Due passi tra le foglie

fogliecadute

Uno dei piaceri della vita: camminare affondando le scarpe tre le foglie cadute,  ammucchiate ai lati di un viale (perché a guardare bene non ci sono solo le auto parcheggiate!), e ascoltare la voce  (sincera) di quel mucchio frusciante sotto i piedi. Il tempo dell’estate è finito, e anche molto altro, ma questi passi sulle foglie sono una vera consolazione (nonostante la loro malinconia). Che dici, andiamo?

Foglie morte

Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto, quel giorno, una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno, non mi fa male
soprattutto se credo, quel giorno, che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno mi sento d’accordo con gli uomini e con me stesso
veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali dei viali d’ippocastani.

Lipsia, settembre 1961

Nazim Hikmet, traduzione di Joyce Lussu

 

Autunno malato

Autunno malato e adorato
Morirai quando l’uragano soffierà sui roseti
Quando avrà nevicato
Sui frutteti

Povero autunno
Muori in biancore e ricchezza
Di neve e di frutti maturi
In fondo al cielo
Planano sparvieri
Sulle nixi graziose dai capelli verdi e nane
Che non hanno mai amato

Sui confini lontani
I cervi hanno bramito

E quanto amo stagione quanto amo i tuoi suoni
I frutti che cadono e che nessuno raccoglie
Il vento e la foresta che piangono
Tutte le loro lacrime d’autunno foglia a foglia
Le foglie
Pestate
Un treno
Che passa
La vita
Che va.

Guillaume Apollinaire, da Alcools, 1913.

* con poca originalità ascolterei Autumn Leaves (ne ho parlato qui http://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/06/23/note-poesia/), ancora e ancora in tutte le sue infinite versioni.