Per non dimenticare

27 gennaio – Giornata della Memoria

27gennaio

Per non dimenticare. Mai.

 

Non si conosce l’autore di questa prima poesia, sappiamo solo che era un bambino o forse un ragazzino o una ragazzina del ghetto di Terezín*

Vedrai che è bello vivere

Chi s’aggrappa al nido
non sa che cos’è il mondo,
non sa quello che tutti gli uccelli sanno e
non sa perché vogliono cantare
il creato e la sua bellezza.
Quando all’alba il raggio del sole
illumina la terra
e l’erba scintilla di perle dorate,
quando l’aurora scompare
e i merli fischiano tra le siepi,
allora capisco come è bello vivere.
Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza
quando cammini tra la natura
per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi:
anche se le lacrime ti cadono lungo la strada,
vedrai che è bello vivere.

 

Il giardino – di Frantisek Bass, nato il 4.9.1930, deportato a Terezín

È piccolo il giardino
profumato di rose,
è stretto il sentiero
dove corre il bambino:
un bambino grazioso
come un bocciolo che si apre:
quando il bocciolo si aprirà
il bambino non ci sarà.

 

*Il  ghetto  di Terezín fu, durante la seconda guerra mondiale, il  maggiore campo di concentramento sul territorio della Cecoslovacchia. Fra i prigionieri del ghetto  vi furono all’incirca 15.000 bambini (di questi, solo un centinaio riuscirà a sopravvivere). Erano in prevalenza figli degli ebrei Cechi, deportati a Terezín assieme ai genitori per essere spediti nei campi di sterminio più a Est. Per un certo periodo i prigionieri adulti riuscirono ad alleviare le condizioni di vita dei bambini facendo in modo che questi venissero concentrati nelle case per bambini. Nelle case operarono educatori e insegnanti prigionieri che riuscirono, nonostante le infinite difficoltà e con limitatissime possibilità, a organizzare per i piccoli una vita giornaliera e perfino una sorta di insegnamento clandestino. In particolare, l’insegnante d’arte Friedl Dicker-Brandeis creò per loro una classe di disegno: il risultato di questa attività fu una raccolta di oltre quattromila disegni e poesie  che Friedl nascose in due valigie prima di essere deportata ad Auschwitz. Molte di queste testimonianze (scampate alle ispezioni naziste e riscoperte dopo oltre dieci anni dal termine del conflitto) sono oggi conservate presso il Museo Ebraico di Praga.

 

Canzone del bambino nel vento (Auschwitz) – Francesco Guccini

Son morto con altri cento,
son morto ch’ero bambino,
passato per il camino
e adesso sono nel vento
e adesso sono nel vento

Ad Auschwitz c’era la neve,
il fumo saliva lento
nel freddo giorno d’inverno
e adesso sono nel vento,
e adesso sono nel vento

Ad Auschwitz tante persone,
ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento,
a sorridere qui nel vento…

Io chiedo come può l’uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento,
in polvere qui nel vento

Ancora tuona il cannone
ancora non è contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento
e ancora ci porta il vento

Io chiedo quando sarà
che l’uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà
e il vento si poserà

Io chiedo quando sarà
che l’uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà
e il vento si poserà
e il vento si poserà…

Per non dimenticare.