Età percepita

 

crazy seventeen years old
Tu quanti anni ti senti?
(Rispondi senza ascoltare i messaggi che ti invia la tua schiena… )

***

Diciassette

indecisa come davanti alla vetrina
dei dolci, mi chiedo
devo provare a dimenticare
o continuare a ricordarla,
la mia vera età? Forse conviene
ricordarla: se dico di avere
i diciassette anni che mi sento,
potrei anche esser presa per matta.
E ti giuro, ho diciassette anni,
però del tutto matta non lo sono

Irene Marchi, da Mancano le indicazioni, Officine editoriali, 2023

°ascoltando Max Gazzè – Buon Compleannohttps://www.youtube.com/watch?v=IctSIsCuNlY

“In pendio”

 

Va bene, sto invecchiando, però non perderò mai…
(ognuno continui la frase con ciò che sente di non poter mai perdere)

***

 

Che bello sapere di non essere più giovane,
mi succede di dirmi
nei pochi momenti in cui
mi ricordo
di non essere più giovane.

Si tratta di quei momenti in cui
scivolo come su una buccia di banana
sul marciapiede ricoperto dalla melma del futuro
e presa dalla disperazione vorrei fermarmi,
perché tutto è incomprensibile se non accetto l’idea che la strada
è sempre più pericolosamente in pendio.

Ana Blandiana (Timișoara, 1942)
da
La mia patria A4- Nuove poesie
Traduzione di Mauro Barindi

°ascoltando Paul Simon – Still Crazy After All These Yearshttps://www.youtube.com/watch?v=Q5Eoax6I-O4&t=36s

Purtroppo o per fortuna…

…  Anzi, purtroppo e per fortuna, non ho più vent’anni. E tu?

***

Non ho più vent’anni!
Con questa esclamazione
la mia voce unisce gli spazi tra di loro
come il balzo di una superba pantera!
Non ho più vent’anni!
Mi levo, sempre più sicura di me,
sempre più graziosa,
dalla schiuma delle approssimazioni.
I miei pensieri non sono più appesi
a fili esili come ragnatele.
Ho perduto la sventatezza sterile
e il panico nel contemplare l’infinito.
Non ho più vent’anni!
I miracoli si sono amplificati,
ad ogni istante affronto
il volto invisibile del mondo
fino a quando ghirlande di significato
non illuminano la mia festa!
Con sorriso trionfale
sfido il tempo
e il suo diamante aguzzo
che scolpisce il mio sembiante.

Nina Cassian (Galati, 1924 –  2014), da C’è modo e modo di spariretraduzione di Anita Bernacchia e Ottavio Fatica

°ascoltando  The Byrds – Turn! Turn! Turn! – https://www.youtube.com/watch?v=W4ga_M5Zdn4

Fugge? (Tuttavia…)

Tuttavia qualcosa rimane sempre con noi
(e mi sa che non dipende da come ci vestiamo)

Atto di adorazione per la giovinezza

Credevi di andartene, giovinezza
come un ospite ingrato
che esce da una casa senza salutare
come scompare la brina da un prato
di montagna col passare del mattino.

Invece ti ho ancora vicino.

Credevi di fare al furba, di fottermi
dopo avermi tanto piagato
con la tua nevrastenia torbida
con il tuo desiderio inappagato
con la tua timidezza vergine

che sempre mi storceva la bocca.
Invece sei ancora qui, nonostante
i capelli, i peli che appassiscono
le unghie che si sfarinano e cadono
le ossa che faticano, ti tocca

restare ancora con me.

Ramo d’ulivo, stelo di papavero
sei mistero, anima, sorpresa
sei la bellezza vagabonda, illusa,
piazze di una città sconosciuta
percorse all’alba in fretta senza meta.

Credevi di andartene, ma io
ti ospito troppo bene in un cuore
feroce e ragazzo, che niente ha domato,
che conosce troppo bene la tua carezza
e come rinasci fenice dalle tue ceneri.

Resta qui, che io ti veneri.

Giuseppe Conte (Imperia, 1945), da Ferite e rifioriture, Mondadori 2006

°ascoltando Eric Burdon & The Animals – When I Was Young https://www.youtube.com/watch?v=Ekfw2EW9qEo&t=8s

Buone stelle!

Oggi solo una parola:

auguri!

***

 

Anno vecchio, anno nuovo

preferisco le stelle,
ma non le vedo
tra gli artificiali
fuochi

come un gatto
mi spavento del rumore
e di questi comandati balli
vestiti da sera,
travestiti da allegria.

Perché festeggiamo in una notte
quello che detestiamo ogni giorno?
Il tempo che passa
lo vorrei celebrare
potendo dire che nel cielo
vedo solo
soltanto le stelle

Irene Marchi, da Fiori, mine e alcune domande, Sillabe di Sale Editore, 2015

 

♥ ascoltando The Fifth Dimension – Aquarius – Let The Sunshine In https://www.youtube.com/watch?v=vbCH5lnZ6sA

Unica certezza

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Una certezza: il tempo che passa.
Passa sulla vita che stiamo vivendo e su quelle che avremmo potuto vivere.

Insisto

La mia vita: tanti giorni
non vissuti a Cuzco
né a Siena né a Grenoble,
tanti aeroplani a siglare il cielo
sui quali non viaggiavo, tante voci
il cui calore non toccò il mio cuore.
Solo il tempo, vuoto,
solo il tempo, steppa
disperata, solo
vedere i martedì, i mercoledì, i giovedì,
vedere come si succedono, implacabili,
i tubetti di Colgate.

Miguel d’Ors, da Es cielo y es azul (1984), traduzione di Stefano Bernardinelli (in Poesia n. 339, Luglio/Agosto 2018)

*ascoltando Nick Drake – One Of These Things First https://www.youtube.com/watch?v=TOv5NAhLbms

Nascosti sotto il tempo

nonesisto

Quanto tempo ti è caduto addosso? Eppure tu ci sei ancora,  sotto i frammenti.

Addosso al viso mi cadono le notti
e anche i giorni mi cadono sul viso.
Io li vedo come si accavallano
formando geografie disordinate:
il loro peso non è sempre uguale,
a volte cadono dall’alto e fanno buche,
altre volte si appoggiano soltanto
lasciando un ricordo un po’ in penombra.
Geometra perito io li misuro
li conto e li divido
in anni e stagioni, in mesi e settimane.
Ma veramente aspetto
in segretezza di distrarmi
nella confusione perdere i calcoli,
uscire di prigione
ricevere la grazia di una nuova faccia.

Patrizia Cavalli, da Il cielo, in Patrizia Cavalli, Poesie (1974-1992), Einaudi, Torino, 1992

*ascoltando Pink Floyd – The Great Gig In The Sky https://www.youtube.com/watch?v=iw8wlede_fk

 

Ipnosi

ipnosi

Verso la fine di febbraio  è già possibile cogliere qualche  sfumatura della luce di marzo. E noi qui, incantati (ipnotizzati?)  dal tempo che passa e ritorna senza chiederci permesso.

Tornano le stagioni, gli anni cambiano
senza bisogno di consigli o aiuto.
Senza pensarci, la luna ha il suo ciclo:
piena, crescente, ancora piena.
La candida luna entra nel cuore del fiume;
le azalee in fiore stordiscono l’aria;
in piena notte una pigna cade a terra;
il nostro bivacco smuore sui monti vuoti.
Acute stelle balenano tra i rami frementi;
il lago è un nero abisso nella notte cristallina;
alta in cielo, l’oscura punta di un picco
innevato taglia in due la Corona Boreale.
Oh, cuore, strano cuore
intransigente e corruttibile, siamo distesi
qui, incantati dalla luce stellare sull’acqua
e questi momenti che dovrebbero essere
eterni ci scivolano accanto insensibili come l’acqua.
 

The seasons revolve and the years change
With no assistance or supervision.
The moon, without taking thought,
Moves in its cycle, full, crescent, and full.
The white moon enters the heart of the river;
The air is drugged with azalea blossoms;
Deep in the night a pine cone falls;
Our campfire dies out in the empty mountains.
The sharp stars flicker in the tremulous branches;
The lake is black, bottomless in the crystalline night;
High in the sky the Northern Crown
Is cut in half by the dim summit of a snow peak.
O heart, heart, so singularly
Intransigent and corruptible,
Here we lie entranced by the starlit water,
And moments that should each last forever
Slide unconsciously by us like water.
 
Kenneth Rexroth, da Another Spring, in  The Phoenix and the Tortoise, traduzione di Francesco Dalessandro

* ascoltando Peter Green  – Slabo Day https://www.youtube.com/watch?v=INOVuZQsxKQ

Il tempo di scrivere “oggi” ed è già diventato “ieri”

tempova

Buffi questi  giorni che passano lenti fino a una certa età e poi cominciano a correre.
E sicuramente più veloci di noi.
A quale età mentale ci fermeremo mentre questo nostro corpo disubbidiente andrà dietro al tempo?

 

Un giorno di autunno

Eravamo fanciulli
sotto questa tettoja
con questo stesso sole,
e il cuore punto da un’eguale noja.
Noja d’esser vivi
con tanta dolce luce
e colori splendenti.
Noja d’esser fanciulli
con tanto tempo innanzi
più beato e sicuro, vera vita.
Ora torna infinita,
senza futuro, stanca.
O mio corpo invecchiato
in questa giovinezza
serena come il giorno,
scaldati a questo sole
che non ti sembri un sogno
quando in un altro tempo sarai vivo.

(Casarsa, settembre 1944)
Pier Paolo Pasolini, da Carne e cielo, nell’edizione di Salani Editore.

 

Quando mescolata alle mie brune trecce
Ci sarà un’argentea bianca ciocca,
Solo tu, usignolo senza voce,
Saprai comprendere questo tormento.

Col fine udito cogli le voci lontane
E sui rami sottili dei salici,
Tutto arruffato, guardi, e non respiri
Se il canto risuona di un altro.

Adesso, adesso stupivano ancora
I pioppi tutt’intorno,
E riecheggiava, cantava contagiosa
la gioia tua indicibile.

(1912)
Anna Achmatova, da Luna allo Zenit e altre poesie, Passigli Poesia, a cura di Bruno Carnevali.

*ascoltando Queen – Who Wants To Live Forever https://www.youtube.com/watch?v=_Jtpf8N5IDE

Anni e stelle

ultimo anno

Anno vecchio, anno nuovo

Preferisco le stelle,
ma non le vedo
tra gli artificiali
fuochi.
Come un gatto
mi spavento del rumore
e di questi comandati balli
vestiti da sera,
travestiti da allegria.
Perché festeggiamo in una notte
quello che detestiamo ogni giorno?
Il tempo che passa
lo vorrei celebrare
potendo dire che nel cielo
vedo solo,
soltanto le stelle.

© Irene Marchi, Fiori, mine e alcune domande, 2015, Sillabe di Sale Editore