Pènsati!

lettera a sé stessi

Che ne dici di scrivere una lettera a te stess* (ma che sia amorevole: che comprenda parole di ringraziamento… parole di carezza)?
Ma sì che puoi… certo che sì.

Lettera a me stessa

Io ti porterò dove schiudersi
è delicato, come un’ala di farfalla
non un bisturi ma voli accennati,
esitanti. Ci saranno lampioni serali
appena illuminati e un’aria franca
di neve in estate.
Molti amici avranno le finestre accese,
amici silenziosi e musicali, amici.
Qualcuno verrà a prenderti alla stazione,
ti porterà la valigia e acqua fresca.
Sarai suono e anche passo di danza,
i piedi bendati saranno alati
sull’asfalto tiepido e ci sarà respiro
di tigli. Una mezzanotte
ti aspetterà in compagnia,
l’allegro di Mozart sul giradischi,
le finestre aperte e le lenzuola stirate,
bianche. Sembra la morte, vero?
Ti dico che certe volte la vita è così.
Amore che battezza la deriva.

Chandra Livia Candiani, da La domanda della sete. 2016-2020, Einaudi, 2020

ascoltando Wolfgang Amadeus Mozart – Sinfonia n. 40 in Sol minore K 550 /1° mov. molto allegro https://www.youtube.com/watch?v=vXeEuhme5Wc