In viaggio con la musica

 

Qual è l’ultimo viaggio che hai fatto… con la musica? Dove sei stata/o?

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La musica

Quante volte la musica m’afferra come un mare!
Alla mia bianca stella
sotto un arco di bruma o nell’etere immenso
volgo la vela;

proteso il petto in avanti, come tela
gonfi i polmoni,
scalo dei flutti l’ispida catena
che la notte mi vela.

E sento le stesse  passioni in me vibrare
d’una nave che soffre;
il vento propizio, la convulsa tempesta

sul precipizio enorme
mi cullano. Altre volte bonaccia, vasto specchio
del mio tormento…

Charles Baudelaire,  da Spleen e Ideale, tratta da I fiori del male  e altre poesie, Einaudi, traduzione di Giovanni Raboni

°ascoltando The Alan Parsons Project – Mammagamma
–  https://www.youtube.com/watch?v=XXzOkCLdFwI

Tornare a casa

 

(Indirizzo: Via Smarrimento Costante, n.1 –  Questomondo)

***

Dove ti sei perduta
da quale dove non torni,
assediata
bruci senza origine.
Questo fuoco
deve trovare le sue parole
pronunciare condizioni
di smarrimento dire:
«Sei l’unica me che ho
torna a casa».

Chandra Livia Candiani, da La domanda della sete -2016-2020, Einaudi, 2020

°ascoltando Penguin Cafe – Steady State – https://www.youtube.com/watch?v=n3rUKTdCSb8&t=13s

 

Serve un traduttore

Nel parcheggio di un ospedale, sotto una fila di pioppi bianchi (o almeno credo), complici una pioggia decisa e un vento più autunnale che di fine aprile, una foglia si è attaccata internamente al finestrino dell’auto. Che cosa avrà voluto dirmi?
Perché, lo sai (?), le foglie parlano.

***

Cade come svogliata
questa foglia.
È ammutolita. Ha dondolato. Indugiato.
Farfuglia qualcosa, frusciando.
Una notifica dal cielo?

Irina Ermakova (Crimea, 1951), da Carboncino scarlatto su seta nera, in Lo specchio di bronzo, Einaudi, 2023, traduzione di Alessandro Niero

°ascoltando Wishbone Ash – Leaf and Stream – https://www.youtube.com/watch?v=ZB6fCuxGvAw

Senti che bel silenzio

 

In questa poesia si parla di un silenzio delicato, pensato e regalato quasi come fosse un fiore. È un silenzio gentile, che non mette ansia, ma anzi offre un riparo dalle aspettative e dalle pretese del mondo. È un bellissimo silenzio.

***

Senti che silenzio ti regalo
perché tu abbia vuoto
e frescura e scavo lento
per le tue millenarie graffiature
per il tuo non registrare con la mente
ma tenere in appoggio funambolo sul cuore
la fatica della pressione altrui,
dei multipli imperativi
che sfrecciano e chiedono
e pretendono. Senti come sto
quieta e senza sonoro
appoggiata al bel niente
e dopo, quando torni contento
è già pronta la mia saltabeccante energia
la zampata che ti invita
alla tua radice d’infanzia.
 
Chandra Livia Candiani da La domanda della sete, Einaudi

 
°ascoltando Hang Massive – Luminous Emptiness- https://www.youtube.com/watch?v=H_nYLZ6D4_M&t=3s

Idem

Io come lui: vergogna assoluta per i miei abbozzi di parole su carta; però anche il bidone (straripante) della plastica dovrebbe farci (a tutti) un po’ vergognare. Ah… dice che si ricicla… mmmhh… mi sa che è troppa comunque.

***

Spazzatura

Tutta la spazzatura finisce discretamente in sacchi,
alcuni pesanti di sbornie, altri leggeri.
Questi volano per aria, quelli devo trascinarli
con uno sbattere di bottiglie all’ingresso senza cancello.

Non mi sono mosso quando mi hanno aggiustato il tetto
o quando il muratore mi ha rifatto l’intonaco;
con il lavavetri scambio cenni e sorrisi
e non mi stacco un momento dal tavolo in disordine.
Chissà dunque perché, quando al lunedì due uomini
attraversano il prato spelacchiato per svuotarmi i bidoni,
come se i miei rifiuti fossero vergognosi,
una confessione pubblica dei miei peccati,
sgattaiolo via dallo studio e mi nascondo?

Penso sia il timore di essere sorpreso
a scrivere mentre quelli gettano con i guantoni
sacchi neri di abbozzi cestinati nel camion.

Tony Harrison, da In coda per Caronte, Einaudi, 2003, traduzione di Massimo Bacigalupo

°ascoltando (per provare comunque a ballare) – Juzzie Smith – Harmonica Ho-Downhttps://www.youtube.com/watch?v=W0fFh8rvKtU

Come stai? (Come stiamo?)

E come stai?
Domanda inutile… stai come me… ma rispondere non è possibile,  no, rispondere non è possibile… (mi perdonino Mogol e Battisti se ho decontestualizzato e modificato qualche passaggio di una loro canzone). E rispondere (veramente) non è possibile perché comunque o non diciamo mai tutta la verità o, se la diciamo, (quasi) nessuno ci sta (veramente) a sentire.
In ogni caso sono annate difficili.

***

Annate difficili

come stai, come stiamo?
stiamo come le mani,
sporche di vita
le mani, le nostre,
sotto filari di ore
l e    n     t         e
ma sempretroppoveloci,
a raccogliere
i pochi chicchi
di un aspro più pacato

Irene Marchi, da Dimmi come stai, Cicorivolta Editore, 2022

 

°ascoltando Justin Johnson – Lost in the Storm – https://www.youtube.com/watch?v=uCQpGTXxTeY&t=23s

Impossibili da inventare

Se non ci fossero,
certe cose bisognerebbe assolutamente inventarle
(ma probabilmente non ci riusciremmo).
***

Il semplice che è difficile da inventare

Nulla contro il microprocessore,
ma senza l’acqua
come ce la caveremmo?
Che cos’è mai una sonda su Giove
al confronto del cervello di una mosca?
Come si affannano
questi topi di laboratorio intorno ai cloni!
Però scopare è ben meglio.
E il dente di leone –
come sa farlo: lieta,
inarrivabile eleganza!
Mai nella vita,
cari premi Nobel,
ammettetelo, su,
avreste inventato una cosa simile.

Hans Magnus Enzensberger, da Più leggeri dell’aria, Einaudi, traduzione di Anna Maria Carpi

°ascoltando Gorillaz- Simplicity – https://www.youtube.com/watch?v=8U78TGcK6Gw

Un attimo (di commozione)

Quanto dura un attimo?

***

In questo momento non chiedere
com’è apparsa questa commozione,
così improvvisa, così frettolosa,
così fugace.
Non c’è mente che lo pensi:
è percezione e silenzio.
Attimo è che non fai in tempo
a dirgli: “Fermati, sei bello!”.

(Non è morta, non è morta ancora l’anima mia,
se ancora la sento lacrimare).

Kòstas Sterghiòpulos (Atene, 1926-2016), da Poesia greca contemporanea, Dall’Oglio, 1968, traduzione di Cristino G. Sangiglio

°ascoltando 2Cellos – Hallelujah – https://www.youtube.com/watch?v=Z3649dq6boA

Chi dirige il gioco?

Proprio come scriveva Michel de Montaigne a proposito della sua gatta  (nell’Apologia di Raymond Sebond): «Quando gioco con lei, come faccio a sapere che non sia lei che gioca con me?».

***

 

Miao

Considerami.
Siedo qui come Tiberio,
imperscrutabile e maestoso.
Io lascerò che il “Non oso”
attenda il “Vorrei”
e sopporterò lo strimpellare
della tua piccola chitarra
perché tu sei il mio gufo
e mi nutri col latte.
Perché bagnarmi la zampa?
Tienimi in una borsa
e nessuno saprà la verità.
Ho familiarità con le streghe
e all’inferno ho maggiori possibilità di te
perché posso ballare sui mattoni ardenti,
saltare per tutta la tua altezza
e atterrare su quattro zampe.
Sono il servo del Dio vivente.
Venero a modo mio.
Guarda in queste pietre verdi socchiuse
e segui le tue luci riflesse
nel buio.
 
Michel, Duc de Montaigne, lo sapeva.
Tu non giochi con me.
Io gioco con te.

Mark Haddon, da Il cavallo parlante e la ragazza triste e il villaggio sotto il mare, Einaudi, 2005, traduzione di Elisa Biagini

 

°ascoltando Francesco Baccini – Penelope – https://www.youtube.com/watch?v=tgsn8llcbkQ&t=137s

La grande bugia

La grande bugia è la perfezione. Volti perfetti, corpi perfetti, dettagli perfetti, vestiti perfetti, case perfette, lavori perfetti… tutto top, top, top (si dice così adesso?)… ,  la bugia, appunto, è al top. Perché  nulla rimane perfetto (?) per un tempo che vada oltre la pronuncia della parola “perfezione”.

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Amo il tuo corpo imperfetto

 
Ah, la bugia dei corpi perfetti,
la gran bugia marcita delle relazioni perfette, dei momenti perfetti:
i corpi possono essere perfetti
solo al prezzo di un tradimento, di un taglio
che li separa dalla verità della vita.

La casa perfetta non può essere dimora

Perché esista pulizia
dev’esserci un poco di sporcizia.

E non si può concepire la trasparenza altissima del piacere
se non velata
da imprevedibili acque dolorose

Il tuo corpo imperfetto brillante
con l’olio quotidiano del desiderio.

Jorge Riechmann, Amo il tuo corpo imperfetto. Poesie scelte 1986-2011, Medusa Edizioni, 2013, traduzione di Stefano Bernardinelli

°ascoltando Ludwig Goransson – Truths – https://www.youtube.com/watch?v=KxfqsQ5LIjk