Domenica: una poesia dolce

nenè

La poesia qui sotto mi trasmette, ogni volta che la leggo, una dolcezza infinita
(forse più di tre bignè al cioccolato… che dici, sto esagerando?)

 

Le poesie che ho vissuto tacendo sul tuo corpo
mi chiederanno la loro voce un giorno, quando te ne andrai.
Ma io non avrò più voce per ridirle, allora. Perché tu eri solita
camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul letto,
gomitolo di piume, seta e fiamma selvaggia. Incrociavi le mani
sulle ginocchia, mettendo in mostra provocante
i piedi rosa impolverati. Devi ricordarmi così – dicevi;
ricordarmi così, coi piedi sporchi; coi capelli
che mi coprono gli occhi – perché così ti vedo più profondamente. Dunque,
come potrò più avere voce. La Poesia non ha mai camminato così
sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun Paradiso.

Ghiannis Ritsos, da Erotica, Crocetti, 2008, traduzione di Nicola Crocetti

*ascoltando Bert Jansch – A Woman Like You https://www.youtube.com/watch?v=Rc-I9NRDQ1I

Le scale, a piedi (e saltellando)

scale Che dici tu,
cuore,
ce la fai?

Al cuore

Al cuore fa bene far le scale
al cuore fa bene far le scale
al cuore
ma se non fa le scale
al cuore
fa bene far l’amore
il cuore
qualcosa deve fare
che altrimenti muore
sì muore sì muore
il cuore…
non può sparire
non può dormire
e va in pensione
non è più cuore…

Lo tieni a pianterreno
l’hai chiuso in un cassetto
l’hai congelato bene
ci hai messo un bel fiocchetto…

Ma al cuore
fa bene far le scale
al cuore
fa bene far le scale
al cuore
ma se non fa le scale
al cuore
fa bene far l’amore
il cuore
qualcosa deve fare
che altrimenti muore
sì muore sì muore
il cuore…

Fallo impazzire
fallo soffrire
non dare retta
a chi ti dice
di andare piano
che vada in fretta
fallo sfrenare
la vita è questa
deve scaldarsi
deve eccitarsi
il cuore è cuore
si ferma e muore
non lo fermare
non lo fermare
il cuore
il cuore
il cuore

 
Patrizia Cavalli, poesia inedita musicata da Diana Tejera, in Patrizia Cavalli – Diana Tejera,  Al cuore fa bene far le scale, Voland, collana Finestre, Roma 2012

*ascoltando Massive Attack – Teardrop  https://www.youtube.com/watch?v=u7K72X4eo_s

Nell’abbraccio

 Gustav Klimt, Busto di una coppia, 1908, Historisches Museum, Vienna

Gustav Klimt, Busto di una coppia, 1908

 

Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
 
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.

Nazim Hikmet (Salonicco, 1902 – 1963), da Poesie d’amore, traduzione di J. Lussu

*ascoltando Anoushka Shankar – Prayer In Passing https://www.youtube.com/watch?v=AOSowP2p7vo

 

1+1

Tela di Ron Hicks - "Passionate Ruminations", tratto da https://www.instagram.com/ronhicksart/

Tela di Ron Hicks – “Passionate Ruminations”, tratto da https://www.instagram.com/ronhicksart/

Due

Due si spogliano
si tolgono le vesti
si sfilano le scarpe
si levano i gioielli e l’orologio
si denudano completamente
continuano a spogliarsi
con mani carezzevoli
si tolgono la professione il nome
le abitudini quotidiane
con baci pazienti
si liberano dei loro amori
trascorsi delle loro attese
con morsi profondi si disfano
degli anni della loro passione
con la bocca a vicenda
si sbarazzano del sesso
si svestono dell’infanzia
(operazione lunghissima)
si tolgono di dosso la mamma
e il padre con energici lavacri
forti abbracci e strusciate
di corpo a corpo
ed effusione di linfa
raggiungono le tenebre
mai nominate alle quali
danno a ritroso dei nomi
che man mano dimenticano
quando s’infiammano
continuano a spogliarsi
attraverso il riso il pianto
i gemiti e le grida
fino all’innominabile
carnalità
di là della nascita
sono nudi.

Barbara Korun (Lubiana, 1963), da Voglio Parlare di Te Notte. Monologhi, Multimedia Edizioni, traduzione di Jolka Milič

*ascoltando Hang Massive – The Secret Kissing of the Sun and Moon https://www.youtube.com/watch?v=nvmOoSFhhJ4

La strana coppia

betty

Tu sei più per gli opposti si attraggono o per chi si somiglia si piglia?
O forse per un insieme delle due cose… o per nessuna delle due?

Lontani era un tormento
vicini ancora peggio.
Per chi commenti comodo
assiso sopra un seggio
dovrebbe essere facile
trovare una ragione:
perché cotanto amore
fu un tonfo? un’illusione?

Botanico il motivo.
Essendo lei una noce
e lui come un’oliva,
dove una aveva l’osso,
quell’altro polpa viva.

Franco Marcoaldi, da Amore non Amore – Cento poesie
La nave di Teseo Editore, 2009

*ascoltando Vinicio Capossela – Che coss’è l’amor https://www.youtube.com/watch?v=OWwqSj_VULQ

Abbagliante (fuori tema n.13)

hugo

Fuori tema perché tecnicamente il testo che segue non è una poesia, anche se spesso viene citato come tale (sono alcune delle righe del quaderno ritrovato da Cosette sotto una pietra del suo giardino). Ma il concetto espresso, così luminoso, “abbaglia” e porta romanticamente  verso la  poesia…

Ho incontrato per via un giovane poverissimo: era innamorato.
Il suo cappello era vecchio, l’abito logoro, con i buchi ai gomiti, l’acqua gli passava attraverso le scarpe, e gli astri attraverso l’anima.

Victor Hugo (Besanҫon, 1802-1885), da Les Misérables, libro V- parte IV: “Un cuore sotto una pietra”,  traduzione di Valentino Piccoli, BUR

*ascoltando Queen + Paul Rodgers – Time to Shine https://www.youtube.com/watch?v=en2t-pLLZ48

(per altri “Fuori tema”: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/category/fuori-tema/)

La macchina del tempo è nel garage di Mickey Mouse

what's happening

Nella vita di (quasi) tutti c’è qualcosa che sembra essere arrivato troppo tardi.
(E l’orologio non ci obbedisce mai).

Devo sbrigarmi a nascere;
devo conoscere
Michela
sulla pista da sci;
devo prima imparare a camminare,
così per potere,
magari,
scappare;
devo imparare a parlare,
(anche se,
soprattutto,

devo imparare
a stare zitta); devo andare in bicicletta
senza mani;
devo al più presto
usare le mani,
per accarezzare;

vedere i pesci, con la testa sott’acqua;
devo chiedere a mia nonna
di insegnarmi tutte
le ricette
e come smacchiare le macchie
sulle camicie
preferite;

devo dare il primo bacio,
al parco…
Se potessi
di nuovo
rinascere –
presto, a rivivere,
presto –
direi,
così non tardiamo ad amarci noi.

Beatrice Zerbini, da In comode rate – Poesie d’amore, Interno Poesia Editore, 2020

*ascoltando Dream Theater – This Is the Life https://www.youtube.com/watch?v=jTXTGCTrYv8

Poliedricamente agitati

poliedricamente

L’amore rende “poliedrici”?
(Di sicuro non rende “piatti”).

Sì, credetemi, amore è tutto questo

Abbandonarsi, ardire, esser furioso,
tenero, aspro, liberale, schivo,
animoso, accasciato, morto, vivo,
leale, infido, vile e coraggioso;

non trovar fuor del bene agio e riposo,
mostrarsi altero, mite, egro, giulivo,
stizzito, pusillanime, aggressivo,
soddisfatto, adontato, sospettoso;

voltar le spalle al chiaro disinganno,
bere veleno per liquore grato,
scordarsi del profitto, amare il danno;

creder che un cielo è in un inferno entrato,
dar l’anima e la vita a un disinganno:
quest’è amore: lo sa chi l’ha provato.

Félix Lope de Vega (Madrid, 1562-1635), traduzione di Roberto Paoli

*ascoltando Al Di Meola & Chick Corea – Two for Tango https://www.youtube.com/watch?v=j70k7bigI50

Rimedi più o meno efficaci

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N.B. Un barattolo di  bicarbonato non deve mai mancare in una casa

I corpi che hai amato
ti rimangono conficcati in quella parte di corpo
dove si radunano le cose che non possono essere più
stanno lì, pezzi di ginocchi, modi di sorridere
carichi di dolore potenziale
come il nervo del dente quell’estate
prima nulla e poi, all’improvviso
L’analgesico è il presente
questa schiena
questa carezza
questo respirarsi gli occhi
E non ditemi che comunque è bello ricordare
il corpo
vuole carne viva e capelli
e che sia morte o vitale allontanarsi, quel qualunque motivo
per cui è stato sottratto
quel corpo al mio corpo
di certo non interessa
I corpi che hai amato
ti rimangono conficcati in quella parte di corpo
dove scivolano le cose che a volte fanno male
ora, per esempio,
mi si è infiammato quel modo che avevi di camminare
ondeggiando
Un cucchiaio di citrosodina
non fa nulla
ma è buona
ne mangio ancora un po’.

Alessandra Racca, da L’amore non si cura con la citrosodina, Neo Edizioni, 2013

*ascoltando  C.C.C.P. Curami https://www.youtube.com/watch?v=RbI5CQ6X5rQ

C’era una volta…

 

  … e ci sarà ancora.

Il ciliegio

C’era un uomo
coi capelli bianchi
innamorato di un ciliegio.
E quando veniva
la primavera si
metteva sotto i rami
e aspettava che i fiori
gli cadessero nelle mani
e lui li faceva arrivare
a terra piano piano.

Tonino Guerra (Santarcangelo di Romagna, 1920-12012), da L’infanzia del mondo. Opere 1946-2012

 

*ascoltando  Angelo Branduardi  Il ciliegio https://www.youtube.com/watch?v=L4LmIT6HbIo