Poesia senza canditi

Domanda: La poesia si deve o si può occupare solo di cuori infranti, tramonti e languidi ricordi?
Risposta: No.

Fax ai poeti

Non preoccupatevi.
Continuate

ad addobbare
i vostri fottuti alberi
di Natale.

Farò io
 il lavoro
sporco.
 

***

Fax a los poetas                       

No se preocupen.
Ustedes sigan
adornando
sus jodidos arbolitos
de Navidad.
Yo haré
el trabajo
sucio.

Karmelo C. Iribarren (San Sebastián, Spagna, 1959), da Serie B, in Seguro que esta historia te suena: poesía completa (1985-2005)

Amica poesia

Purtroppo ho cominciato a leggere poesia (nel senso di sentirla amica, e non solo di studiarla) piuttosto tardi: magari avessi cominciato a sedici anni, mi sarebbe stata di grandissimo aiuto. Ora sto recuperando con la lettura-amicizia, ma il tempo dei sedici anni non ritorna più.
Tu hai già fatto amicizia con la poesia?

Leggo poesie

Leggo poesie a caso,
leggo quasi senza pensare a quel che leggo.
Quando incontro un verso triste,
sento nell’anima come una carezza.
Non che mi conforti la tristezza altrui;
è che mi sento meno solo.

***

Leo poemas al azar,
leo casi sin pensar en lo que leo.
Cuando me encuentro un verso triste,
siento en el alma una caricia.
No es que me alivie la tristeza ajena;
es que me siento menos solo.

Ángel González (Spagna, 1925-2008), da Nada grave, 2008

 

Continuare a brillare

watercolors mare notte fire sea fiori nei capelli

Nell’oscurità

Buona notte, desiderio.
Hai fiori sulla fronte e stai
camminando
lungo la riva del mare, spumeggiante
sotto la membrana verdenera del crepuscolo.
Buona notte, ed entra.
Entra affinché rimanga quell’istante
che sapeva di oblio,
di sogno consumato
o di fuoco inconsunto.
Buona notte, desiderio,
mentre tutti i giardini si commuovono
per la freschezza degli allori bagnati
e tu brilli, lontano, brace nell’oscurità.

En lo oscuro

Buenas noches, deseo
Traes flores sobre la frente y vienes caminando
por la orilla del mar, salpicada
bajo la verdinegra membrana del crepúsculo.
Buenas noches, y pasa.
Pasa para que quede este instante que tuvo
sabor a olvido,
a sueño consumido
o a fuego inconsumado.
Buenas noches, deseo,
mientras todos los huertos se conmueven
con la frescura de los laureles mojados
y brillas, a lo lejos, como brasa en lo oscuro.

Antonio Colinas (Spagna, 1946), da Astrolabio, 1979, traduzione di Gloria Bazzocchi (fonte: http://www.filidaquilone.it)

ascoltando Joep Beving – Into The Dark Blue (Movement II) https://www.youtube.com/watch?v=cA5_4eMiLqQ

Cantano…

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C’è qualcosa di magico in questa poesia che descrive… qualcosa di magico! Qualcosa di inspiegabile, che va oltre la ragione e la logica. Qualcosa che illumina e inquieta allo stesso tempo.
Hai mai avvertito qualcosa di simile?

 

Nessuno sa cosa siano
 

Scendono, attraversando il firmamento,
vengono senza essere chiamati.
Nessuno sa cosa siano né a che luogo appartengano.
Discendono, magici e stranieri,
illuminano senza luce, cantano senza musica.

Giungono, definitivamente giungono;
ci invadono
e accade qualcosa che non comprendiamo
che ci brucia senza fuoco.
Da dove non sappiamo, ritornano.
Portano al loro apparire, nel loro tempo inopportuno,
l’inquietudine profonda dell’incerto.
Non riscaldano né gelano,
solo inquietano. E profumano
come la luna sul mare. Cantano
come il colore vibrante dei fiori.
Nessuno sa cosa siano, né a che luogo appartengano,
però il sangue accelera,
la memoria rabbrividisce come un naufrago.

Scendono, attraversando il firmamento,
vengono fuori dall’abisso e dalla nostalgia,
illuminano senza luce, cantano senza musica.
Dio mio, cantano, come cantano.

°°°

Nadie sabe qué son
 

Bajan, atravesando el firmamento,
vienen sin ser llamados.
Nadie sabe qué son ni a dónde pertenecen.
Descienden, mágicos y ajenos,

iluminan sin luz, cantan sin música.

Llegan, definitivamente llegan;
nos invaden
y algo que no entendemos sobreviene
quemándonos sin fuego.
De donde no sabemos, vuelven.
Traen en su aparecer, en su deshora,
la desazón profunda de lo incierto.
No calientan ni hielan,
sólo inquietan. Y huelen
como la luna sobre el mar. Cantan
como el color vibrante de las flores.

Nadie sabe qué son ni a dónde pertenecen,
pero la sangre se acelera,
la memoria tirita como un náufrago.

Bajan, atravesando el firmamento,
suben desde el abismo y la nostalgia,
iluminan sin luz, cantan sin música.
Dios mío, cantan, cómo cantan.

Francisca Aguirre (Alicante 1930-2019), in
Paesaggi di carta, Multimedia Edizioni, traduzione di Raffaella Marzano, (fonte https://www.potlatch.it/)

*ascoltando una canzone che ho già citato qui sul blog un’infinità di volte, ma che in questo caso  mi sembra davvero in tema: Little Wing  di Jimi Hendrix non è forse, per parole e musica, un po’ magica? (https://vimeo.com/422397771 – finché il video sarà visibile).