Un nome in regalo

Quando si dice… è il pensiero che conta

Che t’importa del mio nome?
Esso morirà, come il triste rumore
Dell’onda, che batte contro una lontana riva,
Come un suono notturno in un profondo bosco.

Esso sul foglietto di un album
Lascerà una morta traccia, simile
Al ricamo di una iscrizione tombale
In una lingua sconosciuta

Che c’è in questo nome? Da tempo dimenticato
Nelle agitazioni nuove e ribelli,
Alla tua anima esso non darà
Puri, teneri ricordi

Ma nel giorno della tristezza, nella quiete,
Pronuncialo con nostalgia;
Dì: c’è una memoria di me,
C’è al mondo un cuore nel quale io vivo…

1830

Aleksandr Puškin (Mosca, 1799-1837), traduzione di Eridano Bazzarelli (fonte https://www.tania-soleil.com/pushkin-chto-v-imeni-tebe-moyom-na-italianskom/)

*ascoltando Yann Tiersen – L’absente  https://www.youtube.com/watch?v=9wIbylO24gE