Per osmosi (o per magia)

albero a metà

 

Alberello, saresti così gentile da trasmetterci un po’ della tua pace interiore?

Questa mia nuova raccolta è dedicata a chi sta cercando il proprio posto: se ti riconosci in questo gruppo, spero che tu sia già a buon punto nella tua personale ricerca.

 

***

controvento

mi stringo ai rami
di questa pianta, ai colori
che respirano anche di notte
e alle radici
che promettono futuro

mi stringo a questa pianta,
non ne conosco il nome
ma so che ha trovato il suo posto

mi stringo alla sua pace

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, novembre 2023 

°ascoltando God Is an Astronaut – “Fragile” – https://www.youtube.com/watch?v=fh8QtCO-wQ4&t=5s

Caro albero

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Qual è l’ultimo albero con cui hai parlato?
Spero non avesse anche quello lo strano fiore di cui parla la poesia.

***

A un albero meraviglioso

Caro albero meraviglioso
che dal treno qualcuno
ti ha tirato un sacchetto
di plastica viola
che te lo tieni stupito
sulla mano del ramo
come per dire
cos’è questo fiore strano?
speriamo che il vento
se lo porti lontano.
Ci vediamo al prossimo viaggio
ricorderò il numero del filare
il tuo indirizzo, ho contato
i chilometri dopo lo scalo-merci
arrivederci.

Vivian Lamarque,  Poesie 1972 – 2002, Mondadori Editore, 2002

°ascoltando The Beatles – Mother Nature’s Sonhttps://www.youtube.com/watch?v=TMMiXjwhODU&t=74s

Io sarò, tu sarai, …

Un giorno saremo altro (tu, che cosa?).

Un giorno
sarò albero e radice
sarò terra contesa.
Mi vorranno i vermi
i lombrichi le stelle
sarò cosa che cambia
chissà cosa diventerò.
Sarò fiore o montagna
o terra da cemento
per un buon palazzo
eppure un giorno ero vivo
e ho visto il mondo
eppure un giorno ero vivo
e ho visto il mondo.

Salvatore Toma (Maglie, 1951-1987), da Canzoniere della morte, 1999, Einaudi

°ascoltando  Buffy Sainte-Marie – Poppies https://www.youtube.com/watch?v=1fgEgcf5Qzg

 

A che cosa ti fa pensare?

salice2

A che cosa ti fa pensare questa poesia?***

La voce dell’albero

Hanno reciso il mio tronco
i miei rami
i miei racemi
ma è ancora intatta
la radice
e tornerò di nuovo
a dar rifugio al vento
tra le mie foglie
a ballare col vento
come un tempo
che mi scuota il vento
e io non sappia
se il suo piacere
è più piacere
del mio.
Tornerò
tornerò
mio amico vento
e di nuovo vivremo
questa vertigine-volo
in cui fummo dèi
per un magico istante
e che rimase scolpita
perpetuata
nel cosmo.

Claribel Alegría, da Alterità, Incontri Editrice, 2012, traduzione di D. Ruggiu

°ascoltando The Zen Circus – Canzone contro la natura https://www.youtube.com/watch?v=-3HDuw-K7t4

***a me fa pensare alla libertà, e alla pace (tra uomo e uomo e tra uomo e Terra) che ne è origine e conseguenza

Lista delle cose da fare: 13 – pensare come un albero

 

ciliegio variazione colore blog di poesia essere un albero

Quali di questi suggerimenti riusciresti a mettere in pratica senza troppa fatica?

(O forse sei già un albero?)

 

Pensa come un albero

Assorbi il sole 
dichiara la magia della vita 
sii aggraziato nel vento 
rimani dritto dopo una tempesta 
sentiti rinnovato dopo la pioggia 
cresci forte senza farti notare 
sii forte per ogni stagione 
dai riparo agli estranei 
resisti a un periodo freddo 
rinasci al primo segnale di primavera 
affonda le radici mentre tenti di raggiungere il cielo 
rimani quieto abbastanza da sentire le tue foglie frusciare. 

Karen Shragg (Minneapolis, 1954), in La poesia degli alberi – Un’antologia di testi su alberi, arbusti e qualche rampicante, a cura di Mino Petazzini, Luca Sossella Editore, 2020

♥ ascoltando Bert Jansch – Tree Song https://www.youtube.com/watch?v=MUC_gMcLTA0

(altre cose in lista: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/category/lista-delle-cose-da-fare/)

Buongiorno, albero!

mano su ramoHai mai fatto amicizia con un albero? Non serve avere un giardino: nella tua città ci sarà di sicuro un albero che incontri spesso nei tuoi spostamenti. Dagli un nome e chiedigli mentalmente qualcosa. Ti sembra un’idea strampalata (una delle tante che ho suggerito…)? Sì, è un’idea strampalata, ma, se ci pensi, tu e l’albero fate parte dello stesso Tutto, quindi…

Custodite il giardino
voi betulle tu faggio rosso
custodite il nostro silenzio vegetale
l’intreccio radicale
il nostro fare stirpe
stando fermi,
sentinelle vigili
degli spazi tra i viventi
degli orli, dei vuoti,
delle forme nascoste dell’insieme,
tramiti segreti
di un ciclo più grande.
Siamo fratelli vegetali
io dietro i vetri vi chiedo
protezione e agguato
voi all’aria aperta
mi stringete
una promessa di ramo.

Chandra Livia Candiani, da  Gli abitanti della meraviglia, in La domanda della sete 2016-2020, Einaudi, 2020

∞ ascoltando If These Trees Could Talk – “The Giving Tree” https://www.youtube.com/watch?v=if_vESQKioM&t=2s

(qui veniva suggerita più o meno la stessa cosa)

Chi sta meglio?

asolo

Chi sta meglio: l’albero o l’uomo con l’armatura?

 

Il fico sulla fortezza
ha vita molto precaria
perché quando faranno i restauri
sarà certamente tagliato.
Però sta tranquillo sotto la luce del sole
distendendo il suo ampio mantello
disuguale, incurante dell’estetica,
se ne frega di stare così in alto
non soffre di vertigini
si lascia accarezzare
dalla luce e dalle brezze tiepide
sente la nebbia, sente gli uccelli
che parlottano tra i suoi rami.

°°°

Torni a casa, sciogli gli schinieri,
smonti lentamente la pesante armatura
ti sembra incredibile essere così leggero
ti butti sul letto e dormi fino al mattino
senza televisione, senza sogni, né incubi,
la mattina ti risvegli, rimonti l’armatura,
allacci gli schinieri, imbracci le armi e lo scudo
e sulla testa poni l’elmo che fa paura.

Claudio Damiani, da Il fico sulla fortezza, Fazi Editore, Roma, 2012

*ascoltando  Francesco Guccini – L’albero ed io https://www.youtube.com/watch?v=sK_8kN-JK44

 

Il nome

grazie intanto

Piove. È  quella pioggia sottile e gelida che ti arriva alle ossa. Prima di attraversare la strada appoggio una mano sul tronco di un albero e sento quasi una carezza di calore. E mi viene da dire “grazie albero, vorrei darti un nome” (poi continuo a camminare sotto la pioggia pensando al nome più adatto).

 

Fermiamoci un momento, amici.
Quest’albero era
quando ancora non erano
i nostri padri i nostri avi.
Ed ecco io sento che qualcosa gli devo,
ma non so cosa, amici, ma la mano
mia ecco lo accosta e lo carezza,
e tutta trema la mia mano, amici
.

Umberto Bellintani (1914-1999), da Forse un viso tra mille, 1953

*ascoltando John Butler Trio – Trees https://www.youtube.com/watch?v=4J6q0dsXMT8