Un’ottima annata?

                                      Acidulo? aromatico? etereo? pungente? …

Degustazione di vini

Mi pare di sentire cuoio screpolato.
Sono quasi sicura del profumo di ciliegia
di uno Shirley Temple offertomi da mio padre
nel 1959, in un bar a Orlando, in Florida,
insieme al cloro
della cuffia a fiori per la doccia di mia madre.
E i baci dell’inverno scorso, come sale su ghiaccio nero,
come una luna fiondata lontano dalla Terra.
Quando Li Po beveva vino, la luna si tuffava
nel fiume e lui la seguiva barcollante.
Probabilmente sentiva il sapore delle risate.
Quando la mia amica Susan beve
piange perché è irlandese
e non ha figli. A me piace assaporare,
ancora una volta, la pioggia cominciata
un pomeriggio che cadeva appena più in là
di dove stavo io, così che piegandomi vi ho immerso
la faccia, io viva in entrambi i mondi contemporaneamente,
sapendo che sarebbe finita, senza che me ne importasse niente.

Kim Addonizio, da Nuova poesia americana, Vol. II, a cura di John Freeman e Damiano Abeni, Edizioni Black Coffee, 2020

♣ ascoltando Bandabardò – Venti bottiglie di vino https://www.youtube.com/watch?v=9zDz5iwktfQ

“Amarcord” (fuori tema n.20)


Qual è il sapore, o il profumo, che più di ogni altro ti rimanda piacevolmente indietro nel (tuo) tempo?

 

***

“(…) E poco dopo, sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto di madeleine. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Un delizioso piacere m’aveva invaso, isolato, senza nozione di causa. E subito, m’aveva reso indifferenti le vicessitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevità della vita…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale. Da dove m’era potuta venire quella gioia violenta? Sentivo che era connessa col gusto del tè e della madeleine. Ma lo superava infinitamente, non doveva essere della stessa natura. Da dove veniva? Che senso aveva? Dove fermarla? Bevo una seconda sorsata, non ci trovo più nulla della prima, una terza che mi porta ancor meno della seconda. E tempo di smettere, la virtù della bevanda sembra diminuire. È chiaro che la verità che cerco non è in essa, ma in me. È stata lei a risvegliarla (…)”

Marcel Proust (Parigi, 1871-1922), da Dalla parte di Swann, in Alla ricerca del tempo perduto

 

♣ ascoltando Gino Paoli – Sapore di Sale (live) https://www.youtube.com/watch?v=jzpOTjXGG6A

(altri fuori tema si trovano  qui: https://lapoesianonsimangia.myblog.it/category/fuori-tema/)