E comunque ci sono i fiori

Che ci sia la luna
sul sentiero notturno
di chi porta fiori.  (Takarai Kikaku)

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I fiori non sono presenze retoriche: sono semplici, sono veri. E sono belli.  Consolano e fanno compagnia: se ci perdiamo a guardarli mentre ancora respirano nel loro prato o sul loro albero, la consolazione di solito è doppia (sia per noi che per loro!), ma anche due fiori di campo nel vaso vuoto della marmellata possono illuminare un angolo (di una stanza, di una giornata, di un groviglio di pensieri…).
E in ogni caso, regalare un fiore non potrà mai essere sbagliato.

 

Mughetto fiore piccino
calice di enorme candore
sullo stelo esile
innocenza di bimbi gracile
sull’altalena del cielo

Giuseppe Ungaretti, da Poesie disperse, in Giuseppe Ungaretti – Vita d’un uomo – Tutte le poesie,  Mondadori

 

Concessione

Buttate pure via
ogni opera in versi o in prosa.
Nessuno è mai riuscito a dire
cos’è, nella sua essenza, una rosa.

Giorgio Caproni, in Res Amissa

 

La fiorita rama

Col vento, contro il vento,
s’agita sempre la fiorita rama;
sempre tra giorni chiari e giorni oscuri,
tra volere e svolere,
simile a un bimbo s’agita il mio cuore.
Finché, caduti i fiori,
la rama è ferma, carica di frutti;
finché il cuore, di fanciullezza sazio,
ha la sua pace, e sa:
pien di gioia e non vano
era l’inquieto gioco della vita

 
Hermann Hesse,  versione di Diego Valeri in Poesie scelte, da  Heman Hesse – Saggi e poesie, Mondadori.


L’inquietudine del rosaio

La fioritura del rosaio inquieto
brucia la linfa che gli dà alimento.
Guarda, le rose cadono, son tante
che di quel male morirà la pianta!
Immaturo è il rosaio, la sua vita impaziente
si estingue per dar fiori precipitosamente.

Alfonsina Storni, da “Poesia”, n. 307, settembre 2015, traduzione di Silvio Raffo.

 

* Io ascolterei: Nick Drake – Blossom Friend; Talking Heads – Nothing but  Flowers.

Lista delle cose da fare: 8 – … e poi anche ridere!

“La vita senza allegria è una lampada senza olio”. Walter Scott, Il pirata

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Sì: ridere e difendere un po’ di allegria, sempre e comunque.  Trovare lo spazio per una risata, tra amici, con il gatto, da soli… trovare lo spazio per ascoltare quella musica che riesce ogni volta a strapparci un sorriso, per fare almeno una cosa che ci fa stare bene. Incredibilmente bene, al di là di tutto. “Alegría! Come un lampo di vita…” (cit.).

Vengano infine

Vengano infine le alte allegrie,
le ardenti aurore, le notti calme,
venga la pace agognata, le armonie,
e il riscatto del frutto, e il fiore delle anime.
Che vengano, amor mio, perché questi giorni
son di stanchezza mortale,
di rabbia e agonia
e nulla.

José Saramago, da Probabilmente allegria, in José Saramago – Poesie, Einaudi, 2002.

 

Difesa dell’allegria

Difendere l’allegria come una trincea
difenderla dallo scandalo e dalla routine
dalla miseria e dai miserabili
dalle assenze transitorie
e da quelle definitive

difendere l’allegria come un principio
difenderla dallo sbalordimento e dagli incubi
dai neutrali e dai neutroni
dalle dolci infamie
e dalle gravi diagnosi

difendere l’allegria come una bandiera
difenderla dal fulmine e dalla malinconia
dagli ingenui e dalle canaglie
dalla retorica e dagli arresti cardiaci
dalle endemie e dalle accademie

difendere l’allegria come un destino
difenderla dal fuoco e dai pompieri
dai suicidi e dagli omicidi
dalle vacanze e dalla fatica
dall’obbligo di essere allegri

difendere l’allegria come una certezza
difenderla dall’ossido e dal sudiciume
dalla famosa patina del tempo
dalla rugiada e dall’opportunismo
dai prosseneti della risata

difendere l’allegria come un diritto
difenderla da Dio e dall’inverno
dalle maiuscole e dalla morte
dai cognomi e dalle pene
dal caso
e anche dall’allegria.

Mario Benedetti (Mario Orlando Hamlet Hardy Brenno Benedetti-Farugia, Paso de los Toros, 1920 – Montevideo, 2009), testo dal web, traduzione di Raffaella Marzano.

*testo originale:

Defender la alegría

Defender la alegría como una trinchera
defenderla del escándalo y la rutina
de la miseria y los miserables
de las ausencias transitorias
y las definitivas

defender la alegría como un principio
defenderla del pasmo y las pesadillas
de los neutrales y de los neutrones
de las dulces infamias
y los graves diagnósticos

defender la alegría como una bandera
defenderla del rayo y la melancolía
de los ingenuos y de los canallas
de la retórica y los paros cardiacos
de las endemias y las academias

defender la alegría como un destino
defenderla del fuego y de los bomberos
de los suicidas y los homicidas
de las vacaciones y del agobio
de la obligación de estar alegres

defender la alegría como una certeza
defenderla del óxido y la roña
de la famosa pátina del tiempo
del relente y del oportunismo
de los proxenetas de la risa

defender la alegría como un derecho
defenderla de dios y del invierno
de las mayúsculas y de la muerte
de los apellidos y las lástimas
del azar
y también de la alegría.

 

Allegria

Faceva freddo. Il vento
mi tagliava le dita.
Ero senza fiato. Non ero
stato mai più contento.

Giorgio Caproni, da L’opera in versi, Mondadori, 1998.

 

* ascoltando: Francesca Gagnon (Cirque du Soleil) – Alegría; Dire Straits – Walk of Life; Giorgio Gaber – L’illogica allegria; R.E.M. – Shiny Happy People.