V di (volere) volare

vvvvvvvvvvvolareLe ali le avevamo. Ma dove le abbiamo messe? (L’importanza di fare ordine negli armadi…)

 

Ho sognato di volare

Ho sognato di volare
tante volte in una
una volta in tante,
leggera sopra i tetti
con un sospiro di gioia nera
posandomi sui cornicioni
seduta in bilico su un comignolo
quanto quanto quanto
ho camminato sulle vie
ariose dell’orizzonte
fra nuvole salate e raggi di sole
un gabbiano dal becco aguzzo
un passero dalle piume amare
erano le sole compagnie
di una coscienza addormentata
vorrei saper volare
ancora in sogno ancora,
come una rondine,
da una tegola all’altra
e poi sputare sulle teste
dei passanti e ridere
della loro sorpresa, piove?
O sono lacrime di un Dio ammalato?
Volo ancora, ma nelle tregue del sonno
il piede non più leggero
scivola via, una mano si aggrappa
alla grondaia che scappa
vorrei volando volare
e riempire di allegrie
le spine del buio.

Dacia Maraini

 

La sera

Vorrei camminare in questa sera tranquilla
da sola e in silenzio – voce e pianto –
sciogliermi da tutti i vincoli
per avanzare libera e intera
verso il mistero;
introdurmi in esso come fine
di ogni ricerca…
Vorrei cadere in letargo lentamente;
dimenticare la materia, non sentirla,
e in un tentativo impetuoso alzarmi in volo,
e planare, planare, libera e straniera,
lontano dal mio fango, separata dal corpo,
– goffo, umano, –
e volare e volare bevendo soli
nell’infinita immensità del cielo.

Jesuina Sánchez (Salto, 1948), da Mayo y Milagro, 1991

 

*ascoltando Paul Simon & Garfunkel – El Condor Pasa https://www.youtube.com/watch?v=QqJvqMeaDtU

(ancora sul volerevolare qui http://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/03/10/sabbia-2/)