Oggi c’è il dolce

Sei a corto di parole?
Accendi la musica e prepara una torta.

 

Alternativa episodica del poeta

Stavo per scrivere una poesia
invece ho fatto una torta ci è voluto
più o meno lo stesso tempo
chiaro la torta era una stesura
definitiva una poesia avrebbe avuto
un po’ di strada da fare giorni e settimane e
parecchi fogli stropicciati

la torta aveva già una sua piccola
platea ciarlante che ruzzolava tra
camioncini e un’autopompa sul
pavimento della cucina

questa torta piacerà a tutti
avrà dentro mele e mirtilli rossi
albicocche secche tanti amici
diranno ma perché diavolo
ne hai fatta una sola

questo non succede con le poesie

a causa di una inesprimibile
tristezza ho deciso di
dedicare la mattinata a un pubblico
ricettivo non voglio
aspettare una settimana un anno una
generazione che si presenti il
consumatore giusto

Grace Paley (New York, 1922 – 2007), da Begin Again: Collected Poems

♣ ascoltando Pëtr Il’ic Tchaikovsky, Suite da “Lo Schiaccianoci” – Danza della fata confetto https://www.youtube.com/watch?v=w_J4CJ504LQ

Oltre l’agguato

vabbè

Poesie che non si fanno prendere.

O buon dio del buon dio 

O buon dio del buon dio che voglia ho
di scrivere una piccola poesia.
Giusto adesso ne passa una.
Piccola piccola piccola
vieni qui che ti infilo
sul filo della collana delle mie altre poesie;
vieni qui che ti immetto
nel supercomplesso delle mie opere complete;
vieni qui che ti impappetto
e t’inrimo
e t’inliro
e t’impegaso
e t’inverso
e t’improso

porca vacca
se l’è data a gambe.

 

Bon dieu de bon dieu

Bon dieu de bon dieu que j’ai envie
d’écrire un petit poème
Tiens en voilà justement un qui passe
Petit petit petit
viens ici que je t’enfile
sur le fil du collier de mes autres poèmes
viens ici que je t’entube
dans le comprimé de mes œuvres complètes
viens ici que je t’enpapouète
et que je t’enrime
et que je t’enrythme
et que je t’enlyre
et que je t’enpégase
et que je t’enverse
et que je t’enprose

la vache
il a foutu le camp.

Raymond Quéneau (Le Havre, 1903- Parigi 1967), da L’instant fatal, 1948

*ascoltando Stevie Ray Vaughan – Scuttle Buttin’
https://www.youtube.com/watch?v=JHEVIWpX2XM

Una poesia su… ?

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«Una poesia la si può fare in casa

con ingredienti di tutti i giorni

Sta in una pagina sola

ma può riempire un mondo e

sta bene nella tasca di un cuore»

(Lawrence Ferlinghetti in Cos’è la poesia – Sfide per giovani poeti, Mondadori)

Di cosa dovrebbero parlare le poesie? Esistono argomenti poetici e argomenti non poetici? Basta riempire una dozzina di righe con fiori primaverili, malinconie struggenti e lune piene per fare una poesia? Mentre spazzatura e  ‘cose sgradevoli’ non possono portare un testo a essere definito poetico? Leggendo  questo testo di William Carlos Williams (proposto da Donatella Bisutti in La poesia salva la vita, Mondadori, 1992, p. 7) si può tranquillamente dire che  non è così: anche ‘cose brutte, sporche e cattive’ possono essere i tasselli di una poesia:

Tra Muri

dell’ospedale l’ala

posteriore

dove nulla

crescerà

giacciono scorie

tra cui splendono i rotti

cocci d’una verde

bottiglia

Tutto (il bello, il brutto, l’allegro, il triste, l’utile, l’inutile ecc.) in realtà può diventare argomento di una poesia: l’importante è come una cosa viene prima vista e poi raccontata dal poeta. Se il poeta sarà capace di guardare e dipingere in modo diverso, particolare e meravigliato quell’oggetto del suo scrivere, allora anche il lettore potrà percepire quella meraviglia o quel pensiero differente…  e poesia poterebbe essere.
Di Pablo Neruda esiste per esempio un’ Ode ai calzini  (riportata da Alfonso Berardinelli e Hans Magnus Enzensberger in Che noia la poesia. Pronto soccorso per lettori stressati, Einaudi, 2006, p. 80)

[…] due calzini morbidi come lepri.

C’infilai dentro i piedi

come in due guaine

tessute con il filo del

crepuscolo e vello di pecora

[…]

L’oggetto di una poesia  può essere ogni cosa purché vista  in modo nuovo:  «La poesia  è come un paio di occhiali da infilare con attenzione per vedere, della realtà, quello che di solito non vediamo. A questo riguardo siamo tutti un po’ miopi» afferma sempre Donatella Bisutti in La poesia salva la vita.
Quindi come commenta anche lo stesso Berardinelli: «Nessuno può fare prescrizioni alla lirica; è forse la forma di espressione umana più libera che esista».

Perché il poeta…

è maestro d’ontologia

che interroga costantemente la realtà

e la reinventa

(Lawrence Ferlinghetti in Cos’è la poesia – Sfide per giovani poeti, Mondadori).