Dal punto più alto del cielo


(Una poesia per chi non c’è più, per chi abbiamo perso nel tempo, o anche per un angelo.)

***

Punti di luce

Basta un respiro nel silenzio e tutto il tempo sussulta
come la notte quando si allontana
cantando più addentro

Ho messo da parte per te lampi inutili
argenteria fatta di misure incerte
l’implacabile superficie inclinata
botole e cordame

Dal punto più alto del cielo a cinquantasei milioni di chilometri
un giorno mi dirai
“è dall’era glaciale che non eravamo più così vicini”

José Tolentino Mendonça, da Estranei alla Terra, traduzione di Teresa Bartolomei, in “Poesia”, n. 20, anno IV, luglio/agosto 2023, Crocetti Editore

°ascoltando Penguin Cafe Orchestra – Air à Danser –  https://www.youtube.com/watch?v=mFlKxfhMYls

Non durerà per sempre

Quadro di Ron Hicks (Ohio, 1965) - "Stolen kiss"

Ron Hicks (Ohio, 1965) – “Stolen kiss”

No, non mi riferisco all’amore tra i due personaggi del quadro, ma alla distanza forzata che il  maledetto Covid-19 sta imponendo a migliaia di coppie in tutto il mondo.

Non durerà per sempre, e i personaggi di questo quadro (e tutte le altre coppie) prima o poi si rivedranno.

Passo il giorno

Passo
il giorno
a guardarti
negli occhi.

Sono mesi
che non ti vedo.

Antonio Rigo (Palma de Mallorca, 1957), da Álbum Blanco, Baile del Sol, 2014

*ascoltando Pink Floyd – Wish You Were Here https://www.youtube.com/watch?v=DPL_SV3n7IU

Che ansia!

Particolare della copertina dell'album In the Court of the Crimson King, King Crimson, 1969

Particolare della copertina dell’album In the Court of the Crimson King, King Crimson, 1969

Il traffico, le convenzioni sociali, gli happy hour, i saldi di fine-inizio-mezza stagione…

che ANSIA!

Stanze del crepuscolo

El más truhán se lleva la mano al corazón,
y el bruto más espeso se carga de razón.

Antonio Machado

 

Crepuscolo. Una donna impellicciata
ne chiama un’altra sull’altro marciapiedi
come da un’altra riva, che cammina
lenta con un bambino per mano costeggiando
le luminarie di quartiere, il traffico, l’opaco
fiume di un martedì. E «No,» risponde
«no grazie, ho appena fatto la merenda di Natale
all’asilo, sono piena come un uovo
di Pasqua», e si allontana ridendo
da sola alla battuta involontaria. Il bambino
la segue con aria candida e paciosa
forse sperando nei cartoni
animati o invece solo
torpidamente digerendo il pandoro.

Per strada, da un giornale abbandonato
urla la faccia del politico di turno,
dichiara:«Sono fiero
di me che rappresento
il bene del Paese. La mia è stata
comunque una grande avventura,
la nostra gente lo sa,
malgrado la stangata che mi sono
beccato. E gli altri,
Raus». «Sembra il Duce»,
ha detto un giorno mia madre
non di lui ma di un suo simile
certo persino peggiore
o più potente e più bieco.

Dicono che in tedesco la parola Angst
copra lo spettro livido che corre
dall’ansia alla paura, con ogni sfumatura
intermedia: cieco timore, angoscia,
presentimento cupo di sventura,
cristalli rotti, roghi e il resto poi,
che consegue. Economia
semantica, riassumere
in cinque lettere tutto il venir meno
della luce. Tutto lo sprofondare
fra di noi.

Fabio Pusterla (Mendrisio, Svizzera, 1957), da Cenere o terra, Marcos y Marcos ed.

*ascoltando CCCP – Stati di agitazione https://www.youtube.com/watch?v=7SU6CIjbBUQ