Dimmi come stai

Come rispondi, di solito, a questa domanda?
E quando sei tu a chiedere, sai leggere tra le righe (molto spesso) sfumate di una risposta?

***

 

Dimmi come stai

dimmi come stai,
nelle giunture dei pensieri
nelle ossa della memoria
e nel respiro di un giorno
dopo un giorno e ancora

dimmi come stai
nel tempo che è della sera
mentre di nuovo ti domandi
quando comincia la tua vita
                          quella vera

Irene Marchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022

 

P.S. Riporto qui l’introduzione alla raccolta:

“Il titolo della raccolta è quella domanda-non domanda alla quale di solito rispondiamo con un evasivo tutto bene; ma non sempre ci sentiamo veramente rappresentati da questa risposta. E se anche accompagniamo con un sorriso il nostro tutto bene, troppe volte nascondiamo abilmente (anche a noi stessi) delusioni, dubbi, risentimenti e paure. Dimmi come stai è perciò un invito a riconoscere (per provare a cambiare) anche quello che tutto bene non va. Perché non siamo soli nel nostro essere umani, quindi fallibili e fragili, mentre ci muoviamo sull’altalena di alti e bassi che è la vita. E perché, spesso, parlare anche delle nostre emozioni meno positive e solari potrebbe rivelarsi di grande aiuto (anziché fingere di essere sempre imperturbabili e sicuri). Tra le righe di questa raccolta sono presenti, quindi, molte domande, qualche risposta e alcune strategie di sopravvivenza, scambiate con un tu che a volte è vicino, altre lontanissimo, a volte tangibile e altre immaginario. Ho provato a creare un percorso senza troppe barriere (anche per questo ho preferito non chiudere le poesie con il punto fisso né cominciarle con una maiuscola), una sorta di dialogo continuo e schietto tra chi domanda e chi potrebbe rispondere, tra chi scrive e chi leggerà.

E allora, tu, se vuoi, dimmi come stai… “

 

° ascoltando Giovanni Allevi – Pensieri nascosti https://www.youtube.com/watch?v=lmSbiUswfDw

Come una nuvola

anche una stella

Fatti nuvola

Il tempo t’insegnerà
a essere nuvola:
cambierai forma nel vento
senza aspettare il tramonto
per sentirti colore.

Fatti nuvola
per sfiorare gli alberi
per vedere meglio ogni cosa
per sorridere nel buio

e fatti nuvola – se vuoi –
anche per piangere.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Edizioni, 2020

Il momento difficilissimo che stiamo vivendo offusca un po’ tutto:

ciò che non riguarda “l’essenziale” passa (giustamente) in secondo piano, e penso che questo ci possa insegnare molto. Spero che non ce lo dimenticheremo quando torneremo alla “normalità”.

Nel frattempo restiamo a casa! #Iorestoacasa con la poesia che, in genrale, sa fare compagnia e a volte sa anche consolare. Ieri è  uscita la mia terza raccolta di poesie “L’uso delle parole e delle nuvole”, edita da Cicorivolta Edizioni (che ringrazio anche qui  per la fiducia): è una raccolta più “morbida” rispetto alle prime due. Lascio qui sotto la nota introduttiva e la copertina…  grazie se hai letto fin qui!

Nota introduttiva
Tutte le poesie di questa raccolta ruotano in qualche modo
attorno alle parole (quelle dette e non dette, scritte e non scritte, le parole che ci definiscono o in cui non ci riconosciamo più, quelle che rimangono con noi o quelle che vorremmo cancellare, e così via) oppure al cielo, e in particolare alle nuvole (e a tuttele loro manifestazioni: pioggia, neve, rugiada…).
Ho voluto raccontare una sorta di antitesi tra l’uso delle parole, capaci talvolta di ferire o comunque spesso incapaci di far stare bene (perché male utilizzate, se non addirittura assenti) e l’uso delle nuvole. Ma che cosa vuol dire l’uso delle nuvole? Mi riferisco alla possibilità di trarre consolazione, o semplicemente di trovare ascolto e compagnia, da questi elementi naturali. E proprio dalle nuvole vorrei imparare un linguaggio delicato, lieve, privo di aggressività.
Sono certa di non essere da sola in questa ricerca, perciò,
sebbene queste poesie nascano da un vissuto o da un punto di vista inevitabilmente personali, mi rivolgo, sempre, a un tu universale che spero si possa ritrovare (anche soltanto per un attimo) tra queste righe.
Irene Marchi

L_USO_DELLE_PAROLE_E_DELLE_NUVOLE_cover_web*ascoltando  Peter Green – Slabo Day https://www.youtube.com/watch?v=INOVuZQsxKQ