Parlano


(Parlano. Ma che cosa dicono?)

 

Vorranno pur dire qualcosa queste foglie
così lente a morire che insistono
a stare sui rami d’inverno i viali
in città ricolmi di gialli gloriosi di ruggini
caldi, il cielo che non trova dove infilarsi
le chiome compatte che il vento non smaglia
la pioggia non buca vorranno pur dirmi qualcosa.

Giusi Quarenghi, da Di più temo la luce, in Basuràda, Book Editore, 2017

°ascoltando  Bert Jansch – The Gardenerhttps://www.youtube.com/watch?v=8W3Tdgxxp5g

 

Quello che si può (?)

Fotografia di Ruth Orkin (Boston 1921 – New York 1985)

Fotografia di Ruth Orkin (Boston 1921 – New York 1985)

In quale di questi si può vorresti tuffarti?

 

Si può non capire e a volte sbagliare.
Si può avere diritto a brontolare.
Si può fare e rifare ancora.
Si può tenere il muso per un’ora.

Si può non dare la colpa a nessuno.
Si può non volere far pace con qualcuno.
Si può, ogni tanto, chiedere scusa.
Si può avere voglia di fare le fusa.

***

Si può pizzicare un’ortica,
ingoiare una formica,
carezzare due lombrichi,
mangiare la pelle dei fichi.

Si può anche
sbrodolarsi con i cachi,
non avere schifo dei bruchi.
E pensare che non è uno spreco
passare la sera a guardare un geco.

***

Si può non vincere le gare,
si può non volerle neppure fare.
Si può arrivare primi
e arrivare dopo.
Si può arrivare ultimi
e riposarsi un poco!

Si può pensare adagio,
ridere piano, mangiare lento,
avere voglia di avere più tempo.
Ci si può guardare intorno
invece che tirare dritto:
perdere tempo
è un gran bel diritto.

Giusi Quarenghi, testi tratti da Si può, Franco Cosimo Panini Editore, 2019, con illustrazioni di Alessandro Sanna

 

°ascoltando Angelo Branduardi – Si può farehttps://www.youtube.com/watch?v=RY_yGsDTHb8

La mossa vincente

 

tramontoalba

Conosci una o due mosse vincenti contro il buio?

(Se le conosci, condividile con qualcuno)

 

Mi piacerebbe
fare come il sole d’inverno in montagna
che girotonda tranquillo finché sente libero
il passo e poi, toccata una pietra appena più alta,
inciampa e si butta, con aria un po’ offesa
Ma all’alba te lo ritrovi di qua
con sulla fronte il sorriso
di chi conosce la mossa vincente
per far stare la notte
in una capriola

 Giusi Quarenghi, da Ho incontrato l’inverno, Campanotto, 1999

°ascoltando  Bruce Springsteen – Dancing In the Dark – https://www.youtube.com/watch?v=129kuDCQtHs

Sulla soglia

Sulla soglia. Ma dove? Di che cosa?

 

Da dove vieni non conta – chi sei
nemmeno – dove vai non dirmi – e
neppure il tuo nome – Fatti solo
toccare – e rimani
con me sulla soglia
a provare figure – labile soglia
per attraversarla – mutevole
soglia – salvando pietà
e tenerezza ancora
per noi che siamo già stati

Giusi Quarenghi, da Nota di passaggio, Book Editore, 2021

°ascoltando Van Morrison – Dweller On the Threshold https://www.youtube.com/watch?v=0AQtd5LFa38

#stopwar

Fotografia di Ruth Orkin,  “Jimmy tells a story”, 1947, New York City;   stampa vintage presente alla mostra fotografica Ruth Orkin. Leggenda della fotografia,  Musei Civici di Bassano del Grappa

Fotografia di Ruth Orkin, “Jimmy tells a story”, 1947, New York City;
stampa vintage presente alla mostra fotografica Ruth Orkin. Leggenda della fotografia,
Musei Civici di Bassano del Grappa

(Potessimo tutti dimenticare – e per sempre – come si fa la guerra)

Potessi meritare pazzia
non quella che disfa
la mente e lacera ogni
legame con furia intima e
assente

Quella lontana fatta quasi
di niente di dismemoria
pura che lenta ricompone
l’innocenza lieve della
mente

Giusi Quarenghi (Bergamo, 1951), da Tiramore, Marsilio, 2006

 

Ti va una tazza di luce?

 

Che invito hai ricevuto dall’inverno, quest’anno?
Ad ascoltarti di più e con più amore? Magari a capire quello che stai cercando e quello che stai evitando?
O ti ha invitato semplicemente a bere una tazza di neve, aspettando con lui la fine di marzo?

Cercavo sorrisi
ne era colmo l’inverno
appena sotto la pelle
del ghiaccio – io non lo sapevo.
Senza pazienza com’ero
non lo sapevo – ma l’inverno
soave durava
quanto soave fu nell’invitarmi
a sedere davanti a una tazza
di luce.

Giusi Quarenghi (Bergamo, 1951), da Ho incontrato l’inverno (1999), in Tiramore, Marsilio, 2006

♥ ascoltando Muddy Waters- Cold Weather Blues https://www.youtube.com/watch?v=ojfMCYpDda8

Delicatamente, buongiorno

Ill. di Martin Jarrie, da Una storia d'amore - Due vite legate dai fiori, martin Jarrie e Françoise Morel Salani 2012, trad. di L. De Tomasi

Ill. di Martin Jarrie, da Una storia d’amore – Due vite legate dai fiori, Martin Jarrie e Françoise Morel, Salani 2012, trad. di L. De Tomasi

“Buongiorno senza sfiorarvi” è più che mai adatto a questi tempi (ormai da due anni di distanze di sicurezza), ma in generale la delicatezza (di pensiero, di parola e di gesti) non è mai una cattiva idea. Qual è un buongiorno (o buonanotte, arrivederci, addio…) delicato che ricordi con nostalgia?

 

Buongiorno alle vite
minime – ai respiri
che non si pesano -alle forme
sotto misura – buongiorno
oggi buongiorno domani
buongiorno senza sfiorarvi
nel timore che già
non siate più

Giusi Quarenghi, da Nota di passaggio, in Tiramore, Marsilio, 2006

♥ ascoltando Francesco De Gregori – Buonanotte Fiorellino https://www.youtube.com/watch?v=xlGwXNjzJ_Y