Libertà

 

“(…) Un pianeta senza moneta, senza mandati
né prezzi: senza costi, senza banche.” Paolo Volponi, da Il pianeta irritabile

 bolle libere

Libertà… oltre le dittature di persone e “di mercato”

 

Il supersfruttamento

Le nostre cose sono le peggiori.
Manca il tempo per sorridere,
non vengono in mente
grossi sogni o grandi avventure.
Lacrime e sudore, e nulla in cambio.
Ci occorre stomaco per vivere
e non si vive per noi,
né si vive con rabbia.
Che c’importa se fiumi e farfalle sono decorativi?
Andiamo in rovina,
i pensieri si muovono alla cieca,
e c’è chi sta peggio.

Lamberto Pignotti, da Notizie di uomo, Mondadori, 1964.

 

Le cose elementari

In modo maldestro, con ago grosso, con filo grosso,
si attacca i bottoni della giacca. Parla da solo:

Hai mangiato il tuo pane? Hai dormito tranquillo?
Hai potuto parlare? Tendere la mano?
Ti sei ricordato di guardare dalla finestra?
Hai sorriso al bussare della porta?

Se la morte c’è sempre, è la seconda.
La libertà sempre è la prima.

Ghiannis Ritsos, da Il funambolo e la luna, Crocetti, 1974, traduzione di Nicola Crocetti.

 

*La libertà è di casa tra le note musicali. Ma oggi  voglio citare due grandi artisti: Dario Fo – Su, cantiam e Bob Dylan – Chimes of Freedom, di cui riporto i testi:

Su, cantiam

Popolo di poeti, di cantanti, di canzonettisti, di cantautori;
Popolo di Canzonissima: cantate!

Popolo del miracolo
Miracolo economico
O popolo che volendolo
Puoi far
Quel che ti par

Hai libertà di transito
Hai libertà di canto
Di canto e controcanto
Di petto ed in falsetto

Chi canta è un uomo libero
da qualsivoglia ragionamento
Chi canta è già contento
di quello che non ha

Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar
Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar

Facciam cantare gli orfani
Le vedove che piangono
E quelli che dimostrano [E gli operai in sciopero]
Lasciamoli cantare
Facciam cantare gli esuli
Quelli che passano le frontiere
Assieme agli emigranti
Che fanno i minator

Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar
Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar

O popol musicomane
Che adori i dischi in plastica
Aspetti Canzonissima
Come Babbo Natale
Un Babbo un poco frivolo [senza scrupoli che alleva un sacco di canzonette
E poi te le fa correre al posto dei cavall
E poi te le fa correre al posto dei cavall

(testo tratto dall’Archivio di Dario Fo e Franca Rame http://www.archivio.francarame.it/scheda.aspx?IDScheda=4763&IDOpera=28)

Chimes of Freedom – Campane di libertà

(Testo tradotto da Michele Murino, da Maggie’s Farm – Il sito italiano di Bob Dylan http://www.maggiesfarm.eu/testiC/chimesoffreedomversionealternativa.htm)


Lontano tra la fine del tramonto e lo scampanìo spezzato di mezzanotte
ci riparammo in un androne mentre il tuono esplodeva con fragore
e mentre maestose campane di lampi colpivano ombre negli abissi
come se fossero lampeggianti campane di libertà
lampeggianti per i guerrieri la cui forza è non combattere
lampeggianti per i rifugiati sull’inerme via della fuga
E per ognuno e per tutti i poveri soldati nella notte
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà

Attraverso la fornace disciolta della città inaspettatamente guardammo
con visi nascosti mentre i muri si restringevano
mentre l’eco delle campane nuziali prima della pioggia sferzante
si dissolveva nello scampanare dei fulmini
che suonavano per il ribelle che suonavano per il miserabile
che suonavano per lo sfortunato l’abbandonato e il rifiutato
che suonavano per l’escluso messo costantemente al rogo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà

Attraverso il folle mistico martellare della selvaggia incessante grandine
il cielo esplodeva i suoi poemi in nuda meraviglia
che il tintinnare delle campane della chiesa soffiava lontano nella brezza
lasciando solo le campane di fulmini ed il loro tuono
che colpiva per il gentile, che colpiva per il mite
che colpiva per i guardiani ed i protettori della mente
ed il poeta ed il pittore lontano oltre questo giusto tempo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà

Nella deserta cattedrale della sera la pioggia svelava lunghe storie
per le nude forme senza volto né posizione
e suonava per le lingue con nessun posto in cui portare i propri pensieri
tutte costrette in situazioni scontate
suonava per il sordo ed il cieco e suonava per il muto
per la bistrattata madre senza marito la prostituta ingiuriata
per il delinquente da poco incatenato ed imbrogliato ed inseguito
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà

Sebbene la bianca cortina di una nuvola mandasse bagliori in un angolo lontano
e l’ipnotica nebbia acquiginosa si stava lentamente alzando
lampi elettrici ancora colpivano come dardi lanciati
non per quelli condannati a vagare oppure per quelli impossibilitati a vagare
e suonavano per quelli che cercano sui loro sentieri di ricerca senza parole
per gli amanti con la solitudine nei cuori con una storia troppo personale
e per ogni gentile anima innocua messa ingiustamente dentro una prigione
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà

Con gli occhi splendenti di sorriso ricordo quando fummo presi
in trappola dal non scorrere delle ore perché stavano sospese
mentre ascoltavamo un’ultima volta e guardavamo con un ultimo sguardo
incantati e sommersi finchè cessò lo scampanìo
che suonava per i malati le cui ferite non possono essere lenite
per le schiere dei confusi, accusati, maltrattati quelli disillusi o peggio
e per ogni uomo imprigionato nell’intero universo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà