Di poesia e di poeti

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Non dimenticare di cogliere la poesia ma (eventualmente) lascia perdere i poeti: questo è, semplificando, quello che si potrebbe dedurre dai brani riportati qui sotto. Sei d’accordo?

Dell’utilità o meno della poesia  se ne parla ancora qui (https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2019/09/03/che-cosa/ https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2015/11/25/la-poesia-si-mangia-cosa-serve-la-poesia/  https://lapoesianonsimangia.myblog.it/pagina-di-esempio/)  e un po’ si parla anche di queste bizzarre creature che sono i poeti (https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2017/12/20/trova-il-poeta/  https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2018/01/04/un-po-fuori-o-forse-no-da-tutto/  https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2019/09/06/mai/).

Ma poi, chi sono i poeti?!

 

(…) A cosa serve la poesia? Con tutto il rispetto, amico, puoi chiedere a cosa servono il ditirambo, l’emistichio, lo strambotto, la rima baciata e così via, cloppete clocchete chchch… Puoi chiedere perfino a cosa servono i poeti. Ma a cosa serve la poesia, no. È procurato allarme, apologia di fascismo, istigazione a delinquere, insider trading, pesca di frodo, gioco delle tre carte. Tutto insieme.

Poesia è quello che potresti essere dopo la necessaria espiazione, cloppete clocchete chchch… (…)

Ennio Cavalli (Forlì, 1947), da Se ero più alto facevo il poeta, La nave di Teseo, 2019

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I poeti, amore mio, sono
degli uomini orribili,
dei mostri di solitudine, evitali
sempre, a cominciare da me.
I poeti, amore mio, sono
da leggere. Ma non fare caso
a quel che fanno nelle loro vite.

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Los poetas, amor mío, son
unos hombres horribles, unos
monstruos de soledad, evítalos
siempre, comenzando por mí.
Los poetas, amor mío, son
para leerlos. Mas no hagas caso
a lo que hagan en sus vidas.

Raúl Gómez Jattin (Colombia, 1945-1997)

*ascoltando Pat Metheny with Charlie Haden – Cinema Paradiso di  Ennio Morricone https://www.youtube.com/watch?v=qEwXcgwzIYE

Male che vada, la carta può essere riciclata

carta da riciclare

Perché scrivere o leggere poesie? A che serve una poesia? … ? e altre domande che rincorrono l’utilità o l’inutilità della poesia (alcuni pensieri su questo “dilemma” qui http://lapoesianonsimangia.myblog.it/2015/11/25/la-poesia-si-mangia-cosa-serve-la-poesia/e qui http://lapoesianonsimangia.myblog.it/2015/12/18/343/). Una poesia serve parecchio a chi la scrive, per esempio. Agli altri forse un po’ meno… ma a volte basta solo un verso per accendere una luce nel ricordo o nella speranza o nella curiosità o, perché no, per suscitare una gustosa risata (ridere fa bene!). In questo caso (se ti si accende una luce, se ridi, se piangi, se ti arrabbi, se ti indigni, se chiedi scusa, se cambi strada, musica, pensiero, …) non sarai stato solo tu ad aver letto quella poesia, ma sarà stata anche la poesia che ha letto le tue emozioni.

Lavorare con la carta

Di ogni poesia
puoi farti una rondine.

L’importante è che sia piegata ad arte.

Proprio di ogni poesia, sai,
anche se non riuscita.

Poi col pensiero vai e mettici il cielo.

Jürgen Theobaldy, da Tutto sempre di nuovo, 2000, Traduzione di Gio Batta Bucciol
 

Alternativa episodica del poeta

Stavo per scrivere una poesia
invece ho fatto una torta ci è voluto
più o meno lo stesso tempo
chiaro la torta era una stesura
definitiva una poesia avrebbe avuto
un po’ di strada da fare giorni e settimane e
parecchi fogli stropicciati

la torta aveva già una sua piccola
platea ciarlante che ruzzolava tra
camioncini e un’autopompa sul
pavimento della cucina

questa torta piacerà a tutti
avrà dentro mele e mirtilli rossi
albicocche secche tanti amici
diranno ma perché diavolo
ne hai fatta una sola

questo non succede con le poesie

a causa di una inesprimibile
tristezza ho deciso di
dedicare la mattinata a un pubblico
ricettivo non voglio
aspettare una settimana un anno una
generazione che si presenti il
consumatore giusto

Grace Paley (1922 – 2007), da Begin Again: Collected Poems
 

Ad alcuni piace la poesia

Ad alcuni piace la poesia
ad alcuni cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza ma alla minoranza.
Senza contare le scuole dove è un obbligo
e i poeti stessi
ce ne saranno forse due su mille.
Piace
mi piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro
piace una vecchia sciarpa
piace averla vinta
piace accarezzare un cane.
La poesia
ma cos’è mai la poesia?
Più d’una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so,
non lo so e mi aggrappo a questo
come alla salvezza di un corrimano.

Wislawa Szymborska, in Wislawa Szymborska – Opere, Adelphi, 2008, a cura di Pietro Marchesani

*ascoltando  Max Gazzè – Poeta minore

21 marzo – Giornata Mondiale della Poesia

“… Muoiono i poeti/ ma non muore la poesia/ perché la poesia/ è infinita/ come la vita.”

                     (Aldo Palazzeschi, da Congedo, in Tutte le poesie)

poesiaLa poesia non è per pochi, la poesia è per tutti e di tutti. Basta non crederla irraggiungibile, basta leggerla e seguire le immagini che  ci suggerisce, le domande che ci pone, le verità che ci fa intravedere. E se la si scrive, la poesia è come una macchina della verità: difficilmente sarà possibile mentire scrivendo una poesia. Nessuna finzione, quindi, ma punti di vista differenti sul mondo: vale sempre la pena leggere una poesia.

Voce attiva

Canta, poeta, canta!
Violenta il silenzio conformato.
Acceca con un’altra luce la luce del giorno.
Inquieta il mondo quieto.
Insegna ad ogni anima la sua ribellione.

Miguel Torga (São Martinho de Anta, 1907-1995), da “Poesia”, n. 182, aprile 2004, traduzione di Daniela Di Pasquale.

 

Inutilità de la poesia

La rosa
così inutile è cosa che spaventa.
Anche la poesia: come  la rosa.

1928

Ferdinando Tartaglia, da Esercizi di verbo, Adelphi.

 

La poesia non è

La poesia non è un filtro delle cose
né un raro sortilegio né un consiglio preciso
non è costretta a dare un messaggio profondo
né a strappare all’oblio le parole superflue

non è aurora di fuoco, né sagoma di dee
non sempre sta a descrivere le vetrate del mondo
non è costretta a essere zaino di vagabondo
e di certo non è sentiero di rose

 
tutto ciò che non è riempie una lunga lista
senza precise regole / poco convenzionale
pressappoco una sfida per il collezionista

invece ciò che è incide il suo segnale
e nel nuovo paesaggio proposto dall’artista
la poesia si assume l’invenzione del reale.

Mario Benedetti, da Inventario: poesie 1948 – 2000, traduzione di Martha L. Canfield, Le Lettere, Firenze, 2001.

(Dell’utilità della poesia parlo anche qui)

La poesia non si mangia (a che cosa serve la poesia?)

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La domanda (poco simpatica): “A cosa serve la poesia?ˮ rimane spesso senza risposta.

Perché di solito chi lo chiede sottintende che, tutto sommato, della pesia se ne potrebbe fare anche a meno, dato che non serve a innalzare il prodotto interno lordo, non si può mangiare e non produce neppure una grande audience.

Chi invece non si pone più questa domanda (perché la poesia in qualche modo gli è già risultata preziosa)  la risposta ce lʼavrebbe chiarissima nella mente “La poesia non è solo utile, è necessaria!ˮ, ma non riesce a portare allʼesterno questo suo pensiero e il più delle volte si arrende dinanzi al sorriso di circostanza del suo interlocutore.

Dunque, a che cosa serve la poesia? Forse le parole di alcuni grandi poeti possono venire in aiuto.

Federico García Lorca, nel 1934, presentando una raccolta poetica di Pablo Neruda allʼuniversità di Madrid disse: “Io vi consiglio di ascoltare con attenzione questo gran poeta e di cercare di commuovervi con lui; ognuno alla propria maniera. La poesia richiede una lunga iniziazione, come qualsiasi sport, ma cʼè nella vera poesia un profumo, un accento, un tratto luminoso che tutte le creature possono percepire. E voglia Iddio che vi serva per nutrire quel granello di pazzia che tutti portiamo dentro, (…) e senza il quale è imprudente vivereˮ, suggerendo quindi la capacità della poesia di alimentare i pensieri meno codificati e razionali.

Anche Eugenio Montale, nel suo discorso per il conferimento del Premio Nobel, nel 1975, parla della poesia come di qualcosa che può contagiare: “… ho scritto poe­sie, un pro­dotto assolutamente inu­tile, ma quasi mai nocivo e que­sto è uno dei suoi titoli di nobiltà. Ma non è il solo, essendo la poe­sia una pro­du­zione o una malat­tia assolutamente ende­mica e incurabile…ˮ, alludendo al suo potere di incanto e diffusione che non può essere fermato da barriere di alcun tipo.

W.H. Auden (1907-1977), invece, affermava che: “La poesia non è magia, non cambia le cose, ma disincanta dicendo la verità… ˮ (Alfonso Berardinelli in Casi critici – Dal Post-moderno alla mutazione, Quodlibet, 2007), una verità che potrebbe anche non piacere, ma che comunque può far riflettere o che potrebbe ribaltare o modificare alcune convinzioni.

Quindi, come minimo, la poesia (se onesta) ha la capacità di smuovere le nostre emozioni: una poesia può farci piangere (e a volte ne abbiamo davvero bisogno), una poesia può farci innamorare o può farci capire che, invece, non siamo veramente innamorati (e non è cosa da poco). E non è finita qui: la poesia può fare molto altro (ma il discorso potrebbe farsi troppo lungo).

Ma, tutto sommato, dopo aver letto la poesia qui sotto, abbiamo ancora bisogno di chiederci a che cosa serve la poesia?

Lieve Offerta  di Antonia Pozzi (1912-1938)

Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera
come le estreme foglie
dei pioppi, che sʼaccendono di sole
in cima ai tronchi fasciati
di nebbia  ̶

Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale, segnato
dʼesili ombre  ̶
fino a una valle dʼerboso silenzio,
al lago  ̶
ove tinnisce per un fiato dʼaria
il canneto
e le libellule si trastullano
con lʼacqua non profonda  ̶

Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte,
sottile e saldo,
bianco  ̶
sulle oscure voragini
della terra.