Voli metaforici

Vuoi volare per un momento? Metti una nuvola per cappello e lascia andare i sassi che hai nelle tasche (e nelle scarpe).

***

 

Il cielo è così basso che, calcata,
come un panama, sul capo questa nuvola,
sfrecci con le altre nuvole al séguito
– balenio di talloni, acciottolio di tasche –
scampando all’acquazzone, sassi in tasca,
ti torna in mente ogni pietruzza-trovatella,
– la gravità terrestre – ma buttarle spiace
e sotto i piedi un pastone di schiuma,
selvatichezza e vuoto sulla lunga spiaggia
e, tolto il panama, ti sembrerà di non 
raggiungere, inciampare e che l’onda ti spiani,
e a un tratto ti involi – così vicino è il cielo.

 

Irina Ermakova (Crimea, 1951), da Lo specchio di bronzo, Einaudi, traduzione di Alessandro Niero

°ascoltando Giovanni Allevi – Born to flyhttps://www.youtube.com/watch?v=5UOLAX5_AHo

P di promesse

blog di poesia

In quale gruppo senti di poter rientrare (più o meno)?

1 – Chi promette e mantiene

2 – Chi promette e non mantiene

3 – Chi non promette mai

***

Non ti domando sicurezze, mai
con te ho pensato a un amore routine.
Se torni, quando torni per favore
non dirmelo. Son queste le cose
che non voglio sapere, che so.
Tu bada a non farmi promesse
io a non chiederne.
 
Daria Menicanti, da Il concerto del grillo. L’opera poetica completa con tutte le poesie inedite, Mimesis edizioni, 2013

 

°ascoltando Radiohead – I Promise
https://www.youtube.com/watch?v=0sFvFVkeGVg&t=49s

 

(per altre lettere dell’alfabeto puoi leggere qui: E) Alfabeto | La poesia non si mangia)

Lettere


Oggi  cerco soltanto la è di (due o tre) caffè.
E tu, quale lettera vai cercando?

***

 

Se cerchi un altro modo
metti i guanti
da apprendista
e prova con la o
trovi ombra orco e ovunque
vada soffia f
fede frode e finalmente
giù alla u che si denuda
illude e poi dilegua
nella i che ci conforti
con un sì, è tutto qui.
 
Filippo Strumia, da Tombini, in Marciapiede con vista, Einaudi, 2016

°ascoltando Max Gazzè – La Vita Com’èhttps://www.youtube.com/watch?v=OasjwepNJyI

Ssst!

(zittizitti… silenzio…)

***

Complicità

Sul  rametto più alto del giovane albero,
una foglia scura, secca, solitaria, rimasta
dall’inverno, tra le nuove piccole gemme.
Ma volge il capo!
                                                     È un colibrì,
che riposa tranquillo, si prende una pausa
dal mondo veloce e frenetico dei colibrì –
e tuttavia guardingo. Rivolge al giorno
un lungo sguardo furtivo,
come un bambino il cui nascondiglio
non è stato scoperto, di cui non si è neppure
notata l’assenza. Niente paura.
Ho visto

una foglia: non ti tradirò.

Denise Levertov, da  Alle isole via terra. Poesie 1946-1999, traduzione di Paola Splendore, Crocetti Editore, 2003

°ascoltando  B.B. King – Hummingbirdhttps://www.youtube.com/watch?v=caLs_YaCWYU&t=5s

“… ancora non c’è ma potrebbe benissimo esserci”

 

Chissà dove troverai (scriverai/leggerai/suonerai/disegnerai/ricorderai)
la tua prossima poesia.

***

Per me poesia è qualcosa da dire
di molto confuso e parziale
che da tempo circola fuori e dentro.
A un certo punto mi trovo
come con una sciarpa troppo lunga
che stringe il collo
si aggancia al tacco dello stivaletto.
Mi chino e mi do da fare
per tirarla via prima che mi costringa
a camminare con una gamba sola
Quando una poesia è scritta c’è.

Prima ronzava invisibile
formicolava nella testa e nello stomaco,
in ogni caso una poesia
me la porto sul tram
le faccio vedere come tutto si muove
che c’è il sole e arriva il caldo
e le assicuro che anche lei arriverà
– parziale e precisa –
anche se rimando sempre l’ora
e preferisco lavarmi i capelli
fare qualcosa di più vago, disperdermi,
fare qualcosa dove lei ancora non c’è
ma potrebbe benissimo esserci.

Aprile 1977

Piera Oppezzo, da Una lucida disperazione, Interlinea, Novara 2016

°ascoltando John Frusciante – Blind Aim – https://www.youtube.com/watch?v=xYB9AcXdvZk&t=10s

Sempre (molta) imperfezione

Ripropongo una poesia tratta da Fiori, mine e alcune domande (pubblicato nel 2015 da Sillabe di Sale Editore) che ho deciso di lasciare  qui (pdf nuova versione 2023), liberamente scaricabile (con pochi e lievissimi cambiamenti rispetto alla versione del 2015).

***

 

Chi sei?

Mi chiedi chi sono,
qual è la mia posizione:
io sono la crepa sul muro
il cuscino macchiato
la tazza bella, scheggiata.
Come te
sono solo imperfezione.

Irene Marchi, da Fiori, mine e alcune domande, Sillabe di sale Editore, 2015

°ascoltando Bert Jansch – The Gardener – https://www.youtube.com/watch?v=8W3Tdgxxp5g

Gli strumenti della vita

Quale strumento suona, la vita, nei momenti belli?

Il buon momento

(…)

Tocca la vita le sue palme
e suona i suoi strumenti.
Forse incendia la sua musica
solo per farci dimenticare.
Ma ci sono cose che non muoiono
e altre che mai vissero.
E ce ne sono che riempiono tutto
il nostro universo.

E non è possibile
liberarsi dal ricordo.

***
El buen momento
(…)
Toca la vida sus palmas
y tañe sus instrumentos.
Acaso encienda su música
sólo para que olvidemos.
Pero hay cosas que no mueren
y otras que nunca vivieron.
Y las hay que llenan todo
nuestro universo.

Y no es posible librarse
de su recuerdo.

José Hierro (Madrid, 2002-2022), da Alegría (1947), traduzione da Poesie scelte, a cura di Alessandro Ghignoli, Donzelli, 2004

° ascoltando Gioacchino Rossini – La Danza – Tarantella Napoletana
https://www.youtube.com/watch?v=0GXaip_Gtqw&list=TLPQMTIwNTIwMjOpU-SfmsXR7w&index=1

Serve spazio

Com’era quel ritornello per bambini? È arrivato un bastimento carico di… ?

Libri

Ti prometto una cosa: riempirò
la tua casa di libri.
Che tu non possa camminare
che le persone che inviti dicano cosa
diavolo succede,
– per te non esiste altro
che questi dannati libri? –
Ti si impiglieranno nei capelli, si incastreranno
nelle gambe.
Quando farai il bagno vedrai
che saranno lì,
tra l’acqua della doccia
e lo shampoo.
Allora riderai
riderai come mai prima d’ora.
E i libri usciranno dal bagno
e riempiranno il corridoio
e la cucina. E il letto.
Quello, il tuo letto.
Non ti permetteranno di fare l’amore.
Perché prima dovrai leggerli.
E ci vorrà tempo.
Soprattutto perché ci saranno
Dante e Petrarca.
Shakespeare e Tennessee Williams.
E tutti quelli che hanno scritto per amore.
E dell’amore – c’è forse qualcuno che separa una cosa dall’altra?
E Leopardi, ovviamente. E Cernuda.
E José María Álvarez
— cento volte José María Álvarez.
E Jaime Gil de Biedma.
E, scusa se insisto, ripeto,
tutti coloro la cui lettura t’infiamma
il sangue.
Perché vorranno starti vicino.
Perché l’amore ti precede e ti segna.
E l’amore dice che lei ama. E io la amo.
Questo dice l’amore.
Così i libri riempiranno
la tua vita
di gioia e dolore.
Perché non c’è modo
di cambiarlo.
E quando ti avvicinerai al letto
per conciliare il sonno benedetto,
quando solleverai le lenzuola
e vorrai, finalmente,
riposare,
noterai una grande massa
che lo occupa già.
Sono i libri,
sono lì perché vogliono
accompagnarti
nei tuoi sogni.
Perché sono, i libri, come sei
tu: ansiosa
di essere amata,
ansiosa di sentire sulla pelle quelle
dita sopraffatte dal desiderio;
ma nella stessa misura
perché i libri sono come te:
esseri che rende focosi
il semplice desiderio di avere
un interlocutore.
Qualcuno che li legga e che faccia
domande.
Che parli con loro.
Che prometta di portarli
nella tomba.
Qualcuno che dia la vita per loro.
Qualcuno come te.
Che ami.
Che ami perché anche l’amore è
aprire il libro
proprio come si apre il cuore.
Quando si ama.
Ma ti prometto anche un’altra cosa:
riempirò la tua casa di musica – ne parliamo
un altro giorno.

Eusebio Ruvalcaba (México, 1951- 2017), fonte: Cemanáhuac. nueva época, número 44, mayo de 2021, es una publicación mensual, editada por la universidad autónoma metropolitana

***

Libros

Te prometo una cosa: llenar
tu casa de libros.
Que no se pueda caminar,
que la gente que invites diga qué
diablos está pasando,
¿qué ya no existen para ti
más que los malditos libros?
Se te van a enredar en el pelo, en
las piernas.
Cuando te bañes vas a ver que
están ahí,
entre el agua de la regadera
y el shampoo.
Entonces te vas a reír,
te vas a reír como nunca.
Y los libros van a salir del baño
y se aprestarán a colmar el pasillo
y la cocina. Y la cama.
Eso, tu cama.
No te dejarán hacer el amor.
Porque primero tendrás que leer-
los.
Y eso llevará tiempo.
Sobre todo porque ahí estarán
Dante y Petrarca.
Shakespeare y Tennessee Williams.
Y todos los que han escrito por amor.
Y de amor —¿habrá quién separe una cosa
de la otra?
Y Leopardi, claro. Y Cernuda.
Y José María Álvarez
—cien veces José María Álvarez.
Y Jaime Gil de Biedma.
Y, perdón por insistir, ya lo dije,
todos aquellos cuya lectura te inflama
la sangre.
Porque querrán estar cerca de ti.
Porque el amor te antecede y te rubrica.
Y el amor dice ella ama. Y a ella la amo.
Eso dice el amor.
Entonces los libros saturarán tu
vida
de alegría y de dolor.
Porque esto no hay modo de
cambiarlo.
Y cuando te acerques a la cama
a conciliar el sueño bendito,
cuando desdobles las sábanas
y ansíes, por fin,
reposar la jornada,
advertirás un gran bulto que ocupa lo
suyo.
Son los libros,
que están ahí porque desean
acompañarte
en tus sueños.
Porque son, los libros, como lo eres
tú: ansiosa
de ser amada,
ansiosa de sentir sobre la piel aquellos
dedos abrumados por el deseo;
pero en la misma medida
porque los libros son como tú:
seres a quienes torna ardientes
el simple deseo de tener un
interlocutor.
Alguien que los lea y que les haga
preguntas.
Que platique con ellos.
Que les prometa llevárselos hasta
la tumba.
Alguien que dé la vida por ellos.
Alguien como tú.
Que ame.
Que ame porque el amor es también
abrir el libro
tal como se abre el corazón.
Cuando se ama.
Pero también te prometo otra cosa:
llenar tu casa de música —otro día
hablamos de eso.

°ascoltando Saint Etienne – Lost In The Library https://www.youtube.com/watch?v=1FgSXsrb0io

Fiori di malva

Rimedi (e ricordi) per calmare i dolori

***

 

È rimasto l’odore
della tua carne nel mio letto.
È calda così la malva
che ci teniamo ad essiccare
per i dolori dell’inverno.

Rocco Scotellaro (Tricarico, 1923-1953), da È fatto giorno, Mondadori, 1954

°ascoltando Minnz Piano – This Love  – https://www.youtube.com/watch?v=tC-QUV910Yc

Chi cerca (a volte) trova. E a volte no.

Chi o che cosa stai cercando?

***

Sì, al di là della gente
ti cerco.
Non nel tuo nome, se lo dicono,
non nella tua immagine, se la dipingono.
Al di là, più in là, più oltre.
Al di là di te ti cerco
Non nel tuo specchio e nella tua scrittura,
nella tua anima nemmeno.
Di là, più oltre.
Al di là, ancora, più oltre
di me ti cerco. Non sei
ciò che io sento di te.
Non sei
ciò che mi sta palpitando
con sangue mio nelle vene,
e non è me.
Al di là, più oltre ti cerco.
E per trovarti, cessare
di vivere in te, e in me,
e negli altri.
Vivere ormai di là da tutto,
sull’altra sponda di tutto
– per trovarti –
come fosse morire.

Pedro Salinas, da La voce a te dovuta, Einaudi, 1979, traduzione di Emma Scoles

°ascoltando McCoy Tyner – Search For Peace – https://www.youtube.com/watch?v=9XVNzU9OqMc&t=12s