Vivente si arrende

Certi rompicapi (tipo la vita, per fare un esempio) sono così difficili: si annaspa nei tentativi… e poi?

***

 

Vivente vorrebbe prepararsi

Vivente vorrebbe prepararsi. A che cosa.
Oh. La beffa sarà imponente.
Averci pensato prima. Dirà al momento.
Quando il momento sarà un adesso.

Finire. Vivente prova a incitarsi.
Ma succede che su quel palco troppo esteso
le parole subito si tagliano in dettagli.
Imbrogli. Facile perdersi di vista.

Si va verso la conclusione risaputa
senza sapersi. Questa è la beffa.
Riparti. Preparati. Vivente si incoraggia
annaspando. I toni ancora sempre discordi.

Intanto la luce indica che il giorno comincia.
Si può finire davanti a tanto inizio?
La domanda si dilunga. Insegue. Così accecante.
Vivente le sorride. Si arrende.

Piera Oppezzo, da Una lucida disperazione, Interlinea, a cura di L. Martinengo

°ascoltando Pink Floyd – On The Run –  https://www.youtube.com/watch?v=2sUyk5zSbhM&t=4s

Esercizi difficili

lasciare andare

(Forse la cosa più difficile da imparare)

Esercizi di non attaccamento

dal fiore del tarassaco imparare:
lasciare andare, non trattenere
affidare al mondo con leggerezza
la parte più viva
di sé e nudi restare
continuare
come chi sa che nulla gli appartiene
e tutto può volare via

©IreneMarchi2023

°ascoltando Fleetwood Mac – Albatrosshttps://www.youtube.com/watch?v=QooCN5JbOkU

Tra le altre cose…

ilmiogattochecercalapoesiaquotidiana

… c’è anche da “trovare la poesia sempre”
(e non importa se è poesia piccola, piccola quanto una crocchetta del gatto: sarà comunque la piccolissima poesia quotidiana).

***

C’è da fare tutto, da occuparsi di tutto
da prendersi cura
della manutenzione della macchina,
della fatica bella dell’amicizia
dei panni sporchi,
c’è da dare da bere alle piante
da togliere la polvere agli armadi
da stare in fila negli ambulatori
d’accompagnare nelle visite,
e sentire che tutto questo
ci appartiene,
c’è da non lasciar morire di tristezza il frigo,
c’è la goccia sfinente delle telefonate da fare
di tutte le lettere da spedire
c’è da difendersi dai virus del computer,
c’è da difendere le passioni
dare gambe ai sogni,
e sentire che tutto questo
si chiama
amore necessario,
c’è tutta la noia delle burocrazie
lo sfinimento dei moduli da compilare
ci sono persone da rincorrere
c’è da mettersi in gioco
fino all’ultima stilla d’energia
c’è da trovare la poesia sempre,
lasciar bagnare la poesia di vita
soprattutto della vita minima,
quotidiana.
Essere qui
nel gesto fatica
che impasta la felicità
come la mano umida
fa con la farina.

Gianluigi Gherzi, da Ti aspetto nella mia casa a disordinare, Anima Mundi Edizioni, 2019

°ascoltando  Adam Baldych, Paolo Fresu – Poetryhttps://www.youtube.com/watch?v=AJap8HP841s

Una grazia ineguagliabile

(… quella delle foglie che cadono a terra volteggiando)

La foglia

Una foglia marcia
si è staccata dal prato
è caduta su una pietra
sollevata dalla brezza
ha volteggiato libera
è caduta
si è alzata
è caduta
fino a che il vento rude
ha troncato il suo svolazzo
e in una calma prodiga
la foglia
si è spenta.

***

La hoja

Una hoja marchita
se desprendió del pasto
cayó sobre la brisa
hizo circolo libres
cayó
se alzó
cayó
hasta que el viento rudo
la trozó en su aleteo
y en derramada calma
la hoja
se extinguió.

Claribel Alegria, da Alterità. Poesie, Incontri Editrice, 2012, traduzione di Daniela Ruggiu

°ascoltando Simon & Garfunkel – Leaves That Are Green
https://www.youtube.com/watch?v=WwOgXWOX-iE

Semplicemente

Quali sono, per te, le caratteristiche imprescindibili per definire “bella” una giornata?

***

Tutto bene

una “bella giornata”
niente è successo
e niente doveva succedere
il vento ha agitato foglie
che non sono cadute
la barca all’ormeggio non è uscita
e la pioggia è caduta
sull’erba noncurante
tutto era pieno
anche il bicchiere vuoto

***

All Good

a “beautiful day”
nothing happened
and nothing was going to happen
the wind shook leale
that did not fall
the moored boat did not sail
& the rain fell
on casual grass
everything was full
including the empty glass

Maureen N. McLane (Stati Uniti, 1967), da “Poesia. Rivista internazionale di cultura poetica”, n°19 maggio/giugno 2023, Crocetti Editore, traduzione di Massimo Bacigalupo

 

°ascoltando Ólafur Arnalds  – Tomorrow’s Songhttps://www.youtube.com/watch?v=SGCQKquVSUM&t=21s

Legàmi

Tutto in noi e noi in tutto

(quindi un po’ di cura…)

***

Tutto è me stessa.
Datemi una foglia che non mi assomigli,
aiutatemi a trovare un animale
che non gema con la mia voce.
Là dove la calpesto la terra si spacca
e morti che hanno il mio sembiante
li vedo abbracciati a procreare altri morti.
Perché tanti legami con il mondo,
tanti progenitori e coatta discendenza
e tutto questo insensato somigliarsi?
M’incalza l’universo con i miei mille volti
e non posso difendermi se non contro me infierendo.

Ana Blandiana, da Un tempo gli alberi avevano occhi, Donzelli, Roma, 2004, traduzione di Biancamaria Frabotta e Bruno Mazzoni

°ascoltando The Alan Parsons Project – Voyagerhttps://www.youtube.com/watch?v=582I0rErY0s&t=14s

Imparare a…

verso sera

(Che cosa pensa un fiore, verso sera?)

 

Verso sera

essere come un fiore
ridere con voce chiara
anche se la sera
ha il lamento della nebbia
e domani sembra tra mille anni
domani sembra la guerra
 
essere come un fiore
curvare i petali
scivolare nel sonno e poi
domani è già adesso,
la nebbia è solo vapore
ride, il fiore, con voce chiara

©IreneMarchi2023

°ascoltando Vashti Bunyan – Rose Hip Novemberhttps://www.youtube.com/watch?v=6en1BTlY0Kw

Vivere

 

Capire, cercare, imbastire, progettare, e mille altri verbi che parlano di ricerche e tentativi?
Intanto c’è da vivere.

***

Mi è capitata questa vita
cerco di capire cosa farne
come una sarta con la stoffa.
La sottile incrinatura
su una tazza.
Non mi è capitata nessuna vita
non cerco di capirne cosa farne
scucio e disfo, slego,
non confeziono.
Viene da gioiosa audacia
la guarigione delle parole.

Chandra Candiani, dalla sezione Estate, in Pane del bosco. 2020-2023, Einaudi, 2023

°ascoltando Pink Floyd – If – https://www.youtube.com/watch?v=e7t7aQLcik0

Come l’ultimo o come il primo?

(Tu come lo vivi, ogni giorno?)

 

Conversazione immaginaria

Mi dici di vivere ogni giorno
come se fosse l’ultimo. Questo in cucina
dove prima del caffè mi lamento
del giorno che inizia – questa corsa a ostacoli
di minuti e ore,
negozi di alimentari e medici.

Ma perché l’ultimo? Chiedo. Perché non
vivere ogni giorno come se fosse il primo —
tutto puro stupore? Eva che si strofina
gli occhi al risveglio quella prima mattina;
il sole che sorge
come un ingenuo a Oriente.

Tu macini il caffè
con il piccolo ruggito di una mente
che prova a chiarirsi. Io apparecchio
la tavola, do un’occhiata oltre la finestra
dove la rugiada ha battezzato ogni
superficie vivente.

Linda Pastan (New York, 1932 –2023), da Insomnia, 2015, W. W. Norton, mia traduzione libera

***

Imaginary Conversation

You tell me to live each day
as if it were my last.  This is in the kitchen
where before coffee I complain
of the day ahead—that obstacle race
of minutes and hours,
grocery stores and doctors.

But why the last?  I ask.  Why not
live each day as if it were the first–
all raw astonishment?   Eve rubbing
her eyes awake that first morning;
the sun coming up
like an ingénue in the East.

You grind the coffee
with the small roar of a mind
trying to clear itself.  I set
the table, glance out the window
where dew has baptized every
living surface.

°ascoltando Yann Tiersen – Pas si simple https://www.youtube.com/watch?v=Ajrlk7H72as&t=4s

“Siamo tutti sospesi”

(Tutti perennemente sospesi,
eppure capaci di inventarci infinite differenze e barriere)

***

Terrazza

Improvvisa ci coglie la sera.
Più non sai
dove il lago finisca;
un murmure soltanto
sfiora la nostra vita
sotto una pensile terrazza.

Siamo tutti sospesi
a un tacito evento questa sera
entro quel raggio di torpediniera
che ci scruta poi gira se ne va.

Vittorio Sereni, da Frontiera, in Poesie, Einaudi, 1993

°ascoltando God Is An Astronaut – Beyond the Dying Light
https://www.youtube.com/watch?v=StNJWg-DJ_w&t=3s