Note da una poesia

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Quando una poesia diventa una canzone.

Nel giardino dei salici


Fu là nei giardini dei salici che io e la mia amata ci incontrammo;
Ella passava là per i giardini con i suoi piccoli piedi di neve.
M’invitò a prendere amore così come veniva, come le foglie crescono sull’albero;
Ma io, giovane e sciocco, non volli ubbidire al suo invito.
Fu in un campo sui bordi del fiume che io e la mia amata ci arrestammo,
E lei posò la sua mano di neve sulla mia spalla inclinata.
M’invitò a prendere la vita così come veniva, come l’erba cresce sugli argini;
Ma io ero giovane e sciocco, e ora son pieno di lacrime.

William Butler Yeats, da Poesie, Mondadori, 1997, traduzione di Roberto Sanesi.

Poesia musicata da Angelo Branduardi nell’album Branduardi canta Yeats (dove mette in musica dieci poesie di William Butler Yeats, tradotte e adattate da Luisa Zappa; precedentemente Branduardi si era ispirato a una poesia di Sergej Esenin per il brano Confessioni di un malandrino).

 

Le foglie morte

Oh, vorrei tanto che anche tu ricordassi
i giorni felici del nostro amore.
Com’era più bella la vita.
E com’era più bruciante il sole.
Le foglie morte cadono a mucchi…
Vedi: non ho dimenticato.
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi, e i rimpianti
e il vento del nord porta via tutto
nella più fredda notte che dimentica.
Vedi: non ho dimenticato
la canzone che mi cantavi.

È una canzone che ci somiglia.
Tu che mi amavi
e io ti amavo.
E vivevamo, noi due, insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo.
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi.

Le foglie morte cadono a mucchi
e come loro i ricordi, i rimpianti.
Ma il mio fedele e silenzioso amore
sorride ancora, dice grazie alla vita.
Ti amavo tanto, eri così bella.
Come potrei dimenticarti.
Com’era più bella la vita
e com’era più bruciante il sole.
Eri la mia più dolce amica…
Ma non ho ormai che rimpianti.
E la canzone che tu cantavi
la sentirò per sempre 

È una canzone che ci somiglia. 
Tu che mi amavi
e io ti amavo.
E vivevamo, noi due, insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo.
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi.

Jacques Prevert, da Le foglie morte, Guanda, 2004,  traduzione e cura di Maurizio Cucchi.

Poesia musicata da Joseph Kosma e cantata prima da Yves Montand (nel film Les portes de la nuit) e poi da tantissimi altri.

*ascoltando: Angelo Branduardi – Nel giardino dei salici https://www.youtube.com/watch?v=DOr_RooeNWk; Ives Montand – Les Feuilles Mortes https://www.youtube.com/watch?v=JWfsp8kwJto; Eva kassidy – Autumn Leaves https://www.youtube.com/watch?v=xXBNlApwh0c; Eric Clapton – Autumn Leaves; https://www.youtube.com/watch?v=UQlFOX0YKlQ; Miles Davis – Autumn Leaves https://www.youtube.com/watch?v=rsz6TE6t7-A