Aria di mare

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Esiste qualcosa di più libero?

In riva al mare

Dalla mia fronte io esco in riva al mare
dove sommessa mormora i suoi baci
l’onda; e conchiglie, imbuti del rumore,
ci ascoltano pudiche e indifferenti.

Davanti a me si rinnova il suo gioco
di animale veloce che ai miei piedi
si stende per piacermi e mi incoraggia
con battiti di ciglia; anima preda
di polipi e di granchi io ti respingo,
votata al clima immobile degli astri.

Su me sospende il cielo la sua curva
larga, ariosa, e modella i miei passi
non di un’età, non di un attimo, un’ora
ma di un’antichità: parola estratta
dalla tua pausa, o mare, fronte colma.

Giovanna Bemporad (1928-2013), da Esercizi, Garzanti, 1980

 

Mare

Solo un momento! Mare, poter essere
ogni istante diverso, come te,
forte, senza cadute –
Mare calmo, – di cuore freddo e di anima eterna –
mare, ostinata effigie del presente!

Juan Ramon Jimenez (1881-1958), da Eternidades, 1918

*ascoltando The Waterboys – This Is The Sea
https://www.youtube.com/watch?v=VAiOjxkCS0g

ancora sul mare: http://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/02/28/lista-delle-cose-3-respirare-il-mare

sea

Luce?

luce

Tu hai già capito da dove arriva (o da dove potrebbe arrivare) la tua luce?

 

Mi chiedo
                               dove davvero sia
      quella fonte di gioia interiore
mentre fuori tutto
                               muore
nella notte carbone
La fonte
                è la vita stessa
La fonte è il sole
La fonte è la luce

Lawrence Ferlinghetti, da Strade sterrate per posti sperduti, traduzione di Damiano Abeni, Minimum Fax, 1989 (ed. originale del 1970).

 

I mattini passano chiari

I mattini passano chiari
e deserti. Cosí i tuoi occhi
s’aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d’immobile luce. Taceva.
Tu viva tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
(non pena non febbre non ombra)
come un mare al mattino, chiaro.
Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest’ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.

30 marzo 1950

Cesare Pavese, da Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

 

Nasce la luna come rossa aurora
pienamente; rischiara illimitate
fissità d’ombre e alberi e campagne,
pura, dai globi elettrici respinta,
questa accorata solitaria. E sale
bianchissima tra azzurre trasparenze,
l’arco del cielo, ritessendo il velo
delle illusioni lacerato in terra.
Nella sua grande luce meridiana
timidamente in me stanca rinasce
l’ingannevole attesa di un prodigio.

Giovanna Bemporad, da Esercizi, Garzanti, 1980.

*Luce da ascoltare: Creedence Clearwater Revival – Long As I Can See The Light https://www.youtube.com/watch?v=Q1809vqz3zA ; The Alan Parsons Project – Limelight https://www.youtube.com/watch?v=r6p49lIJ4lo&feature=youtu.be; The Velvet Underground – Beginning to See The Light ttps://www.youtube.com/watch?v=YW7hJpkWNPI