Vivente si arrende

Certi rompicapi (tipo la vita, per fare un esempio) sono così difficili: si annaspa nei tentativi… e poi?

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Vivente vorrebbe prepararsi

Vivente vorrebbe prepararsi. A che cosa.
Oh. La beffa sarà imponente.
Averci pensato prima. Dirà al momento.
Quando il momento sarà un adesso.

Finire. Vivente prova a incitarsi.
Ma succede che su quel palco troppo esteso
le parole subito si tagliano in dettagli.
Imbrogli. Facile perdersi di vista.

Si va verso la conclusione risaputa
senza sapersi. Questa è la beffa.
Riparti. Preparati. Vivente si incoraggia
annaspando. I toni ancora sempre discordi.

Intanto la luce indica che il giorno comincia.
Si può finire davanti a tanto inizio?
La domanda si dilunga. Insegue. Così accecante.
Vivente le sorride. Si arrende.

Piera Oppezzo, da Una lucida disperazione, Interlinea, a cura di L. Martinengo

°ascoltando Pink Floyd – On The Run –  https://www.youtube.com/watch?v=2sUyk5zSbhM&t=4s

Semplicemente difficile

Scrive la poetessa: “Leggere un libro di poesie/dalla fine all’inizio,/è una cura contro certi tipi di tristezza (…)” e sono d’accordo con lei.  Scrive ancora: “La felicità è più difficile (…)” e sono molto d’accordo con lei. La felicità è proprio difficile, nella sua semplicità. Sei d’accordo anche tu?

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La felicità è più difficile

Leggere un libro di poesie
dalla fine all’inizio,
è una cura contro certi tipi di tristezza.

Una persona può solo scegliere.
Cosa, non importa; solo scegliere —

Questo caffè. Quel vestito.
‘Ecco l’ora in cui vorrei arrivare’.
‘Oggi pulirò le finestre’.

La felicità è più difficile.

Considera la descrizione dei maestri
dell’esistenza risvegliata, come appare semplice:
Ho fame, mangio; ho sonno, dormo.
È questo scegliere davvero, o per niente?

In ogni caso, tutto sembra cospirare contro.

Jane Hirshfield (New York, 1953), da Given Sugar, Given Salt, 2002

***

 

Happiness is Harder

To read a book of poetry
from back to front,
there is the cure for a certain kind of sadness.

A person has only to choose.
What doesn’t matter; just that —

This coffee. That dress.
‘Here is the time I would like to arrive.’
‘Today, I will wash the windows.’

Happiness is harder.

Consider the master’s description
of awakened existence, how seemingly simple:
Hungry, I eat; sleepy, I sleep.
Is this choosing completely, or not at all?

In either case, everything seems to conspire against it.

 

°ascoltando  Bandabardò – Sempre allegri https://www.youtube.com/watch?v=9oWgSo6O6OM

Scegliere

andando

Una scelta, prima o poi, ci viene a cercare

 

Il tempo del congedo
è coltello giusto
la sua lama più evidente
della mia pelle –
rotta –
simile all’amore
introvabile:
un adulto di spalle
ti fa vedere l’anima.

Chandra Livia Candiani, da La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore, Einaudi, 2014

*ascoltando Yann Tiersen – Porz Goret https://www.youtube.com/watch?v=KwwwWz6Ef3I

 

 

Cose da fare, cose da non fare

 

… Oggi ho da fare molte cose:
devo uccidere fino in fondo la memoria
devo impietrire l’anima
devo imparare di nuovo a vivere…

Anna Andreevna Achmatova, da La Sentenza in Requiem.

cosedafare

Le cose da fare sono un po’ odiose, bisogna dirlo: sono sempre troppe o sempre troppo poche, ti metti in tasca la lista di quelle da fare ma, molto spesso, fai quelle dell’altra lista (cose da non fare!). Poi non si sa quali siano quelle giuste o sbagliate…

 

Oh, quante cose da fare

Signore, quante cose
ancora da fare
e la vita non basta.
Mi ci vuole un bosco,
e non possiedo un albero.
Mi ci vuole la strada da percorrere
e io, sfortunatamente, sono già alla mèta…
Dovrei scolpire
il mio volto
con le tue mani
ma tu non ci sei.
Dovrei riposare,
eppure niente ho fatto.
Vorrei lasciare un sorriso
al vento, solo uno,
ma non sappiamo comprendere
la memoria del vento.

Visar Zhiti, testo dal web tratto da http://www.casadellapoesia.org/poeti/zhiti-visar/poesie

(il brano che segue non è esattamente una poesia, fa parte di un romanzo epistolare, ma è diretto e folgorante come una poesia. In ogni caso non potevo non citarlo qui tra le cose da fare e quelle da non fare…)

Mi hai dato due incarichi.
1) Non telefonarti. 2) Non vederti.
Adesso sono un uomo occupato.
C’è anche un terzo incarico: non pensare a te.
Ma tu non me l’hai affidato.

Viktor Šklovskij, da Zoo o Lettere non d’amore, Sellerio, a cura di Maria Zalambani.

 

(questa di Rodari invece nasce per i bambini, ma va benissimo per tutti)

Promemoria

Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.

Ci sono cose da far di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per sentire.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.

Gianni Rodari, da Il secondo libro delle filastrocche, (in Tutti i giorni di tutto l’anno).

* Canzoni sugli indaffarati? Max Gazzè – I tuoi maledettissimi impegni