai capito nulla di nulla: quell’attimo in cui ti senti pari a  un verme o anche qualcosa di peggio (povero il verme che non c’entra niente). É comunque un attimo che ha la sua utilità.

Non sono nulla, non posso nulla,
non perseguo nulla.
Illuso, porto il mio essere con me.
Non so di comprendere,
né so se devo essere,
niente essendo, ciò che sarò.
A parte ciò, che è niente, un vacuo vento
del sud, sotto il vasto azzurro cielo
mi desta, rabbrividendo nel verde.
Aver ragione, vincere, possedere l’amore
marcisce sul morto tronco dell’illusione.
Sognare è niente e non sapere è vano.
Dormi nell’ombra, incerto cuore.

Frenando Pessoa, da Una sola moltitudine

 

* ascoltando… beh, cos’altro se non Creep dei Radiohead? https://www.youtube.com/watch?v=XFkzRNyygfk  (e ti senti in compagnia almeno durante quei quattro minuti di musica).