Dopo

 

 

Che cosa rimarrà di noi?

 (I profili sui social?)

Cancellata

Il giorno in cui morirò, la notizia
seguirà le solite procedure,
da un ufficio all’altro con precisione
dentro ogni registro verrò cercata.

E là molto lontano, in un paesino
che sta dormendo al sole su in montagna,
sopra il mio nome, in un vecchio registro,
mano che ignoro traccerà una riga.

Alfonsina Storni, da Languidezza, 1920, traduzione di Alfonso Brandolini

***

Borrada

El día que me muera, la noticia
ha de seguir las práticas usadas,
y de oficina en oficina al punto
por los registros seré yo buscada.

Y allá muy lejos, en un pueblecito
que está durmiendo al sol en la montaña,
sobre mi nombre, en un registro viejo,
mano que ignoro trazará una raya.

 

°ascoltando Blood, Sweat & Tears – And When I Die – https://www.youtube.com/watch?v=la9Iy0RTvCI

“Che direbbe la gente?”

purple

(La vita è troppo breve per farsi ancora questa domanda)

Che direbbe

Che direbbe la gente, limitata e vacua,
se in un giorno fortuito, per ultrafantasia,
mi tingessi i capelli d’argento e di viola,
indossassi un peplo greco, cambiassi la pettinina,
con un cerchietto di fiori: myosotis o gelsomini,
cantassi per le strade al passo dei violini,
o dicessi i miei versi percorrendo le piazze,
liberato il mio gusto da volgari museruole?
 
Riempiendo i marciapiedi verrebbero a guardarmi?
Mi brucerebbero come hanno bruciato le streghe?
Campane risuonerebbero per chiamare alla messa?
 
In verità, pensandoci, m’è venuto un po’ da ridere.

Alfonsina Storni  (1892, Svizzera – 1938 Argentina), da El dulce daño (Il dolce danno), 1918

***

¿Qué diría?

¿Qué diría la gente, recortada y vacía,
si en un día fortuito, por ultra fantasía,
me tiñera el cabello de plateado y violeta,
usara peplo griego, cambiara la peineta
por cintillo de flores: miosotis o jazmines,
cantara por las calles al compás de violines,
o dijera mis versos recorriendo las plazas,
libertado mi gusto de vulgares mordazas?

¿Irían a mirarme cubriendo las aceras?
¿Me quemarían corno quemaron hechiceras?
¿Campanas tocarían para llamar a misa?

En verdad que pensarlo me da un poco de risa.

ascoltando Manu Chao – Bongo Bong https://www.youtube.com/watch?v=BCoP7G2K7Hc

Qualcosa che non “quadra”

Piet Mondrian 1942 Broadway BoogieWoogie

Piet Mondrian, Broadway Boogie Woogie, 1942

Forse non tutto ciò chenon quadra” viene per nuocere
(anche perché la vita non scorre su un parallelografo)

Quadrati e angoli

Case tutte in fila, case tutte in fila,
case tutte in fila,
quadrati, isolati quadrati,
case tutte in fila.
La gente ha ormai l’anima quadrata
idee messe in riga
e alla schiena un angolo.
Io stessa  ieri
ho versato una lacrima,
mio Dio, quadrata.

♦♦♦

Cuadrados y ángulos

Casas enfiladas, casas enfiladas,
casas enfiladas,
cuadrados, cuadrados, cuadrados,
casas enfiladas.
Las gentes ya tienen el alma cuadrada,
ideas en fila
y ángulo en la espalda;
yo misma he vertido
ayer una lágrima,
Dios mío, cuadrada.

(1918)

Alfonsina Storni (Argentina, 1892-1932), da Una lacrima quadrata, traduzione di Lucia Valori,  Officina Editoriale Ilfilodipartenope

♦ascoltando Daft Punk – Robot Rock https://www.youtube.com/watch?v=sFZjqVnWBhc

Suono di madreperla

zero

 

I sonagli a vento di madreperla… quelli che si appendono ai balconi: producono un suono dolcissimo, starei ad ascoltarlo  per ore. La stessa musica dolce sembra uscire da questi versi di Alfonsina Storni. Versi che però sono attraversati anche da una grande tristezza (Alfonsina si suicidò proprio gettandosi in mare).
Voglio comunque leggere questa poesia come se descrivesse un rifugio calmo, magico e amico…

Io sul fondo del mare

In fondo al mare
c’è una casa
di cristallo.
A una strada
di madreperle
conduce.
Un grande pesce d’oro,
alle cinque
mi viene a salutare.
Mi porta
un ramo rosso
di fiori di corallo.
Dormo in un letto
un poco più azzurro
del mare.
Un polipo
mi fa l’occhietto
attraverso il cristallo.
Nel bosco verde
che mi circonda
– din don… din dan… –
dondolano e cantano
le sirene
di madreperla verdemare.
E sulla mia testa
ardono, al crepuscolo,
le ispide punte del mare.

°°°

Yo en el fondo del mar

En el fondo del mar
hay una casa
de cristal.
A una avenida
de madréporas
da.
Un gran pez de oro,
a las cinco,
me viene a saludar.
Me trae
un rojo ramo
de flores de coral.
Duermo en una cama
un poco más azul
que el mar.
Un pulpo
me hace guiños
a través del cristal.
En el bosque verde
que me circunda
-din don… din dan…-
se balancean y cantan
las sirenas
de nácar verdemar.
Y sobre mi cabeza
arden, en el crepúsculo,
la erizadas puntas del mar.

Alfonsina Storni (Argentina, 1892 –1938), traduzione di Alessio Brandolini

*ascoltando Vangelis – La petite fille de la mer https://www.youtube.com/watch?v=a01L_Web_z0 e Mercedes Sosa – Alfonsina y el mar (canzone scritta  per ricordare la poetessa argentina) https://www.youtube.com/watch?v=cNMhgC1yg_U

Due parole

dueparolejpg

Due parole “così vecchie da esser nuove”, due parole così…

 

Due parole

Questa notte all’orecchio m’hai detto due parole.
Due parole stanche
d’esser dette. Parole
così vecchie da esser nuove.

Parole così dolci che la luna che andava
trapelando dai rami
mi si fermò alla bocca. Così dolci parole
che una formica passa sul mio collo
e non oso muovermi per cacciarla.

Così dolci parole
che, senza voler, dico: “Com’è bella la vita!”
Così dolci e miti
che il mio corpo è asperso di oli profumati.

Così dolci e belle
che, nervose, le dita
si levano al cielo sforbiciando.

Oh, le dita vorrebbero
recidere stelle.

________________________________

Dos palabras

Esta noche al oído me has dicho dos palabras
comunes. Dos palabras cansadas
de ser dichas. Palabras
que de viejas son nuevas.

Dos palabras tan dulces, que la luna que andaba
filtrando entre las ramas
se detuvo en mi boca. Tan dulces dos palabras
que una hormiga pasea por mi cuello y no intento
moverme para echarla.

Tan dulces dos palabras
que digo sin quererlo -¡oh, qué bella, la vida!-
Tan dulces y tan mansas
que aceites olorosos sobre el cuerpo derraman.

Tan dulces y tan bellas
que nerviosos, mis dedos,
se mueven hacia el cielo imitando tijeras.

Oh, mis dedos quisieran
cortar estrellas.

Alfonsina Storni (1892, Sala Capriasca – Canton Ticino, 1938, Mar del Plata – Argentina), da Il dolce danno, 1918

* ascoltando Eric Clapton – Wonderful Tonight
https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=vUSzL2leaFM

Troppe linee rette

curve in laguna

Dove sono le irregolarità morbide e inaspettate di una linea curva?

Quadrati e angoli

Case allineate, case allineate,
case allineate.
Quadrati, quadrati, quadrati.
Case allineate.
Tutta la gente ha l’anima quadrata,
idee in fila
angoli sulle spalle.
Io stessa ho versato ieri una lacrima,
Dio mio, quadrata.

Alfonsina Storni, traduzione di Silvio Raffo, in “Poesia”, settembre 2015, n. 307, pag. 21, Crocetti Editore

*ascoltando John Frusciante – Falling https://www.youtube.com/watch?v=UjUYr5RN6cM

E comunque ci sono i fiori

Che ci sia la luna
sul sentiero notturno
di chi porta fiori.  (Takarai Kikaku)

fioriii

I fiori non sono presenze retoriche: sono semplici, sono veri. E sono belli.  Consolano e fanno compagnia: se ci perdiamo a guardarli mentre ancora respirano nel loro prato o sul loro albero, la consolazione di solito è doppia (sia per noi che per loro!), ma anche due fiori di campo nel vaso vuoto della marmellata possono illuminare un angolo (di una stanza, di una giornata, di un groviglio di pensieri…).
E in ogni caso, regalare un fiore non potrà mai essere sbagliato.

 

Mughetto fiore piccino
calice di enorme candore
sullo stelo esile
innocenza di bimbi gracile
sull’altalena del cielo

Giuseppe Ungaretti, da Poesie disperse, in Giuseppe Ungaretti – Vita d’un uomo – Tutte le poesie,  Mondadori

 

Concessione

Buttate pure via
ogni opera in versi o in prosa.
Nessuno è mai riuscito a dire
cos’è, nella sua essenza, una rosa.

Giorgio Caproni, in Res Amissa

 

La fiorita rama

Col vento, contro il vento,
s’agita sempre la fiorita rama;
sempre tra giorni chiari e giorni oscuri,
tra volere e svolere,
simile a un bimbo s’agita il mio cuore.
Finché, caduti i fiori,
la rama è ferma, carica di frutti;
finché il cuore, di fanciullezza sazio,
ha la sua pace, e sa:
pien di gioia e non vano
era l’inquieto gioco della vita

 
Hermann Hesse,  versione di Diego Valeri in Poesie scelte, da  Heman Hesse – Saggi e poesie, Mondadori.


L’inquietudine del rosaio

La fioritura del rosaio inquieto
brucia la linfa che gli dà alimento.
Guarda, le rose cadono, son tante
che di quel male morirà la pianta!
Immaturo è il rosaio, la sua vita impaziente
si estingue per dar fiori precipitosamente.

Alfonsina Storni, da “Poesia”, n. 307, settembre 2015, traduzione di Silvio Raffo.

 

* Io ascolterei: Nick Drake – Blossom Friend; Talking Heads – Nothing but  Flowers.