Un raggio di sole

(Che sia per tutti)

Un raggio – il primo – di sole,
meno che una carezza,
soffio d’oro o capello
nella mezzanotte del cuore;

un raggio gustato sull’orlo
di vetro del bicchiere
col tenero delle mie labbra
nel nero del caffè;

un raggio che sia il primo segno
se non ancora luce
o la buonora dei vivi

nell’apertura d’oro
della primavera; un raggio – questo primo –
che sta per colorare me.

 ***

Un rai – il prin – di soreli
mancul che une cjarece
sofli d’aur o cjaveli
te miezegnot dal cûr;

un rai cerçât sul ôr
di veri da la tace
cul tenar dai miei lavris
tal neri dal cafè;

un rai ch’al sedi screi
se no ancjemò lusôr
o buinore dai vîfs

tal screi di vierte d’aur;
un rai – chest prin – ch’al è
par colorâmi me.

Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 1967-2017), da Il me donzel, in Azzurro elementare, BUR, 2016

°ascoltando Yiruma – Hope https://www.youtube.com/watch?v=0n-VY5tLVUI

Il canto stonato

 

(Un canto stonato è pur sempre un canto)

 

Appoggi cosa su cose
ti stendi per vedere
senza disturbare
il picchio muratore
che mangia semi
sul davanzale della cucina
lavi tazza piatto posate
studi i voli bassi
delle rondini, le avverti
delle auto incuranti
verso gli esseri leggeri,
le leggi non gravi,
annoti mutamenti climatici
fasi lunari che legano
i sogni agli incubi
decifrano i passaggi,
non sai niente
canti stonata per gli asini.

Chandra Candiani, da Primavera, in Pane del bosco. 2020-2023, Einaudi 2023, p.114

°ascoltando Sigur Rós – “Untitled 4” – https://www.youtube.com/watch?v=4cffzyPQcGs

Sta per cominciare

ciliegio in autunno

Sta per cominciare un nuovo autunno:
ai piedi di quale albero vorresti sederti,
per ascoltare le parole delle foglie?

***

Un autunno come quello

Dammi un autunno come quello
degli alberi cedui, mia vita.
Il tremolio glorioso e tintinnante
di una luce superstite e infinita,
di esistere ancora la voglia,
il sogno di essere il sole che fa ogni foglia
prima della caduta.

Giuseppe Conte (Imperia, 1945), da Poesie 1983-2015, Mondadori

°ascoltando Simon & Garfunkel – “Leaves That Are Green” – https://www.youtube.com/watch?v=WwOgXWOX-iE

“Il bosco tace”

(Il bosco tace, ma se ascolti bene ti regala parole bellissime)

Vado al bosco per perdonare le parole,
come nella stanza di un bambino che dorme,
in punta di piedi con la sobria sollecitudine
nelle suole del passo provvisorio.
Funambole parole sono rimaste impigliate
nella mia mente di vetro e spugna,
affondate o trasparenti.
Il bosco tace, sono la sua audace allieva,
ascolto il biasimo per il brusio di vespa
che mi segue nell’inoltrarmi.
Disciplina della scomparsa.
Passo, silenzio, passo, silenzio,
fino all’asino bianco.
Quando appare fiabesco tra gli alberi
si ferma la mente e il cuore devoto
detta l’esatta falcata al corpo in festa.
L’asino bianco appare oggi
scompare domani, riappare giorni dopo,
perdendo il tempo, mi addestra
alla ritmica imprevedibile della fiducia.

Chandra Candiani, da Estate, in Pane del bosco – 2020-2023, Einaudi, 2023, p. 10

°ascoltando Our Brother, The Native – “Untitled”
https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=mRs8B-B-ssg

A piccoli passi

sur le fil

Chi non ha paura
su questo filo che ci accomuna?

Ho paura
di una cosa che non sa
di me
troppo leggera nel petto
fischio di foresta
in città allarmata.
Fare del dolore un estraneo
aprire il fuoco dentro le tane
dei nascosti destini,
non correre mai incontro a nessuno
non ricoverare.
Venire allo scoperto.
Faccio piccoli gesti domestici
piccole cure che cuciano
i mondi silenziosi nascosti in tasca
e i grandi cosmi ruotanti
le guerre e le segrete paci
le prigioni i dormitori di cartone
le frontiere di spalle murate.
Spacco questa legna quotidiana
spinata
di un calore non per tutti
non per tutti acqua né sonno.
Fatti forte, paura.

Chandra Livia Candiani, da I nascosti, in La domanda della sete. 2016-2020, Einaudi

°ascoltando Yann Tiersen – Sur le fil (Live)- https://www.youtube.com/watch?v=DBnf3QgAZn0

(Perennemente) impreparati

Doisneau, scuola

Foto di Robert Doisneau

Finisce la scuola ma gli esami no, lo sappiamo. E soprattutto non finisce (almeno, per me è così, e per te?) quel sentirsi impreparati, la sensazione di non andare bene, mai.

***

È sporca d’un disordine
lo guarda, lo riconosce
quell’essere nello storto delle ore.
Lontana dal nitore
e dalle potenze. Ancora
ripetente in uno star male
adolescente in quel disagio
d’essere qui e non avere dove.

Vergogna e pena
di ritrovarsi ancora dove un tempo
era acerba, da poco scesa
nella pista. Pochi maestri
e maestre allora. Ma ora.
Sente il vasto scoramento
di chi l’ha imboccata. Non hai imparato
ancora.
Bocciata. Bocciata.

Mariangela Gualtieri, da Quando non morivo, Einaudi, 2019

°ascoltando Supertrump – Schoolhttps://www.youtube.com/watch?v=JgJRM_8GWHg

 

Un sorso di libertà

(Né etichette né prezzo almeno su queste bottiglie)

***

Se si potesse imbottigliare
l’odore dei nidi,
se si potesse imbottigliare
l’aria tenue e rapida
di primavera
se si potesse imbottigliare
l’odore selvaggio delle piume
di una cincia catturata
e la sua contentezza,
una volta liberata.

Salvatore Toma, da Bestiario salentino del XX secolo, in Canzoniere della morte, Einaudi, 1999

°ascoltando Bert Jansch – Bitternhttps://www.youtube.com/watch?v=nAMB7ky2Ud8&t=18s

Wild

wild cat

Agli spiriti liberi si può lasciar passare ogni dimenticanza o abbandono (?). Sì… ma solo se sono gatti.

***

 

Paesaggi con gatto assente

Tre
 
Quando ci siamo trasferiti
in una casa ai margini del bosco
la mia gattina l’ha ripigliata il selvatico.
Segue i sentieri di fiuto di buono,
i corridoi di volo degli uccelli,
il disegno odoroso di passaggi notturni.
E si è beatamente scordata
del gomitolo colorato
e di me, qui a scrivere sul tavolo vuoto.

Donata Berra, da La linea delle ali, Manni, 2022

°ascoltando  The Jimi Hendrix Experience – Stone Free · https://www.youtube.com/watch?v=66COu2TpcyQ

Tornare a casa

 

(Indirizzo: Via Smarrimento Costante, n.1 –  Questomondo)

***

Dove ti sei perduta
da quale dove non torni,
assediata
bruci senza origine.
Questo fuoco
deve trovare le sue parole
pronunciare condizioni
di smarrimento dire:
«Sei l’unica me che ho
torna a casa».

Chandra Livia Candiani, da La domanda della sete -2016-2020, Einaudi, 2020

°ascoltando Penguin Cafe – Steady State – https://www.youtube.com/watch?v=n3rUKTdCSb8&t=13s

 

Basta

Io non sono (mai stata e mai sarò) perfetta, e tu?

Ma poi, che cosa vuol dire perfett*? Quali sono i canoni di perfezione, esteriori ed interiori? Chi li ha stabiliti, dove, quando, in relazione a cosa?

Quello che so è che cerco di fare del mio meglio per non calpestare gli altri né me stessa né il mondo in cui vivo. E basta. Basta.

***

Se posso perdonare, allora devo
riuscire a perdonare anche me stessa
e smetterla di starmi a giudicare
per come sono o come dovrei essere.
Qui non si tratta di consapevolezza
ma è la superbia che mi tiene stretta
in una stolta morsa che mi danna.
Eccomi infatti qui dannata a chiedermi
che cosa fare per essere perfetta.
Tenersi all’apparenza, forse descrivere
soltanto cose in mutua tenerezza.

Patrizia Cavalli,  da Vita meravigliosa, Einaudi, 2020

°ascoltando  Alanis Morissette – Perfect https://www.youtube.com/watch?v=i9WIM2zZ2nI