Voli metaforici

Vuoi volare per un momento? Metti una nuvola per cappello e lascia andare i sassi che hai nelle tasche (e nelle scarpe).

***

 

Il cielo è così basso che, calcata,
come un panama, sul capo questa nuvola,
sfrecci con le altre nuvole al séguito
– balenio di talloni, acciottolio di tasche –
scampando all’acquazzone, sassi in tasca,
ti torna in mente ogni pietruzza-trovatella,
– la gravità terrestre – ma buttarle spiace
e sotto i piedi un pastone di schiuma,
selvatichezza e vuoto sulla lunga spiaggia
e, tolto il panama, ti sembrerà di non 
raggiungere, inciampare e che l’onda ti spiani,
e a un tratto ti involi – così vicino è il cielo.

 

Irina Ermakova (Crimea, 1951), da Lo specchio di bronzo, Einaudi, traduzione di Alessandro Niero

°ascoltando Giovanni Allevi – Born to flyhttps://www.youtube.com/watch?v=5UOLAX5_AHo

Serve un traduttore

Nel parcheggio di un ospedale, sotto una fila di pioppi bianchi (o almeno credo), complici una pioggia decisa e un vento più autunnale che di fine aprile, una foglia si è attaccata internamente al finestrino dell’auto. Che cosa avrà voluto dirmi?
Perché, lo sai (?), le foglie parlano.

***

Cade come svogliata
questa foglia.
È ammutolita. Ha dondolato. Indugiato.
Farfuglia qualcosa, frusciando.
Una notifica dal cielo?

Irina Ermakova (Crimea, 1951), da Carboncino scarlatto su seta nera, in Lo specchio di bronzo, Einaudi, 2023, traduzione di Alessandro Niero

°ascoltando Wishbone Ash – Leaf and Stream – https://www.youtube.com/watch?v=ZB6fCuxGvAw