Il pensiero-volpe

Nel testo che segue, l’autore paragona l’arrivo del pensiero poetico all’incedere misterioso e inarrestabile di un animale selvatico.
Tu a che cosa paragoneresti l’ultima intuizione o idea creativa che ti ha fatto visita?

***

 

Immagino la foresta a mezzanotte:
qualcos’altro è vivo
oltre la solitudine dell’orologio
e questa pagina bianca dove si muovono le mie dita.

Non vedo stelle dalla finestra:
qualcosa di più prossimo
seppure più profondo nella tenebra
sta penetrando la solitudine:

freddo, delicatamente come la neve scura,
il naso di una volpe tocca un ramoscello, una foglia;
due occhi seguono in movimento che ora
e ora di nuovo, e ora, e ora

stampa nitide impronte sulla neve
fra gli alberi, e con cautela l’ombra distorta di un corpo
avanza lentamente presso un ceppo
e baldanzoso nel vuoto viene

attraverso radure, un occhio,
spalanca il suo profondo verde,
brillante, concentrato,
va intorno come niente fosse
finché, con guizzante caldo penetrante odore di volpe
entra nel buco nero della mente.

Ancora senza stelle è la finestra; l’orologio ticchetta,
la pagina è pronta.

Ted Hughes (Mytholmroyd, Regno Unito, 1930-1998), da Poesie, Mondadori, 2008,

°ascoltando Tangerine Dream – Tangramhttps://www.youtube.com/watch?v=iQpAJUZeIAY

Gira (un po’) la pagina

poesiestortissimestortestorte
Guarda quante città in miniatura ci sono, in un libro di poesie!
Magari osservando bene si può scorgere anche qualche persona…

Grattacieli

Mi
piace
quando 
giri
le poesie
di lato
e sembrano
città
in miniatura
viste
da molto
lontano.
Grattacieli
fatti
di parole.

Matt Haig, dal romanzo
Come fermare il tempo, E/O Edizioni, 2018, traduzione di Silvia Castoldi

♥ ascoltando  Bandabardò – Poésie, d’Un jour https://www.youtube.com/watch?v=qeMB7wvvdsI

(Pre)visioni

vedo che

Ti è mai capitato che qualcuno facesse una “previsione” sul tuo futuro, che poi si è (piacevolmente) avverata?

Oche

Epstein, l’insegnante di matematica,
amava interrogarmi alla lavagna.
Diceva che la mia testa era adatta solo ai cappelli.
Diceva che un uccello con un cervello come il mio
avrebbe volato a ritroso.
Mi spediva a far razzolare le oche. 

Ora, passati molti anni da quella frase,
seduta sotto la palma
con le mie tre belle oche,
penso che forse fosse lungimirante,
il mio insegnante di matematica,
e che avesse ragione, 

giacché nulla mi dà più gioia
che vederle ora mentre
piombano sul pane sbriciolato,
agitando la gaia coda,
raggelandosi immobili per un attimo
sotto le goccioline d’acqua
che spruzzo loro addosso
dal tubo,
rizzando il capo mentre il loro corpo
si protende come ricordando
laghi lontani.

Ormai il mio insegnante di matematica è morto
e morti anche i suoi problemi che non riuscii mai
a risolvere.
Amo i cappelli,
e sempre a sera
quando gli uccelli tornano nell’albero,
cerco quello che vola a ritroso.

Agi Mishol (1946), da Ricami su ferro, Giuntina Editore, 2017, a cura di A.L. Callow e C.Nicolini Coen

♠ ascoltando The Kinks – This Time Tomorrow
https://www.youtube.com/watch?v=qwVJ7FWc4rQ