Nonostante tutto

 

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Nonostante tutto, è di nuovo primavera.

Nonostante tutto, proviamo a non farci male.

Un soffio

Vorrei essere
un profumo
leggero, tra i frammenti
di nuvole e cielo

solo un soffio
– vorrei essere –
di musica, presente
anche nel silenzio.
Ma in quello che posso essere
vorrei soltanto non farti male.

Irene Marchi, da L’uso delle parole e delle nuvole, Cicorivolta Edizioni, 2020

*ascoltando Brian Eno & Harold Budd – First Light –  https://www.youtube.com/watch?v=GXUA6WaT5j0

Non avere paura

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Non aver paura dell’amore. Posa la tua mano
lentamente sul petto della terra e senti respirare
i nomi delle cose che lì stanno
crescendo: il lino e la genziana, la verzura odorosa
e le campanule blu; la menta profumata per
le bevande dell’estate e l’ordito delle radici di una
pianticella d’alloro che si organizza come un reticolo
di vene nella confusione di un corpo.
Mai la vita
è stata solo inverno
mai solo bruma e abbandono

Anche se ora piove, non preoccuparti: posa la mano
lentamente sul tuo petto  e ascolta  il pianto
della tempesta (…)

°°°

No tengas miedo del amor. Posa tu mano
suavemente sobre el pecho de la tierra y siente respirar
en su seno el nombre de las cosas que están allí 
para brotar: el lino y la genciana, el caracolillo real,
y las campanillas azules, la menta perfumada para
las infusiones del verano y el telar de raíces de una
pequeña bahía que se entrelaza como una red 
de venas en la confusión de un cuerpo. La vida nunca
fue solo invierno, nunca fue solo bruma y desamparo.

Aunque llueva ahora, no te preocupes: posa
tu mano suavemente sobre tu pecho y escucha el clamor
de la tempestad (…)

Maria do Rosário Pedreira (Lisbona, 1959)

*ascoltando Sigur Rós – Rafstraumur https://www.youtube.com/watch?v=obQLXnX3QOo

La magia sta nel mezzo

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Tra l’inverno e la primavera, tra un abisso e l’altro c’è un istante di magia.
Se guardi attentamente lo riconosci.

Gocce

L’inverno e la sua fine
escono da quei monti
nel cielo
alla battaglia,
esitano l’uno
e l’altra, essi, rapiti
a quella luce
di politissimo cristallo,
alla flagranza delle valli,
e ora
un poco si osservano a distanza,
un poco si mischiano e si azzuffano
finché grandine o vento non sbaraglia
l’incertezza dello scontro.
Ci ottenebra, noi stille
sorprese in medio campo
un infittito scroscio,
ci affoga
l’uragano, sgombra
poi il sole
i celesti rimasugli
del furente nubifragio.
È inverno o primavera? Non lo sappiamo,
siamo
e non siamo niente
nella molteplicità delle apparenze,
però dentro la vita, dentro
il meraviglioso istante.

Mario Luzi, da Sotto specie umana, Garzanti, 1999

 

Fili

La poesia vive tra un istante e l’altro
Tra una separazione e l’altra
Tra un legame e un salto
Tra un’attrazione e un declino
Tra un abisso e l’altro
Sinché ti afferra una parola
Un vuoto
Una pietra
Un uccello
Sinché non ti riconduce dove siete tu
E un magico filo colorato…
Allontano delicatamente la mia azzurra nube
E la tesso per te con fili di pioggia
Per poi rannicchiarmi e riscaldarmi dentro di lei.

Nada El Hage (Beirut, 1958), da Veli di passione, Interlinea, 2014, traduzione di V. Colombo

*ascoltando Queen – A Kind of Magic
https://www.youtube.com/watch?v=0p_1QSUsbsM

Ipnosi

ipnosi

Verso la fine di febbraio  è già possibile cogliere qualche  sfumatura della luce di marzo. E noi qui, incantati (ipnotizzati?)  dal tempo che passa e ritorna senza chiederci permesso.

Tornano le stagioni, gli anni cambiano
senza bisogno di consigli o aiuto.
Senza pensarci, la luna ha il suo ciclo:
piena, crescente, ancora piena.
La candida luna entra nel cuore del fiume;
le azalee in fiore stordiscono l’aria;
in piena notte una pigna cade a terra;
il nostro bivacco smuore sui monti vuoti.
Acute stelle balenano tra i rami frementi;
il lago è un nero abisso nella notte cristallina;
alta in cielo, l’oscura punta di un picco
innevato taglia in due la Corona Boreale.
Oh, cuore, strano cuore
intransigente e corruttibile, siamo distesi
qui, incantati dalla luce stellare sull’acqua
e questi momenti che dovrebbero essere
eterni ci scivolano accanto insensibili come l’acqua.
 

The seasons revolve and the years change
With no assistance or supervision.
The moon, without taking thought,
Moves in its cycle, full, crescent, and full.
The white moon enters the heart of the river;
The air is drugged with azalea blossoms;
Deep in the night a pine cone falls;
Our campfire dies out in the empty mountains.
The sharp stars flicker in the tremulous branches;
The lake is black, bottomless in the crystalline night;
High in the sky the Northern Crown
Is cut in half by the dim summit of a snow peak.
O heart, heart, so singularly
Intransigent and corruptible,
Here we lie entranced by the starlit water,
And moments that should each last forever
Slide unconsciously by us like water.
 
Kenneth Rexroth, da Another Spring, in  The Phoenix and the Tortoise, traduzione di Francesco Dalessandro

* ascoltando Peter Green  – Slabo Day https://www.youtube.com/watch?v=INOVuZQsxKQ