Serve un passaggio?

duecavallicielo

Poesie ispirate da un’automobile o da un viaggio in auto? A essere sincera non lo sapevo, ma ne sono state scritte tantissime, da scrittori italiani e non. Da quelle che esaltano la velocità e il movimento (per esempio le poesie futuriste di Filippo Tommaso Marinetti), a quelle  degli autori americani per i quali molto spesso l’automobile è il mezzo per compiere “il viaggio” alla ricerca di spazi ed esperienze di libertà. Dalle poesie dove vi è quasi un’erotizzazione dell’auto,  sentita come una creatura sessuale in simbiosi con chi guida (E.E.Cummings, per esempio),  fino a quelle in cui l’auto viene denigrata, come questa riportata sotto di W.H.Auden. Tantissime anche le canzoni che parlano di automobili, e a proposito… tu di solito cosa ascolti, lì, proprio lì, nella tua auto?

Una maledizione

Nero fu il giorno in cui Diesel
concepì il suo truce motore che
generò te, vile invenzione,
più perversa, più criminale
perfino della macchina fotografica,
mostruosità metallica,
afflizione e infezione della nostra Cultura,
principale sciagura della nostra Comunità.

Come osa la Legge proibire
l’hashish e l’eroina e al tempo stesso
autorizzare il tuo uso, tu che gonfi
tutti i deboli Io inferiori?
I drogati danneggiano soltanto
la loro vita: tu avveleni
i polmoni degli innocenti,
il tuo fracasso sovreccita i pacifici,
e su strade intasate ne muoiono
ogni giorno a centinaia nel guazzabuglio del caso.

Agili tecnici, certamente dovreste
per la vergogna abbassare la testa.
Il vostro ingegno produce meraviglie,
ha sbarcato degli uomini sulla Luna,
sostituito i cervelli coi computer,
e può forgiare una “magnifica bomba”.
È uno scandalo che grida vendetta
che non riusciate mai a trovare il tempo
o a darvi la pena di costruirci
ciò che il buon senso sa che ci occorre,
una piccola carrozza elettrica,
inodore e silenziosa.

Wystan Hugh Auden (1907-1973), da Grazie, nebbia!

 

Ritratto di automobile

È un’auto snella… un’auto come un cane dalle zampe
lunghe… un’auto aquila fantasma grigia.
Le sue zampe mangiano la polvere di una strada…
Le sue ali mangiano le colline.
Danny il guidatore la sogna quando nel sonno
vede donne in gonna rossa e calze rosse.
È nella vita di Danny e gli scorre nel sangue… un’auto
snella fantasma grigia.

Carl Sandburg, da “Poesia”, anno XV, Luglio/agosto 2002, n. 163, traduzione di Massimiliano Morini

tratta dada "Poesia", anno XV, Luglio/agosto 2002, n. 163, traduzione di Massimiliano Morini

tratta da “Poesia”, anno XV, Luglio/agosto 2002, n. 163, traduzione di Massimiliano Morini

* ascoltando (in auto e non solo): Chuch Berry – No Particular Place to Go; Eagles – Take It Easy; Deep Purple – Highway Star; Bruce Springsteen – Thunder Road; Janis Joplin – Mercedes Benz; Paul McCartney – Drive My Car;  …