Non affiliamo i coltelli!

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Meglio, molto meglio non affilare i coltelli.

Ciò che si ama senza sapere

A volte divento così romantico e appassionato
col nessuno che ameremmo
che per resistere alla voraginosa assenza di lei
mi addormento, di colpo, quasi svenendo,
perché ciò che si ama senza sapere che esiste
è un coltello nel letto.

Franz Krauspenhaar, da  Capelli struggenti, Marco Saya Editore, 2016

***

Coltello

Me ne vo con un gran coltello infisso
nel petto, il manico fuori.
Me ne vado tranquilla e bianca. Un vigile
col fischio mi richiama: – Il coltello,
mi grida, il coltello! –
Par proprio che la lama
superi le misure della legge.
Così mi fermo e pago
l’ennesima contravvenzione.

Daria Menicanti, da Poesie per un passante, 1978

ascoltando Dire Straits – Six Blade Knife https://www.youtube.com/watch?v=84q8boe3xGY

Inconvenienti di viaggio

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Non si può programmare tutto. E forse è proprio questo il bello.

Capelli struggenti

I’d drive a million miles
To be with you tonight.
Ho guidato un milione di miglia
per essere stasera con te,
dove non so; con questa canzone
in una cassetta sono partito trent’anni fa,
e sono arrivato ora, le orecchie stordite
e tutto il cuore un bagaglio sbattuto nel treno
dei ricordi, e le dita intrecciate in una tromba nel sonno.
Intorno a me il deserto, ma sono proprio certo
di non aver sbagliato strada. Mi senti? Mi senti?
Io sono qui, sono giunto con un enorme ritardo,
d’altra parte il desiderio acuisce l’emozione, la ruota
scolla lo pneumatico e la lama arrugginisce il rasoio.
D’altronde, si dice, è la vita. Ero partito per stare con te
stasera, e mentre viaggiavo sono passati trent’anni.
Sono molto cambiato: il mio cuore è un pezzo di gesso,
e non spero più d’incontrarti, anche se non ho
sbagliato strada, nonostante le intemperie, le angosce
e la stanchezza di vivere e quella di non vivere, accasciato
in una stanza, aspettando il prossimo romanzo, le prossime
poesie sempre più magre, o proprio evanescenti.
Sono arrivato, e tu, certo, non ti sei presentata.
Non hai mai saputo chi fossi, né chi son diventato,
quale percorso, quali opere e quale sporco addosso.
Sono venuto qui, nel deserto senza neppure sabbia
e trent’anni più tardi. Non avrei potuto prevederlo, credimi,
e non c’è stato niente da fare, solo correre per quei trent’anni
su questa vecchia auto veloce che non arriva mai.
Chissà come sei tu, stasera. Io, per forza, non ho più attaccati
i folti capelli di una volta; ora i capelli che io e i miei amici
avevamo, sono per noi diventati struggenti. O forse solo per me.
Struggenti ricordi di cose cadute, esalate, spinte all’incontrario.
Non so cos’altro dirti. Ho viaggiato per tutto questo tempo
forse per nulla. Ma sono arrivato, e questo forse conta.

Franz Krauspenhaar (Milano, 1960), da Capelli struggenti, Marco Saya Edizioni, 2016

*ascoltando Rory Gallagher – A Million Miles Away  https://www.youtube.com/watch?v=B4X4rdyXIEw