Cadendo

 (e cercando di non farsi troppo male)

***

Si deve cadere e non si può scegliere dove.
Ma c’è una forma del vento nei capelli,
una pausa del colpo,
un certo angolo del braccio
che possiamo piegare mentre cadiamo.

È soltanto l’estremo di un segno,
la punta impreveduta di un pensiero.
Ma basta ad evitare il fondo avaro di alcune mani
e la miseria azzurra di un Dio deserto.

Si tratta di piegare un po’ di più una virgola
in un testo che non possiamo correggere.

Roberto Juarroz (Argentina, 1925-1995), da Poesia verticale, traduzione di Stefano Bernardinelli, in “Poesia” n. 288 Dicembre 2013, Crocetti ed.

°ascoltando Ben Harper – Joshua Treehttps://www.youtube.com/watch?v=CiqsQrjm5og