Occhio!

(I poeti danno fastidio?)

Sono come le pulci, i poeti
acquattati nel pelo del mondo.
Invisibili, se ne stanno passivi
nelle ore dolci dei vivi
ma in un tale loro modo
e così a caso dispersi
fra i tanti, singoli vanti.
Oh, se mordono, nei loro nidi
e hanno, a volte, certi visi
sotto gli occhi di tutti…
E bisogna cercarli, perché
smettano infine il fastidio
uno a uno e prima o poi
di certo, scovarli, stanarli
dai loro nascondigli
i pochi (troppo pochi!) poeti.

Biancamaria Frabotta (Roma, 1946), da Tutte le poesie 1971-2017

In foto: un gatto che forse ha visto una pulce (o un poeta?)

♣ ascoltando  Mike Oldfield, Enigmatism https://www.youtube.com/watch?v=XzUkldDo9pM&t=9s

Oggi c’è il dolce

Sei a corto di parole?
Accendi la musica e prepara una torta.

 

Alternativa episodica del poeta

Stavo per scrivere una poesia
invece ho fatto una torta ci è voluto
più o meno lo stesso tempo
chiaro la torta era una stesura
definitiva una poesia avrebbe avuto
un po’ di strada da fare giorni e settimane e
parecchi fogli stropicciati

la torta aveva già una sua piccola
platea ciarlante che ruzzolava tra
camioncini e un’autopompa sul
pavimento della cucina

questa torta piacerà a tutti
avrà dentro mele e mirtilli rossi
albicocche secche tanti amici
diranno ma perché diavolo
ne hai fatta una sola

questo non succede con le poesie

a causa di una inesprimibile
tristezza ho deciso di
dedicare la mattinata a un pubblico
ricettivo non voglio
aspettare una settimana un anno una
generazione che si presenti il
consumatore giusto

Grace Paley (New York, 1922 – 2007), da Begin Again: Collected Poems

♣ ascoltando Pëtr Il’ic Tchaikovsky, Suite da “Lo Schiaccianoci” – Danza della fata confetto https://www.youtube.com/watch?v=w_J4CJ504LQ

Compagna Poesia (provaci tu)

Messaggio (rivoluzionario??) fotografato dalla vetrina di un negozio

Messaggio (rivoluzionario??) fotografato dalla vetrina di un negozio

È rivoluzionaria la poesia?
Secondo me sì (se è poesia onesta): a volte lo è per la società, ma sempre lo è per l’individuo.

***

Alla Poesia

Riconoscente ti saluto poesia
perché oggi che ti ritrovo
(nella vita e nei libri)
non sei più solo per l’incanto
grande ornamento della malinconia.

Oggi puoi anche migliorarmi
aiutarmi a servire
questa lunga e dura lotta del popolo.

Ora sei al tuo posto:
non sei più la splendida alternativa
che mi allontanava dal mio vero posto.

E continui ad essere bella
compagna poesia
tra le belle armi reali che brillano sotto il sole
tra le mie mani o sulla mia schiena.

Continui a brillare
insieme al mio cuore che non ti ha mai tradita
nelle città e sulle montagne del mio paese
del mio paese che si rialza
dall’infanzia e dall’oblio
per mettere fine alla sua vecchia pre-istoria
di dolore e sangue.

Roque Dalton (San Salvador- El Salvador, 1935-1975), da Il cielo per cappello, traduzione di Emanuela Jossa e Irene Campagna, Multimedia Edizioni, 2011

ascoltando Modena City Ramblers – Mia dolce rivoluzionaria https://www.youtube.com/watch?v=XfypPKGZVUo

Chissà come…

Io mi immagino parole e pensieri mossi da fili invisibili, una specie di pulviscolo poetico.
E tu come ti immagini che arrivino, le poesie?

Come arrivano le poesie

Rigirale in bocca sottovoce
Poi lasciale vagare nella mente
Finché un significato prende forma.

Come l’amore, sono più forti se accolte alla cieca,
Giudicate all’istante, percepite con sensi acutizzati
Mentre ancora non è chiaro se siano necessarie.

L’emozione imprecisa – intensa
Quanto un’azione adrenalinica –
Si nutre di sé stessa, e a sua difesa

Si immagina un ruolo umanitario,
Ma le poesie, siano maschi o femmine, sono vanesie
E traggono le proprie soddisfazioni dall’interno,

Sfoggiano vocali, o esibiscono catene
Di elle ed emme d’argento per fare mostra
Di intimità o di biasimo, di gioia o di dolore.

Le vie delle parole sono strette ed egoiste,
Esige ognuna uno spazio adeguato al proprio peso.
Non serve scandire i versi ad ogni frase,

Ma una sorta di battito deve integrare
Il suono che la poesia fa quando è inventata.
Sennò, scrivi prosa. Oppure aspetta

Che arrivi e sia lei il proprio intento a dichiarare.

Anne Stevenson, da La via delle parole, traduzione di Carla Buranello, Interno Poesia, 2018

***

How Poems Arrive

You say them as your undertongue declares
Then let them knock about your upper mind
Until the shape of what they mean appears.

Like love, they’re strongest when admitted blind,
Judging by feel, feeling with sharpened sense
While yet their need to be is undefined.

Inaccurate emotion – as intense
As action sponsored by adrenaline –
Feeds on itself, and in its own defence

Fancies its role humanitarian,
But poems, butch or feminine, are vain
And draw their satisfactions from within,

Sporting with vowels, or showing off a chain
Of silver els and ms to host displays
Of intimacy or blame or joy or pain.

The ways of words are tight and selfish ways,
And each one wants a slot to suit its weight.
Lines needn’t scan like this with every phrase,

But something like a pulse must integrate
The noise a poem makes with its invention.
Otherwise, write prose. Or simply wait

Till it arrives and tells you its intention.

 ascoltando Lindsey Stirling – Something Wild – https://www.youtube.com/watch?v=l-d3KbLlrMo&t=1s

Fiore e sasso

poesiaperchèseitupoesia

ferlinghetti

Il bello della poesia è che può essere fiore
ma anche sasso nella scarpa.

 

Più incisiva di un’ascia
La poesia è capace di spaccare il mare gelato
Il silenzio colpevole
La faccia guasta dell’errore
La maschera patetica della menzogna
Spaccare e cancellare
Dimenticare e sanare
Dare all’assenza
La possibilità ambigua e irrisoria
Di essere al mondo
Con lacrime e paure
Con le nostre piccole miserie
Il sasso che dolora nella scarpa.

Tahar Ben Jelloun (Fès, Marocco, 1944), da Poesie dipinte (n. 71), in Dolore e luce nel mondo, La nave di Teseo, 2021, traduzione di Cettina Caliò

∞ ascoltando Nick Drake – Introduction https://www.youtube.com/watch?v=jciIE7lh4hw

La poesia è…

p n

Qual è la prima cosa che ti viene in mente se dico… POESIA?

(A me viene in mente una piccola pianta verde, ancorata  alla terra ma con le foglie che salgono verso la luce. E speriamo non si stanchi mai…)

La poesia è il polso della storia

Le poesie sono il respiro delle sue pagine.
La poesia è il mestiere di guardare la crepa che lasciò la battaglia.
Le poesie sono lo stratagemma per misurare il disastro.
La poesia è il linguaggio dell’emozione.
Le poesie sono il breve incontro con la fiamma blu.
La poesia è la temperatura dell’amore e dell’odio.
Le poesie sono lo spiraglio del dolore.
La poesia è il nudo trasversale.
Le poesie sono un angolo in ombra.
La poesia è la porta spalancata.
Le poesie sono una piccola lucerna nel bosco.
La poesia è un vello d’oro.
Le poesie sono una goccia spaventata di pioggia che cade nel mare.
La poesia è il mare che le riceve.
Le poesie sono l’umidità sulla pietra.
La poesia è la sorgente.
Le poesie il corollario.

Carmen Yáñez (Santiago del Chile, 1952), da Senza ritorno, Guanda Editore, Quaderni della Fenice, 2020, traduzione di Roberta Bovaia

 

ascoltando Bandabardò – Sogni grandiosi https://www.youtube.com/watch?v=ciZpPRYqsek, questo il testo della canzone:

Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi/E con la faccia verso il cielo/Viaggi avventurosi/Ma tu mi dirai, “Ah, poesia!/E non si mangia, sai, con la poesia!”/Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi/Con la faccia verso il cielo/Viaggi avventurosi/Pensa se la gente, invece del potere/Pensasse all’amicizia come modo per godere/E come capi indiani, magia/Si fuma per la pace/Ma tu mi dirai, “Ah, poesia/E non si mangia con la poesia!”/Basta! Per me questo è un duello/Devo salvar la testa perché dentro c’ho il cervello/E come un aquilone/Volare via spezzando il filo, ma/Lo vedi si può volare/E non smetter di pensare/Lo vedi si può volare/Lo vedi si può volare/E non smetter di pensare/Lo vedi si può volare/Animo, animo/Animo, animo, i tempi duri passano (…)/Tu dirai, /”Poesia”/Tu dirai, “Poesia”/Tu dirai, “Poesia”/Ma tu dirai, /”Poesia”/”Poesia, poesia, poesia”

Ciao. Buoni sogni!

Di che parla il poeta?

gattostudioso

Se ti trovi bene tra parole di una poesia,
è poi così importante capire esattamente di che cosa stia parlando il poeta?

Se il poeta parla di un gatto

Se il poeta parla di un gatto, di un fiore
di un vento che soffia per lande desolate e disvii
e non ha mai raggiunto la città…
se parla di un angolo mal illuminato…
di un’antica scala… di un gioco del domino…
se parla di quegli obbedienti soldatini di piombo
che morivano sul serio
se parla di una mano tranciata in una scala a chiocciola
se non parla di nulla
e dice semplicemente tralalà… Cosa importa?
Tutte le poesie sono d’amore!

Mario Quintana (Brasile, 1906-1994), da  Esconderijos do tempo, traduzione di Alberto Riva

♥ ascoltando Jethro Tull –  Elegy

Ritrovamenti poetici

ghiandaia

Qual è l’ultimo “ritrovamento poetico” che ti è capitato?

“(…) Sulla strada che mi porta a casa, trovo a volte delle piume bluastre di ghiandaia, esplosioni d’azzurro. È molto poco quello che faccio. Cerco di raccogliere delle cose poverissime, apparentemente inutili e di portarle nel linguaggio. Perché credo soffriamo di un linguaggio che è sempre più ridotto, sempre più funzionale. Abbiamo reso il mondo estraneo a noi stessi, e forse ciò che chiamiamo poesia è solo riabitare questo mondo e addomesticarlo di nuovo (…)”.

Christian Bobin, da Abitare poeticamente il mondo  – Le plâtrier siffleur, traduzione di Nerina Sottocornola, AnimaMundi edizioni, 2019

♣ ascoltando The Moody Blues –  Dawn is a Feeling

Da non prendere alla lettera!

sasso poesia

Dice una cosa vera, secondo me, questa poesia.  Ma al massimo, e proprio al massimo, potremmo fare (bonariamente) le boccacce a un/una poeta che non ci sta simpatic*, un* di qualsiasi epoca… hai già in mente qualcun*?

La poesia è un sasso nell’abisso,
l’eco della poesia scompagina i profili:
per il bene delle acque e delle anime
assassiniamo il poeta.

Mário Quintana (Brasile, 1906 – 1994), da L’apprendista stregone (1950)

♦ ascoltando Jean Michel Jarre – Soul Intrusion

“Piccola luce”

piccola luce

 

(Il pensiero inutile del giorno è che “Piccola luce” sarebbe un bel nome  per una – piccola –  barca di legno; il pensiero molto meno inutile sta nella poesia qui sotto).

In ogni poesia
splende una piccola lampada
nella stanza e nello spazio
per terra e per mare
negli uomini e negli animali
in ogni cosa creata
dalla natura o da mano umana
c’è una poesia
che splende come una lampada.

Se cerchi abbastanza a lungo
potrai trovare una lampada
persino nel tuo buio più profondo.

Maria Wine, pseudonimo di Karla Maria Petersen (Copenhagen, 1912 –2003)

ascoltando The Kingston Trio – Little Light https://www.youtube.com/watch?v=nX_8CXLzT24&t=34s