Una coperta e una domanda


I ricordi vanno trattati bene, dice il poeta. Io però vorrei chiedergli:
ma tutti (e proprio tutti) o solo quelli belli?
***

Sfoglia i tuoi ricordi
cuci per loro una coperta di stoffa.
Scosta le tende e cambia l’aria.
Sii per loro cordiale, leggero.
Questi ricordi sono tuoi.
Pensaci mentre nuoti
nel mare dei Sargassi della memoria
e l’erba marina crescendo ti cuce la bocca.
Questi ricordi sono tuoi,
non li dimenticherai fino alla fine.

Adam Zagajewski (Leopoli, 1945-2021), dalla rivista “Poesia”, Anno XVII, Maggio 2004, N. 183, Crocetti Editore, traduzione di Paola Malavasi

°ascoltando Baustelle – Le rane https://www.youtube.com/watch?v=CrJvMI1SXQY

Lista delle cose da fare: 14 – pausa!

 

Ogni tanto (o anche più spesso) provare a mettere in pausa il caos del mondo.

Si smorzano le voci degli uccelli.
La luna si mette in posa per la foto.
Luccicano le umide guance delle vie.
Il vento porta il profumo di campi verdi.
Lontano, in alto, un piccolo aeroplano
gioca come un delfino.

Adam Zagajewski (Leopoli, 1945 – 2021), da Storia della solitudine, in Dalla vita degli oggetti, a cura di Krystyna Jaworska, Milano, Adelphi 2012

°ascoltando This Will Destroy – “Quiet” · https://www.youtube.com/watch?v=mWRa3-3UM0o&t=67s

(Eventualmente, per altre cose da fare: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/category/lista-delle-cose-da-fare/)

Che cosa ascolti?

foto murales musica

Oggi passeggiamo tra cinque linee (infinite)

 

La musica ascoltata con te
resterà sempre con noi.

Il grave Brahms e l’elegiaco Schubert,
alcuni canti, la terza sonata di Chopin,

quartetti dal suono
che lacera il cuore (Beethoven, gli adagi)

e la tristezza di Šostakovic, che
non voleva morire.

I grandi cori nelle passioni di Bach
– come se qualcuno ci chiamasse

ed esigesse da noi la gioia,
pura e disinteressata,
la gioia in cui la fede
è qualcosa di ovvio.

Certi frammenti di Lutosławski
fuggitivi come i nostri pensieri.

I  blues di una cantante di colore
ci trafiggevano come acciaio lucente –

anche se ci avevano raggiunto in strada,
in una brutta città polverosa.

Le marce di Mahler che non hanno fine,
la voce della tromba che apre la Quinta sinfonia

e la prima parte della Nona
(talvolta tu la chiami « malheur »!).

La disperazione di Mozart nel Requiem,
i suoi concerti per pianoforte sereni,

che meglio di me cantarellavi
– ma ciò lo sappiamo bene.

La musica ascoltata con te
tacerà insieme a noi.

Adam Zagajewski (Leopoli, Ucraina, 1945), da Dalla vita degli oggetti – Poesie 1983-2005, Adelphi, 2012, traduzione di Krystyna Jaworska