Una favola antica

crepuscolo

Il cielo è sempre un bel libro da leggere (e rileggere)

 

Ogni pino al crepuscolo
alberga l’uccello
della sua voce
perpendicolare e immobile
la foresta
indifferente alla storia
senza lacrime come la pietra
ripete
con tremula eccitazione
l’antica favola
del sole che muore.

John Berger, da E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, traduzione di Maria Nadotti, Il Saggiatoere Editore, 2020

 

Torneremo

takecareofyourself

… prima o poi, ad ascoltare la musica dal vivo.
Nell’attesa, la musica resta comunque un’ottima cura per (quasi) tutto, proprio come si legge  nella poesia qui sotto.

(Per questo le inserisco – musica e poesia –  nello spazio “Rimedi e cure – farmacia alternativa”, qui  https://lapoesianonsimangia.myblog.it/category/rimedi-e-cure-farmacia-alternativa/)

 “(…) La musica non si può toccare – esiste solo nell’istante in cui viene percepita – e tuttavia è in grado di mutare profondamente il modo in cui vediamo il mondo e il nostro posto al suo interno. La musica può aiutarci a superare i momenti difficili della vita trasformando la percezione di noi stessi e di ciò che ci circonda. È roba forte”.

David Byrne, da Come funziona la musica

***

Canzone d’amore

Le montagne sono spietate
la pioggia sta sciogliendo la neve
gelerà di nuovo.

Nel caffè due forestieri
suonano la fisarmonica
e una sala piena di uomini canta.

I motivi riempiono
i sacchi del cuore
il cavo degli occhi.

Le parole riempiono
gli stalli
che mugghiano tra le orecchie.

La musica rade le guance
scioglie le giunture
unica cura per i reumatismi.

La musica pulisce le unghie
ammorbidisce le mani
strofina i calli.

Una stanza piena di uomini,
venuti dal bestiame fradicio
dalla nafta, dall’eterno badile,

accarezza
l’aria di una canzone d’amore
con mani addolcite.

Le mie hanno lasciato i polsi
e stanno oltrepassando le montagne
per ritrovare il tuo seno.

Nel caffè due forestieri
suonano la fisarmonica
la pioggia sta sciogliendo la neve.

John Berger (Londra, 1926 – 2017), da E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, traduzione di Maria Nadotti, Il Saggiatore, 2020

  • ascoltando Listen to the Music – Playing For Change feat. Tom Johnston (The Doobie Brothers) https://www.youtube.com/watch?v=t4sK8d48Exs
  • Le foto nei portafogli

    fotografia

    Si tengono ancora  le foto delle persone a cui vogliamo bene nei portafogli? Me lo chiedo perché con i nostri telefoni, pieni di archivi fotografici e di megafantastincredibili applicazioni, quelle due o tre foto spiegazzate (o una fotocopia, se temiamo di perderle) tenute in una tasca del portafogli potrebbero (?) sembrare una cosa un po’ obsoleta. Beh, anche se sembra obsoleto non importa: penso che quella foto nel portafoglio abbia un effetto rassicurante come poche altre cose. Voi che dite?

    Quando apro il portafogli
    per mostrare i documenti
    pagare in contanti
    o controllare l’orario di un treno
    osservo il tuo viso.

    Il polline del fiore
    è più vecchio delle montagne
    Aravis è giovane
    se misurata sul loro tempo.

    Gli ovuli del fiore
    daranno ancora semi
    quando Aravis ormai invecchiata
    non sarà più che una collina.

    Il fiore nel portafogli
    del cuore, la forza
    di ciò che vive dentro di noi
    sopravvivendo alla montagna.

    E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto.

    John Berger (Londra, 1926 – 2017), da E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto, traduzione di Maria Nadotti, Il Saggiatore, 2020

    Vale la pena di…

    life

    “(…) L’unico sogno che vale la pena di vivere è vivere finché si è vivi
    e morire solo quando si è morti (…)”

     

    Essere pienamente vivi nel nostro mondo così com’è.
    Mettersi vicino a coloro per i quali questo mondo è diventato intollerabile e ascoltarli.
    L’unico sogno che vale la pena di vivere è vivere finché si è vivi
    e morire solo quando si è morti.
    Cosa significa esattamente?
    Amare. Essere amati.
    Non dimenticare mai la propria insignificanza.
    Non abituarsi mai alla violenza indicibile
    e alla volgare disparità della vita che ci circonda.
    Cercare la gioia nei luoghi più tristi,
    inseguire la bellezza là dove si nasconde.
    Non semplificare mai quello che è complicato
    e non complicare quello che è semplice.
    Rispettare la forza, mai il potere.
    Sopratutto osservare. Sforzarsi di capire.
    Non distogliere mai lo sguardo.
    E mai, mai dimenticare.

    John Berger (1926-2017), dall’introduzione a cura di Maria Nadotti di Modi di vedere, (traduzione di M. Nadotti), 2015, Bollati Boringhieri