Se scatta quella molla

molle di ferro

Sì sì, si dice “Basta, non ci casco più.  Ho chiuso con questa cosa del cuore, dell’amore o come si chiama…“, ma poi scatta quella molla. E non ci puoi fare nulla.

E ci innamoriamo
ancora una volta e ancora
scatta la molla del cuore
e l’intesa fra regni
con musi con pietre con ali
sappiamo la melodia sottesa
come l’idiota che ride
al centro della festa anche noi
fatti nota riverberante. Fra tante.
Fra tante.

Mariangela Gualtieri, Bestia di gioia, Einaudi, 2010

Pioviggina (ma non abbastanza)

2019-09-02 14.29

In questo momento, qui sta piovigginando, ma non abbastanza da poterla chiamare pioggia.
C’è sempre un non abbastanza che rende difficili le definizioni.

Pioviggina un po’
ma non abbastanza perché si possa proprio
chiamarla pioggia
e noi lentamente ci bagniamo
ma non abbastanza perché valga proprio
la pena di parlarne
e un po’ ci innamoriamo
ma non abbastanza perché si possa proprio
chiamarlo amore.

Henrik Nordbrandt (Danimarca, 1945), da Il nostro amore è come Bisanzio, traduzione di Bruno Berni, Donzelli editore

*ascoltando Ben Harper and Charlie Musselwhite – When Love Is Not Enough https://www.youtube.com/watch?time_continue=18&v=5GmT2dhHKGk

Attimi

attimiprolungati

Questione di attimi?

Il contatto

Semplicemente lo voglio dire.
È stato un contatto casuale
e anche un sorriso.
Nulla più. Ma ancora
ne scaturiscono giorni quasi
la terra dondolasse appesa a
un grande ombrello di seta blu.

Christoph Wilhelm Aigner (Wels, 1954), da Nuove poesie d’amore, Crocetti, traduzione di Riccarda Novello

 

 
In una stazione del metrò

Sventurati quelli che hanno scorto
una ragazza nel metrò

e si sono innamorati di colpo
e l’hanno seguita impazziti

e l’hanno persa per sempre tra la folla.
Perché saranno condannati
a vagare senza meta per le stazioni

e a piangere sulle canzoni d’amore
che i musicisti ambulanti intonano nei tunnel.

E forse l’amore non è che questo:
una donna o un uomo che scende da un vagone
in una stazione del metrò

e brilla per pochi secondi
e si perde senza nome nella sera.

Óscar Hahn (Iquique, Cile, 1938)

*ascoltando Jamaes Blunt – You’re Beautiful https://www.youtube.com/watch?v=oofSnsGkops

 

(Più o meno lo stesso tema: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2016/01/24/coup-de-foudre/)