Quasi ti sorride

(la poesia non morde)

e quasi sorride

la poesia non morde, niente paura
sì, a volte – aghi di pino, sabbia
sulla pelle –  pungerà un poco e
sbanderai dal percorso più sicuro
ma vi terrete compagnia. E forse
ti domanderai cos’avrà voluto
dire quel matto d’un poeta matto?
ma anche questo dubbio è compagnia.
 
Impazzisco per quell’attimo chiaro:
alzo gli occhi da una pagina
e sto davanti a chi l’ha scritta

e mi guarda e quasi mi sorride

©irenemarchi2022

♥ ascoltando Hayden Calnin – Made of Everything  https://www.youtube.com/watch?v=xp18UrsUK94

Amica poesia

Purtroppo ho cominciato a leggere poesia (nel senso di sentirla amica, e non solo di studiarla) piuttosto tardi: magari avessi cominciato a sedici anni, mi sarebbe stata di grandissimo aiuto. Ora sto recuperando con la lettura-amicizia, ma il tempo dei sedici anni non ritorna più.
Tu hai già fatto amicizia con la poesia?

Leggo poesie

Leggo poesie a caso,
leggo quasi senza pensare a quel che leggo.
Quando incontro un verso triste,
sento nell’anima come una carezza.
Non che mi conforti la tristezza altrui;
è che mi sento meno solo.

***

Leo poemas al azar,
leo casi sin pensar en lo que leo.
Cuando me encuentro un verso triste,
siento en el alma una caricia.
No es que me alivie la tristeza ajena;
es que me siento menos solo.

Ángel González (Spagna, 1925-2008), da Nada grave, 2008

 

Poesia. Perché no?

poesia 21 marzo

Per la Giornata Mondiale della Poesia (21 marzo,  istituita dall’UNESCO nel 1999), Lapoesianonsimangiablog smentisce il suo stesso nome  e apre con questa poesia di Mark Strand… in cui si mangia poesia, appunto, e con gustosa felicità:

Mi cola inchiostro dagli angoli della bocca.
Non c’è contentezza come la mia.
Ho mangiato poesia.

La bibliotecaria pensa di avere le traveggole.
Ha gli occhi afflitti
e cammina con le mani tra le pieghe del vestito.

Le poesie sono svanite.
La luce è fioca.
I cani sono sulle scale della scantina e salgono.

Roteano gli occhi,
le zampe bionde bruciano come stoppie.
La povera bibliotecaria comincia a battere i piedi e piange.

Non capisce.
Quando mi inginocchio e le lecco la mano,
urla.

Sono un uomo nuovo.
Le ringhio contro e abbaio.
Faccio le feste felice nel buio libresco.

Mark Strand, da Motivi per muoverci, 1968, in L’uomo che cammina un passo avanti al buio, Mondadori, traduzione di Damiano Abeni, Milano, 2011

… a seguire, una poesia per dare voce ai dubbi un po’ rassegnati di una poetessa  che si domanda il  perché (e anche il per chi) dello scrivere poesia:

A una poesia non ancora nata

Davanti a un tè ci domandiamo perché scriviamo poesie.
Dieci persone le leggono, in ogni caso.
A tre non piacciono
per partito preso.
Tre provano un vago struggimento
ma devono pensare ai rubinetti che perdono
e al traffico cittadino.
A due piacciono
e non avrebbero problemi a dirtelo,
ma non sanno come.
Un’altra è tutta presa a preparare domande
sulle facili ironie
e sulla politica dell’identità.
La decima si chiede
se porti le lenti a contatto.

E noi
corrotti come chiunque altro
da un mondo assuefatto
ai carboidrati
e alle parole,

brancoliamo ancora
fra tramonti, metrica e
schegge di speranza

per un istante
liberi
dal terribile contagio
dell’abitudine.

Arundhathi Subramaniam, da L’India dell’anima – Antologia di poesia femminile indiana contemporanea in lingua inglese (Le Lettere, 2006), traduzione di Andrea Sirotti

Per chiudere, un accorato invito a chi ha ancora voglia di scrivere poesia (già riportato, insieme ad altri testi, qui: http://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/03/20/21-marzo-giornata-mondiale-della-poesia/)

Voce attiva

Canta, poeta, canta!
Violenta il silenzio conformato.
Acceca con un’altra luce la luce del giorno.
Inquieta il mondo quieto.
Insegna ad ogni anima la sua ribellione.

Miguel Torga (São Martinho de Anta, 1907-1995), da “Poesia”, n. 182, aprile 2004, traduzione di Daniela Di Pasquale.

*ascoltando Yann Tiersen – Porz Goret https://www.youtube.com/watch?v=KwwwWz6Ef3I

21 marzo – Giornata Mondiale della Poesia

“… Muoiono i poeti/ ma non muore la poesia/ perché la poesia/ è infinita/ come la vita.”

                     (Aldo Palazzeschi, da Congedo, in Tutte le poesie)

poesiaLa poesia non è per pochi, la poesia è per tutti e di tutti. Basta non crederla irraggiungibile, basta leggerla e seguire le immagini che  ci suggerisce, le domande che ci pone, le verità che ci fa intravedere. E se la si scrive, la poesia è come una macchina della verità: difficilmente sarà possibile mentire scrivendo una poesia. Nessuna finzione, quindi, ma punti di vista differenti sul mondo: vale sempre la pena leggere una poesia.

Voce attiva

Canta, poeta, canta!
Violenta il silenzio conformato.
Acceca con un’altra luce la luce del giorno.
Inquieta il mondo quieto.
Insegna ad ogni anima la sua ribellione.

Miguel Torga (São Martinho de Anta, 1907-1995), da “Poesia”, n. 182, aprile 2004, traduzione di Daniela Di Pasquale.

 

Inutilità de la poesia

La rosa
così inutile è cosa che spaventa.
Anche la poesia: come  la rosa.

1928

Ferdinando Tartaglia, da Esercizi di verbo, Adelphi.

 

La poesia non è

La poesia non è un filtro delle cose
né un raro sortilegio né un consiglio preciso
non è costretta a dare un messaggio profondo
né a strappare all’oblio le parole superflue

non è aurora di fuoco, né sagoma di dee
non sempre sta a descrivere le vetrate del mondo
non è costretta a essere zaino di vagabondo
e di certo non è sentiero di rose

 
tutto ciò che non è riempie una lunga lista
senza precise regole / poco convenzionale
pressappoco una sfida per il collezionista

invece ciò che è incide il suo segnale
e nel nuovo paesaggio proposto dall’artista
la poesia si assume l’invenzione del reale.

Mario Benedetti, da Inventario: poesie 1948 – 2000, traduzione di Martha L. Canfield, Le Lettere, Firenze, 2001.

(Dell’utilità della poesia parlo anche qui)