Stranieri

“Straniero, se tu passando mi incontri e desideri parlare con me, perché non dovresti parlarmi? E perché io non dovrei parlare con te?”

Walt Whitman, da Inscriptions in Leaves of Grass

stranieri

Dedicato a chi si sente (spesso) sradicato, diverso, strano, straniero rispetto al mondo in cui vive e talvolta straniero anche a sé stesso.  (Siamo almeno in due?)

 

Cos’é la Terra? Erba
aria folate erba
fruscio contesa
fra radicati e sradicati.
E tu fra i due chi sei?
 
Anna Maria Carpi, da  L’asso nella neve – Poesie 1990-2010

 

VII
 
Non saprei, Donzel,
fatica, non saprei
affanno e quello scalpitare
e quel tacermi dentro
 
nel secco scricchiolio
delle costole e lo sforzo
gemello delle gemme
le prime, a febbraio;
 
non saprei nel sangue
né il caldo del camminare
né il fresco gocciolio della sosta
 
non saprei nient’altro
di me se non sapessi
di me che sono straniero.
 

No savarès Donzel
fadìe, no savarès
l’imbast e chel daspâ
e chel tasêmi dentri

intal sec criçulâ
des cuestis, e il zimul
sfuarçâ da lis zimis
lis primis, a Fevrâr;

no savarès tal sanc
nì il cjalt dal cjaminâ
nì il fresc gotâ de polse

no savarès nuealtri
di me se no savès
di me che o soi forest.

Pierluigi Cappello, da Il me Donzel, in Azzurro elementare, Bur, 2013

*ascoltando Eugenio Finardi – Extraterrestre https://www.youtube.com/watch?v=jgaEOzGWg8Y

 

C’è un senso?

un senso

A casa, in macchina, in coda a uno sportello… capita, a volte,  di staccare il pensiero dall’attività che in quell’istante ci tiene occupati e di domandarci: “C’è un senso in tutto questo?” Non sono bei momenti… forse per questo tendiamo a non fermarci mai?

Sosta

Il sole splende sulla colonna ferma al semaforo
rimbalza da lunotto a lunotto, i riflessi abbagliano,
le macchine ronfano calme.
Scopre, oltre il finestrino, l’allegria
imposta delle insegne, dei cartelloni.
Tanto simile, tanto adeguata, ai disegni dei lungodegenti
esposti negli ospizi.
Si va tutti insieme, lungo il rettilineo, si è tutti insieme fermi,
tutti insieme soli.

 
Pierluigi Cappello, da Stato di quiete. Poesie 2010-2016, BUR

 

MATTINE DISASTRATE,
sola in casa,
avanti e indietro scalza dal computer al frigo
per trovare una frase
nel rhum nel whisky, e non so mai quanto,
scrivo anche mail, confondo
i destinatari
e dico ciò che non dovrei mai dire
perché il mondo ha i suoi usi
e una decenza. Io non l’ho appresa.
Non mi contengo come fanno gli altri,
io cerco di spiegargli
la mia rovina e so che non si spiega,
e quando è mezzogiorno trasalisco,
devo tornare all’ordine,
vestirmi, mascherare
il caos in cui mi è parso di danzare – ma se è l’unica
felicità che ormai conosco!
Sei… sei in te? osserva gentilmente
il mio compagno a tavola.
Non è severo, solo non capisce. Lui non si chiede
che senso abbiano i giorni –
ovvero sì: nessuno.
Ma io non posso crederci.

 
Anna Maria Carpi, da L’asso nella neve – Poesie 1990-2010, ed. Transeuropa Nuova Poetica

 

*ascoltando Vasco Rossi – Un senso https://www.youtube.com/watch?v=StRtFh01XUo

 

Che musica sei?

vento che non si fermaSapresti scrivere lo spartito della tua essenza? Quali note risuonerebbero? Io la musica non la so scrivere, ma il fruscio del vento tra le foglie mi porta via.

UNA MANO AL BICCHIERE, la posata nell’altra,
arcinoto il passato, e l’avvenire – fino
a quando, chi lo sa? Tace
il romanzo
delle nostre esistenze qui sedute.
Ci scambiamo opinioni,
ma  a me di dir la mia non interessa,
sono come Chopin:
«Le opinioni non erano il suo forte».
Se ciò che siamo lo sapessi suonare.

 
Anna Maria Carpi, da L’asso nella neve – Poesie 1990-2010 (in A ritroso, parte II), ed. Transeuropa Poetica, 2011.

 

* ascoltando (cantando?)  Cat Stevens – The Wind