Le cose perse

oggetti smarritii

C’è qualcosa che hai perso e che vorresti assolutamente ritrovare?

E dove l’ho persa la poesia, dove?

Mentre infilavo l’ago
o tra il cumino e il merquén?*
Sentiamo, dove avevo la testa?
Cucivo o cucinavo?
Dove ho messo le pause, dove?
I sussurri, i lamenti?
Dove palpita il suo vigore?
E le interiezioni?
C’erano per caso malori in mezzo?
Una ferita?
Mortale sarebbe se avesse scelto lo scarico per suicidarsi.
Ci mancava solo questo,
accidenti alla mia poesiola incompiuta.
E incompiuta è già dir tanto,
non arriva neppure al primo verso, manco
all’intenzione, al titolo.
Non ha né capo né coda,
non esiste ancora la terra per plasmarla
né fuoco acceso per cucinarla
né ago e ditale per ricucirla.
Accidenti a quella cocciuta di donna metafora!
Quale doppio fine nascondi?
Le parole non vogliono venire alla luce e nude
nell’ombra si godono l’ellissi.
Accidenti alla repubblica senile dell’oblio!

*miscela rossa di pepe secco affumicato unito ad altre spezie,molto popolare nella cucina tradizionale mapuche (N.d.T.)

Carmen Yanez, da Senza ritorno, Guanda Editore, Quaderni della Fenice, 2020, traduzione di Roberta Bovaia

(per altre cose perse: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/2018/10/27/larte-di-perdere/)

♥ ascoltando Jamie Cullum – The Place Where The Lost Things Go https://www.youtube.com/watch?v=HYGQdE87xTE