Le non-parole

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Anche quello che non viene scritto trova posto tra gli spazi di una poesia? Anche il non detto ha il peso di un verso?

 

Più belle

Sono più belle le poesie della felicità.

Come il fiore è più bello dello stelo
che lo sostiene
più belle sono le poesie della felicità.

Come l’uccello è più bello dell’uovo
come è bello quando viene la  luce
più bella è la felicità.

E più belle sono le poesie
che non scriverò mai.

Hilde Domin, da Qui, in Lettera su un altro continente, Traduzione di Ondina Granato, Del Vecchio Editore

 

 

Da questa matita si diparte una strada di grafite
e sulla strada passeggia una lettera, come un cane,
ed ecco una parola come una città abitata
dove forse arriverò domani.

Nina Cassian, da C’è modo e modo di sparire, Adelphi, 2013, traduzione di Anita Natascia Bernacchia

 

                                                    A José Emilio Pacheco

Apro la finestra
che dà
su nessuna parte
La finestra
che si apre verso dentro
Il vento
solleva
istantanee lievi
torri di polvere turbinante
Sono
più alte di questa casa
Stanno dentro
questo foglio
Cadono e si rialzano
Prima di dire
qualcosa
al piegare il foglio
si disperdono

turbini d’echi
aspirati   inspirati
dal loro proprio girare
Adesso
si aprono in un altro spazio
Dicono
non ciò che dicemmo
un’altra cosa sempre altra
la stessa cosa sempre
Parole del poema
che giammai diciamo
È il poema a dire noi

Octavio Paz (1914-1998) da Ritorno (1969-1975), in Octavio Paz-Vento Cardinale e altre poesie, Mondadori, 1984

*ascoltando Pat Metheny – Letter From Home https://www.youtube.com/watch?v=_5-pBkwyUxc