Certe mattine (fuori tema n.22)

In questo tempo di fragilità incalzante (ma anche in ogni tempo), certe mattine può capitare (sì, sì, può capitare davvero!)
di sentirsi più fragili del solito:

 

(…) “Certe mattine ci si sveglia come se si fosse fatti di un materiale friabile, basta un soffio, un piccolo gesto maldestro per svanire del tutto. È meglio accorgersene al più presto e, parlandosi con estrema delicatezza, accompagnarsi al silenzio. Mettere a tacere senza violenza le voci e i commenti, poi alzarsi con molta cautela come un animaletto di vetro sottilissimo e non lasciarsi mai soli, accompagnando ogni gesto e chiedendo delicatamente il silenzio. Lavarsi, vestirsi, fare colazione molto lentamente, con una grazia intenta, come fossero piccoli rituali segreti, come se tutto il mondo fosse diventato delicatissimo. Sedersi senza commento alcuno, ascoltare il respiro continuando a trascurare i pensieri che interferiscono, le voci acuminate. Fa tutto male, ma si può imparare ad avere a che fare con i grandi ustionati.”(…)

Chandra Livia Candiani, da Questo immenso non sapere, Einaudi, 2021

 

Trova le somiglianze

simili

Sai riconoscere subito chi ha molte somiglianze (interiori) con te?

Come si somigliano
i fragili
è di primo grado
la parentela
del dolore
legame
di sangue
lacrime sudore
che tiene insieme
gli spezzati
uguali
i capelli
scarmigliati
fratelli i silenzi
le parole
e le mani
che gli tremano piano

Cristina Bellemo, da Casa toracica, Anima Mundi Editore, 2020

⇔ ascoltando Daniele Silvestri  – Le cose in comune

Ci siamo?

mano tra i capelli copia

Ci siamo? O siamo solo temporanee illusioni?

 

Penso a come dire questa fragilità che è guardarti,
stare insieme a cose come bottoni o spille,
come le tue dita, i tuoi capelli lunghi marrone.
Ma d’aria siamo quasi, in tutte le stanze
dove ci fermiamo davanti a noi un momento
con la paura che ci ha assottigliati in un sorriso,
dopo la paura in ogni mano, o braccio, passo,
che ogni mano, o braccio, passo, non ci siano.

Mario Benedetti (Udine, 1955-2020), da Tutte le poesie, Garzanti, 2017

“Crash!”

pfnmfm

Siamo tutti fragili: tirare sassi è superfluo.

Alla povera mia fragilità
tu guardi senza dire una parola.
Tu sei di marmo, ma io canto,
tu – statua, ma io – volo.

So bene che una dolce primavera
agli occhi dell’Eterno – è un niente.
Ma sono un uccello, non te la prendere
se è leggera la legge che mi governa.

Marina Cvetaeva (Mosca, 1892-1941), da Scusate l’Amore. Poesie 1915-1925, Passigli, 2013

*ascoltando Pink Floyd – Learning To Fly https://www.youtube.com/watch?v=eCB_INs2E24