Foglie (e pensieri)

a u t u n n o

. . . è tempo di lasciare andare

 

Avanza autunno
ah questa sciocca idea
di dover sempre imparare qualcosa.
Guardo senza osservare
mi sfoglio mi slego
impallidisco tremo
e tremando volteggio.
Come l’albero tratta le sue foglie
così tratto i miei pensieri.

Chandra Candiani, da Pane nel Bosco, 2020-2023, Einaudi, 2023, p. 59

°ascoltando Erik Satie, Petite Ouverture à Danser, 1897, https://www.youtube.com/watch?v=T_LRcaxvhGo

 

Il canto stonato

 

(Un canto stonato è pur sempre un canto)

 

Appoggi cosa su cose
ti stendi per vedere
senza disturbare
il picchio muratore
che mangia semi
sul davanzale della cucina
lavi tazza piatto posate
studi i voli bassi
delle rondini, le avverti
delle auto incuranti
verso gli esseri leggeri,
le leggi non gravi,
annoti mutamenti climatici
fasi lunari che legano
i sogni agli incubi
decifrano i passaggi,
non sai niente
canti stonata per gli asini.

Chandra Candiani, da Primavera, in Pane del bosco. 2020-2023, Einaudi 2023, p.114

°ascoltando Sigur Rós – “Untitled 4” – https://www.youtube.com/watch?v=4cffzyPQcGs

“Il bosco tace”

(Il bosco tace, ma se ascolti bene ti regala parole bellissime)

Vado al bosco per perdonare le parole,
come nella stanza di un bambino che dorme,
in punta di piedi con la sobria sollecitudine
nelle suole del passo provvisorio.
Funambole parole sono rimaste impigliate
nella mia mente di vetro e spugna,
affondate o trasparenti.
Il bosco tace, sono la sua audace allieva,
ascolto il biasimo per il brusio di vespa
che mi segue nell’inoltrarmi.
Disciplina della scomparsa.
Passo, silenzio, passo, silenzio,
fino all’asino bianco.
Quando appare fiabesco tra gli alberi
si ferma la mente e il cuore devoto
detta l’esatta falcata al corpo in festa.
L’asino bianco appare oggi
scompare domani, riappare giorni dopo,
perdendo il tempo, mi addestra
alla ritmica imprevedibile della fiducia.

Chandra Candiani, da Estate, in Pane del bosco – 2020-2023, Einaudi, 2023, p. 10

°ascoltando Our Brother, The Native – “Untitled”
https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=mRs8B-B-ssg

A piccoli passi

sur le fil

Chi non ha paura
su questo filo che ci accomuna?

Ho paura
di una cosa che non sa
di me
troppo leggera nel petto
fischio di foresta
in città allarmata.
Fare del dolore un estraneo
aprire il fuoco dentro le tane
dei nascosti destini,
non correre mai incontro a nessuno
non ricoverare.
Venire allo scoperto.
Faccio piccoli gesti domestici
piccole cure che cuciano
i mondi silenziosi nascosti in tasca
e i grandi cosmi ruotanti
le guerre e le segrete paci
le prigioni i dormitori di cartone
le frontiere di spalle murate.
Spacco questa legna quotidiana
spinata
di un calore non per tutti
non per tutti acqua né sonno.
Fatti forte, paura.

Chandra Livia Candiani, da I nascosti, in La domanda della sete. 2016-2020, Einaudi

°ascoltando Yann Tiersen – Sur le fil (Live)- https://www.youtube.com/watch?v=DBnf3QgAZn0

“Semi di parole”

(Bella questa speranza-preghiera…)

 

Il nome è un soffio
viene dal fulmine raggiante
dalle mani della terra
dal fuggiasco vento
è un canto un urlo
è un seme
una preghiera
un antenato.
Gli antenati ci danno le parole
le mettono dentro di noi
di voce in voce dentro,
così possiamo cadere e rialzarci.
Le mettono dentro gli alberi
così fioriscono,
dentro le notti
e così sorgono le vigilanti.
Prego di aver sempre
semi di parole
da spargere e da sbocciare
nel caldo di me
nei grovigli degli altri.

Chandra Livia Candiani, da La domanda della sete. 2016-2020, Einaudi

°ascoltando  Sigur Ros – Hoppipolla

https://www.youtube.com/watch?v=pf4YyRiYPmg

Tornare a casa

 

(Indirizzo: Via Smarrimento Costante, n.1 –  Questomondo)

***

Dove ti sei perduta
da quale dove non torni,
assediata
bruci senza origine.
Questo fuoco
deve trovare le sue parole
pronunciare condizioni
di smarrimento dire:
«Sei l’unica me che ho
torna a casa».

Chandra Livia Candiani, da La domanda della sete -2016-2020, Einaudi, 2020

°ascoltando Penguin Cafe – Steady State – https://www.youtube.com/watch?v=n3rUKTdCSb8&t=13s

 

Senti che bel silenzio

 

In questa poesia si parla di un silenzio delicato, pensato e regalato quasi come fosse un fiore. È un silenzio gentile, che non mette ansia, ma anzi offre un riparo dalle aspettative e dalle pretese del mondo. È un bellissimo silenzio.

***

Senti che silenzio ti regalo
perché tu abbia vuoto
e frescura e scavo lento
per le tue millenarie graffiature
per il tuo non registrare con la mente
ma tenere in appoggio funambolo sul cuore
la fatica della pressione altrui,
dei multipli imperativi
che sfrecciano e chiedono
e pretendono. Senti come sto
quieta e senza sonoro
appoggiata al bel niente
e dopo, quando torni contento
è già pronta la mia saltabeccante energia
la zampata che ti invita
alla tua radice d’infanzia.
 
Chandra Livia Candiani da La domanda della sete, Einaudi

 
°ascoltando Hang Massive – Luminous Emptiness- https://www.youtube.com/watch?v=H_nYLZ6D4_M&t=3s

Tornare a scorrere (fuori tema n. 24)

scorrere

Di solito si è spugna senza sapere di esserlo.
Scoprire di essere stati spugna per buona parte della propria vita è doloroso perché la consapevolezza dà vita a uno stravolgimento profondo.

Ma si tratta di guarire e tornare a scorrere.

***

Sono stata spugna.
Per molti anni, quasi tutta la giovinezza, appena incontravo qualcuno, ero spugna.
L’avevo imparato nell’infanzia. Stai lì e assorbi tutto.
Non so come, ma quando si incontra una spugna, gli altri si sentono invitati a parlare moltissimo. Quando poi se ne andavano, ero stanchissima e opaca, completamente
senza riflesso. Certe volte andavo a dormire raggomitolata sotto il piumino e quando provavano a svegliarmi mi lamentavo e mi ci avvolgevo ancora più stretta, come in un bozzolo. Quando una volta finalmente mi chiesero: «Ma cos’hai? Sei malata?» Risposi
solo: «Ho visto gente». E allora compresi che era ora di finirla.
Per un po’ mi chiusi a riccio: non volevo più vedere nessuno.
Poi, dopo anni di India, di tecniche di meditazione e di approdo a comprendere che stare con il respiro non è una tecnica ma una storia d’amore, mi sono tramutata, piano piano, con lenta costruzione, in fontana.
Posso ancora ascoltare, ma solo finché c’è acqua che scorre e la fontana non trabocca. Ma soprattutto, la fontana è lì a disposizione, chi vuole ci va a bere e lei non assorbe niente, scorre. Il cuore non è spugna, è fontana.

Chandra Livia Candiani, da Questo immenso non sapere, Einaudi

°ascoltando Ludovico Einaudi- Waterwayshttps://www.youtube.com/watch?v=f01DFAfNKXI

 

(Qui, per leggere altri Fuori Tema)

Pronti… via!

Cominciala adesso la tua vita (interiormente) nuova.

La vita nuova

La vita nuova
arriva taciturna
dentro la vecchia vita
arriva come una morte
uno schianto
qualcuno che spintona così forte
un crollo.
È una scrittura tanto precisa
e netta da non lasciare dubbi
né sfumature di senso eppure
non dà direzioni né mete.
La vita nuova irrompe
come un vecchio che cade
sul ghiaccio, un pensiero
davanti a un muro, la
sirena di un’ambulanza.
Non ci sono feriti
né annunci di sciagura
solo noi da convincere
a lasciar perdere il miraggio
di una via rettilinea, di un
orizzonte, lasciarsi curvare,
piegare alla tenerezza
delle anse del destino.
La vita nuova
è come un grande tuono
sbriciolato
poi a poco a poco
l’erba si china
sotto la pioggia
la prende
la beve.

Chandra Livia Candiani da La bambina pugile ovvero La precisione dell’amore, Einaudi, 2014

°ascoltando Nina Simone – Feeling Good  – https://www.youtube.com/watch?v=oHs98TEYecM

Fai un segno sulla risposta che più ti rappresenta

test

***

In un’intervista  del 2015 (qui), alla domanda  Quale importanza può avere la poesia nella vita delle persone? la poetessa Chandra Livia Candiani ha risposto: “Se i poeti facessero sciopero, forse all’inizio non se ne accorgerebbe nessuno, ma se la poesia finisse per andarsene dal mondo, non sopravviveremmo”.

Quanto sei d’accordo con questa affermazione?

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°ascoltando Elisa – Una poesia anche per tehttps://www.youtube.com/watch?v=Ol8pdwcPBXE