Chi impara che cosa?

 

Riesci a individuare (come fanno i due poeti in questi versi) alcuni dei “maestri” più importanti della tua vita?

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Canzone

Leo Cruz fa delle bellissime ciotole bianche;
penso che dovrei fartene avere qualcuna
ma non si sa come
di questi tempi

Lui mi sta insegnando
i nomi delle erbe del deserto
ho un libro
dato che vedere le erbe è impossibile

Leo pensa che le cose fatte dall’uomo
siano più belle
di ciò che esiste in natura

E io dico di no.
E Leo dice
aspetta e vedi.

Facciamo progetti
di camminare per i sentieri insieme.
Quando, gli chiedo,
quando? Mai più:
ecco ciò che non diciamo.

Lui mi sta insegnando
a vivere nell’immaginazione:

un vento gelido soffia
mentre attraverso il deserto;
vedo la sua casa in lontananza;
del fumo sale dal camino

Quello è il forno, penso io;
solo Leo fa porcellane nel deserto

Ah, dice lui, stai sognando di nuovo

E io allora dico, sono contenta di sognare
che il fuoco sia ancora vivo

Louise Glück, poesia inedita donata alla rivista “Poesia” – Crocetti Editore, presente nel n.6/2021 (marzo-aprile, p.24), traduzione di Peg Boyers e Anna De Biasio

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A scrivere ho imparato dagli amici,
ma senza di loro. Tu m’hai insegnato
a amare, ma senza di te. La vita
con il suo dolore m’insegna a vivere,
ma quasi senza vita, e a lavorare,
ma sempre senza lavoro. Allora,
allora io ho imparato a piangere,
ma senza lacrime, a sognare, ma
non vedo in sogno che figure inumane.
Non ha più limite la mia pazienza.
Non ho pazienza più per niente, niente
più rimane della nostra fortuna.
Anche a odiare ho dovuto imparare
e dagli amici e da te e dalla vita intera.

Beppe Salvia (Potenza, 1954-1985), da Cuore, Interno Poesia, 2021

°ascoltando Alanis Morissette – You Learnhttps://www.youtube.com/watch?v=GFW-WfuX2Dk

 

L’altra casa

Dov’è la tua (tua) casa?

Adesso io ho una nuova casa, bella
anche adesso che non v’ho messo mano
ancora. Tutta grigia e malandata,
con tutte le finestre rotte, i vetri
infranti, il legno fradicio. Ma bella
per il sole che prende ed il terrazzo
ch’è ancora tutto ingombro di ferraglia,
e perché da qui si può vedere quasi
tutta la città. E la sera al tramonto
sembra una battaglia lontana la città.
Io amo la mia casa perché è bella
e silenziosa e forte. Sembra d’aver
qui nella casa un’altra casa, d’ombra,
e nella vita un’altra vita, eterna.

Beppe Salvia (Potenza, 1954-1985), da Sillabe, in Cuore, Interno Poesia, 2021

°ascoltando Yann Tiersen – Penn ar Lannhttps://www.youtube.com/watch?v=gR4KZjXhoV0

Quello che abbiamo

 …

 

Abbiamo nel cuore un solitario
amore, nostra vita infinita,
e negli occhi il cielo per nostro vario
cammino. Le spiagge i cieli, la riva
su cui sassi e rovi e il solitario
equisèto, e colli erbosi grassi
rioni, città dispiegate come
belle bandiere, e nude prigioni.
Questa è la nostra vita. Questi nostri
volti vagabondi come musi
di cani ci somigliano. Il vento
il sole le corolle rosse e blu,
i sogni mai sognati i nostri sogni.
Questa è la nostra vita e nulla più.

Beppe Salvia (Potenza, 1954), da Cuore, Interno Poesia, 2021

°ascoltando Pink Floyd – Eyes to Pearls –   https://www.youtube.com/watch?v=D89An7oLYr0

È (quasi) primavera

 

È quasi primavera, io dipingo
già fuori sul terrazzo, tra odori
di mari lontani e queste vicine
piante di odori. La salvia la menta
il basilico e i sedani dipingo
su tele bianche con pochi colori.
Il verde perché son verdi le piante,
e bianco il bianco nulla della tela,
e il rosso dei tramonti su la vela
del cielo che apre un teatro vero
a questi miei pensieri. Io dipingo
la sera quando i tormenti più vivi
accendono il cielo e bruciano il cuore,
e all’alba quando già nulla è la vita.

Beppe Salvia (Potenza, 1954-1985), da Cuore (cieli celesti), 1988

ascoltando  Donovan – Hurdy Gurdy Man, perché a primavera, più che mai, viene voglia di sentir cantare d’amore (è una cosa da matti cantare d’amore in un mondo così? forse sì, ma è comunque necessario) https://www.youtube.com/watch?v=CHxfOZH8cew