Che cosa rimane?

Alla fine. Che cos’è che rimane?

***

Airone

quello che è rimasto,
quello che resiste,
là sotto, tu lo vedi,
airone, sotto le montagne di macerie,
dentro i crateri delle bombe,
sotto le colline d’immondizia,
lí dove resiste, continua,
rinasce la semplice vita,
ultima, dimenticata, dileggiata
rimossa, ridotta a poltiglia
nella mente degli uomini,
la semplice vita,
il nascere e morire
rinascere e volare via,
aprirsi, amare,
quello che è vivo, amore,
sotto la semina dell’odio

5.8.80

Antonio Porta, da Il giardiniere contro il becchino, in Dopo la lirica – Poeti italiani 1960-2000, Einaudi, 2005, p.196

°ascoltando Bert Jansch- Smokey Riverhttps://www.youtube.com/watch?v=wHssWnQKyao

 

Z di zero (aspettative)

Un altro esempio di “meno è meglio”:

meno, molte meno aspettative  (quasi tendenti allo zero).

***

Epigramma 6

Ho posato sopra una pietra
il mio corpo geometrico ed allegro
di grillo, tra arroganti
granturchi e girasoli.
Sono in pace
con la stagione
e non mi aspetto nulla.

luglio 1963

Daria Menicanti (Piacenza, 1914-1995), da Città come (1964), in Il concerto del grillo, Mimesis, 2013, p. 191

°ascoltando Tangerine Dream – Cloudburst Flight –  https://www.youtube.com/watch?v=i4Ni-HsWldg

Il mio gatto è come un blues

ron- ron

“Quali sono i suoni che più mi piace ascoltare?” si chiede il poeta. Personalmente quelli che più amo sono il fraseggio dei merli nelle prime ore della mattina e la musica dei sonagli a vento leggerissimi. E poi, soprattutto, le fusa dei gatti: il loro ritmico ron-ron regala conforto, fa dondolare e vibrare come il gioco di “chiamata e risposta” di un blues, è consolante come poche altre cose.
Tu, quali suoni ami ascoltare?

***

I suoni che amo ascoltare

Quali sono i suoni che più mi piace ascoltare?
Suoni fievoli e stridenti, lamentosi e gai;
Il pigolare del cane della prateria è musica per le mie orecchie;
Ascolto sorridendo lo stridio della ghiandaia.
Quali sono i suoni che più mi piace ascoltare?
Suoni fiochi e consolanti, suoni pieni di allegria;
Lo squittir dello scoiattolo tra le brune foglie autunnali;
Il beccare d’un picchio nella cavità di un tronco d’albero;
Il tremulo verso di un piviere addolorato;
L’urlo dei gabbiani sul gelido mare invernale.
Quali sono i suoni che più mi piace ascoltare?
Suoni bassi e ritmati, suoni che squillano chiari;
L’abbaiare dei segugi nell’aria tersa e fredda;
Il fragore di rapide e cascate;
Il frinir dei grilli onnipresente;
Il riecheggiar selvaggio del richiamo dei coyote;
Sulle montagne, là dove il silenzio è cantante –
Impercettibile, il frullar morente di un’ala palpitante.

Everett Ruess (Stati Uniti, 1914-1934), dal Programma per il 1931 della spedizione di artisti e avventurieri, traduzione di Angelo Airò Farulla, in “Poesia”, Novembre/Dicembre 2022, anno III, n. 16, pp. 40-41

°ascoltando Eric Clapton – Blues in ‘A’https://www.youtube.com/watch?v=TxO_Fi3V73o

Il pensiero-volpe

Nel testo che segue, l’autore paragona l’arrivo del pensiero poetico all’incedere misterioso e inarrestabile di un animale selvatico.
Tu a che cosa paragoneresti l’ultima intuizione o idea creativa che ti ha fatto visita?

***

 

Immagino la foresta a mezzanotte:
qualcos’altro è vivo
oltre la solitudine dell’orologio
e questa pagina bianca dove si muovono le mie dita.

Non vedo stelle dalla finestra:
qualcosa di più prossimo
seppure più profondo nella tenebra
sta penetrando la solitudine:

freddo, delicatamente come la neve scura,
il naso di una volpe tocca un ramoscello, una foglia;
due occhi seguono in movimento che ora
e ora di nuovo, e ora, e ora

stampa nitide impronte sulla neve
fra gli alberi, e con cautela l’ombra distorta di un corpo
avanza lentamente presso un ceppo
e baldanzoso nel vuoto viene

attraverso radure, un occhio,
spalanca il suo profondo verde,
brillante, concentrato,
va intorno come niente fosse
finché, con guizzante caldo penetrante odore di volpe
entra nel buco nero della mente.

Ancora senza stelle è la finestra; l’orologio ticchetta,
la pagina è pronta.

Ted Hughes (Mytholmroyd, Regno Unito, 1930-1998), da Poesie, Mondadori, 2008,

°ascoltando Tangerine Dream – Tangramhttps://www.youtube.com/watch?v=iQpAJUZeIAY

Lezioni di poesia

 

lezioni di poesia

Mi piacerebbe imparare a creare una poesia, buffa o malinconica non ha importanza, purché sia viva, vivente, qui, accanto a me.

***

 

L’insegnante di poesia

ultimamente sono troppo piena di lezioni
micce in una mano
fiammiferi nell’altra
piccoli discreti sacchetti
di polvere da sparo sotto la lingua
fanno esplodere una poesia
una poesia di fuochi artificiali
una poesia rumorosa
una poesia che ti brucia le dita
e ti fa lacrimare gli occhi
ho poesie accartocciate
in fondo alla borsa
poesie usate come segnalibro
in antologie di poesie
poesie sul retro dei segnalibri
poesie sul fronte dei segnalibri
lezioni su poesie segnalibro
versi brevi
poche parole
caratteri speciali
tante lezioni
come scrivere una poesia sul nulla
come scrivere una poesia quando sta per scapparti via
come scrivere una poesia che sappia di buono
come scrivere una poesia con uno strano profumo
come scrivere una poesia buffa
come prendersi gioco di una poesia
ho tante lezioni
tagliare parole
aggiungere dettagli
usare una struttura
cercare la semplicità
essere reali
immaginare l’impossibile
grugnire
trasformarsi in una poesia
trasformare una poesia in te stesso
sono un’insegnante di poesia
una guida attraverso le contraddizioni
crea la tua poesia
poi falla scomparire
la poesia vive
in quel lampo
fra il divenire e il dissolversi

Devorah Major, (Berkeley, 1952), da  A braccia aperte, Multimedia Edizioni, 2019, traduzione di Raffaella Marzano

°ascoltando Adam Baldych, Paolo Fresu – Poetry  –  https://www.youtube.com/watch?v=AJap8HP841s

Di sogni e sassi

occhio greco amuleto

(Sai far rimbalzare i sassi sull’acqua?)

***

Sasso

Ma oggi, se mi chiedi quanto ho perso
lungo il mio cammino (“Quanto hai perso?”)
non lo saprei quantificare in oro né in ore.
Ti dirò solo che è tanto da cambiare
chi sono oggi (“Chi sei, oggi?”) e non so
più raccontare o definirlo, da allora.
Come un setaccio ho raccolto acqua
e ho lasciato ch’il destino mi attraversasse,
nel ventre d’indomabile indifferenza.
(“Qual era il tuo destino?”) C’era un destino?
Forse m’attraversava il sogno che viveva il corpo
mentre la mente realizzava l’esistenza.
Oggi, se tu mi chiedi che cos’è la vita
io ti dirò (“E che cos’è la vita?”) è un sasso.
Si porta appresso e si tiene stretto in mano,
da ruvido talvolta si trasforma in liscio,
basta. (“Cosa ci posso fare?”) Quando è liscio,
trova dell’acqua piatta e lancialo lontano.

Anna Belozorovitch (Mosca, 1983), da Qualcosa mi attende, Lieto Colle, 2013

°ascoltando Bert Jansch · John Renbourn – East Wind – https://www.youtube.com/watch?v=uiJIas9EmQs&t=12s

Sta per scadere il tempo

A metà gennaio, ogni anno,  comincio ad avvertire una certa inquietudine: le giornate si aprono  a una luce più chiara, sta finendo il tempo per ‘stare a dimora’. È ora di uscire (c’è chi non vede l’ora e chi tentenna: tu a quale gruppo appartieni?).

 

Tentennamenti di metà gennaio

le sere di novembre
profumano d’inverno
ma già a metà gennaio
il colore bruno di bosco
si fa più lieve

breve è il tempo
per fare tana
nel nostro pensiero

poi fioriranno i mandorli

©IreneMarchi2024

°ascoltando Linking park – Wake https://www.youtube.com/watch?v=Gd8D42EsxNY

Consigli (non richiesti)

Un consiglio (forse non richiesto). Ma a chi? ⇓

a me stessa

punta al cuore di ogni parola
idea persona senza perderti
lì nelle periferie incostanti:
o c’è il battito o si muore


parti dal cuore e al cuore punta
ma se ti ritrovi a calcolare
le distanze          

basta, lascia perdere

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine Editoriali, 2023

 

°ascoltando Leonard Cohen – Happens to the Heart – https://www.youtube.com/watch?v=2AMMb9CiScI

 

L’anima: questa esagerata

Questo vizio dell’anima di “vedere oltre” 
andrà corretto, prima o poi. (O no?)

***

La sede adatta

L’anima dilata
deforma questi oggetti della terra,
carica le cose d’assoluto,
altera colori, sconvolge
volumi, valori, affida
nobili poteri a corpi vili.
Muove fuochi e pensieri all’infinito
mentre il cerchio è già scritto nel suo giro
e l’immobile centro allunga raggi
i monotoni raggi fino al limite.
L’anima non trasmodi
non faccia movimenti esagerati,
se li fa taccia
– non si lagni quando
casca nel concavo, in un fosso
o sbatte sulla piatta superficie.
Quello che lei vuol fare
è un altro discorso.
E questa non è la sede adatta.

Bartolo Cattafi, da L’osso, l’anima, Mondadori, 1964

°ascoltando Tangerine Dream – Invisible Limits – https://www.youtube.com/watch?v=Euhwq1IGWIk

Di viola e altri trenta colori

 

E tu, come ti vestirai quando non sarai più giovanissim*?
Quali saranno i tuoi colori?

***

 

Avvertimento

Quando sarò vecchia mi vestirò di viola
con un cappello rosso che non si abbina e che non mi dona.
Sperpererò la pensione in brandy, guanti estivi
e sandali in satin, dicendo che non me ne restano per comprare il burro.
Mi siederò sul marciapiede quando sarò stanca
sgraffignerò campioncini nei negozi e suonerò ai campanelli
farò rotolare il mio bastone sulle ringhiere dei palazzi
mi truccherò per riscattare la sobrietà degli anni verdi.
Uscirò in ciabatte nella pioggia
raccoglierò fiori nei giardini altrui
e imparerò a sputare.

Si potranno indossare orribili camicie ed ingrassare
mangiare tre chili di salsicce in una volta
o solo pane e sottaceti per una settimana
ammassare penne, matite, sottobicchieri e cianfrusaglie nelle scatole.

Purtroppo ora ci tocca vestirci per mantenerci asciutte
e pagare l’affitto e non bestemmiare per strada
e dare il buon esempio per i figli.
Avere amici a cena e leggere i giornali.

Ma non posso impratichirmi già un po’ ora?
Così chi mi conosce non rimarrà scioccato
quando improvvisamente invecchierò, e vestirò di viola.

Jenny Joseph, da Warning: When I am an Old Woman I Shall Wear Purple, Profile Books Ltd, 2021,  traduzione di Loredana Magazzeni

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When I am an old woman I shall wear purple
With a red hat which doesn’t go, and doesn’t suit me.
And I shall spend my pension on brandy and summer gloves
And satin sandals, and say we’ve no money for butter.
I shall sit down on the pavement when I’m tired
And gobble up samples in shops and press alarm bells
And run my stick along the public railings
And make up for the sobriety of my youth.
I shall go out in my slippers in the rain
And pick up flowers in other people’s gardens
And learn to spit.

You can wear terrible shirts and grow more fat
And eat three pounds of sausages at a go
Or only bread and pickle for a week
And hoard pens and pencils and beermats and things in boxes.

But now we must have clothes that keep us dry
And pay our rent and not swear in the street
And set a good example for the children.
We must have friends to dinner and read the papers.

But maybe I ought to practise a little now?
So people who know me are not too shocked and surprised
When suddenly I am old, and start to wear purple.

°ascoltando  The Cranberries – Never Grow Old https://www.youtube.com/watch?v=2P1Q0vYW_8U