Una nuova funzione

(Tutto si trasforma. E può avere una nuova funzione.)

Quello che sarò

Lo sai, non moriremo mai,
saremo altro, saremo altrove.
E vorrei diventare torba per le rose
– lo spero, lo spero davvero ­–

scura come il bosco
avrò su di me petali
portati dalla pioggia
e foglie, quando ottobre
ritorna.  L’inverno mi parlerà
di quello che sa fare, ma lo giuro
terrò al caldo le radici.
A maggio ci saranno nuovi fiori

(e tu, che cosa?)

©IreneMarchi2023

°ascoltando Ludovico Einaudi,  “Divenire” – https://www.youtube.com/watch?v=TCGvZCbcE0Q&t=57s

Come l’ultimo o come il primo?

(Tu come lo vivi, ogni giorno?)

 

Conversazione immaginaria

Mi dici di vivere ogni giorno
come se fosse l’ultimo. Questo in cucina
dove prima del caffè mi lamento
del giorno che inizia – questa corsa a ostacoli
di minuti e ore,
negozi di alimentari e medici.

Ma perché l’ultimo? Chiedo. Perché non
vivere ogni giorno come se fosse il primo —
tutto puro stupore? Eva che si strofina
gli occhi al risveglio quella prima mattina;
il sole che sorge
come un ingenuo a Oriente.

Tu macini il caffè
con il piccolo ruggito di una mente
che prova a chiarirsi. Io apparecchio
la tavola, do un’occhiata oltre la finestra
dove la rugiada ha battezzato ogni
superficie vivente.

Linda Pastan (New York, 1932 –2023), da Insomnia, 2015, W. W. Norton, mia traduzione libera

***

Imaginary Conversation

You tell me to live each day
as if it were my last.  This is in the kitchen
where before coffee I complain
of the day ahead—that obstacle race
of minutes and hours,
grocery stores and doctors.

But why the last?  I ask.  Why not
live each day as if it were the first–
all raw astonishment?   Eve rubbing
her eyes awake that first morning;
the sun coming up
like an ingénue in the East.

You grind the coffee
with the small roar of a mind
trying to clear itself.  I set
the table, glance out the window
where dew has baptized every
living surface.

°ascoltando Yann Tiersen – Pas si simple https://www.youtube.com/watch?v=Ajrlk7H72as&t=4s

Il canto stonato

 

(Un canto stonato è pur sempre un canto)

 

Appoggi cosa su cose
ti stendi per vedere
senza disturbare
il picchio muratore
che mangia semi
sul davanzale della cucina
lavi tazza piatto posate
studi i voli bassi
delle rondini, le avverti
delle auto incuranti
verso gli esseri leggeri,
le leggi non gravi,
annoti mutamenti climatici
fasi lunari che legano
i sogni agli incubi
decifrano i passaggi,
non sai niente
canti stonata per gli asini.

Chandra Candiani, da Primavera, in Pane del bosco. 2020-2023, Einaudi 2023, p.114

°ascoltando Sigur Rós – “Untitled 4” – https://www.youtube.com/watch?v=4cffzyPQcGs

Un po’ a caso

Il life-coach interiore oggi mi dice che:

 

A caso

se ascolti il tuo corpo
non hai scampo – troppi pezzi,
troppi guasti –  la mente,
ascolta  la mente – meno suscettibile
alla gravità – ma bada bene:
evita i pensieri negativi
i pensieri auto sabotanti
i pensieri  irrazionali
i pensieri  sul futuro
i pensieri sul passato
. . .
va bene, allora prova
ad ascoltare il cuore
no, però aspetta, fai attenzione che. . .

non ascoltare
tu non seguire niente
vai a caso

©IreneMarchi2023

°in sottofondo Captain Beefheart & His Magic Band – “Zig-Zag Wanderer” https://www.youtube.com/watch?v=rxZWdGOwLFI&t=14s

Sta per cominciare

ciliegio in autunno

Sta per cominciare un nuovo autunno:
ai piedi di quale albero vorresti sederti,
per ascoltare le parole delle foglie?

***

Un autunno come quello

Dammi un autunno come quello
degli alberi cedui, mia vita.
Il tremolio glorioso e tintinnante
di una luce superstite e infinita,
di esistere ancora la voglia,
il sogno di essere il sole che fa ogni foglia
prima della caduta.

Giuseppe Conte (Imperia, 1945), da Poesie 1983-2015, Mondadori

°ascoltando Simon & Garfunkel – “Leaves That Are Green” – https://www.youtube.com/watch?v=WwOgXWOX-iE

Un nome per ogni istante

 

fuoriIl diario degli istanti scriviamolo adesso,
adesso,
adesso…

Fuori

Fuori ormai non vado più,
ci sono, fuori. A metà strada tra la palma
e il fico. Sotto la mezza
luna, sette ore ancora alla rugiada.
Gocce sulla piombaggine.

Come si chiama ogni ora
della notte, come si chiama ogni minuto
dell’ora? Se i giorni hanno nomi,
perché non i minuti?

Ogni istante della nostra vita
dovrebbe avere un nome
che non assomigli al nostro,
che ci dimentichi. Ogni secondo
una cifra su un registro

di battiti di ciglia, sussurrio
origliato, versi di poesia
inframmezzati ai giornali,
sussurrio di brina e di neve,
la più lenta poesia
della durata.

Tutto a formare un cerchio,
tondo come un quadrato,
ogni cosa per sempre
sposata a se stessa.

Cees Nooteboom, da Luce ovunque, Einaudi, traduzione di Fulvio Ferrari

°ascoltando Explosions in the Sky – Remember me as a time of day
https://www.youtube.com/watch?v=DGGYl4kMuPs&t=5s

I fantasmi non vanno in vacanza

Agosto: che razza di bugiardo!

***

E invece no
 
Aprile è il mese più crudele – dice il poeta –
ma agosto è certo il più ingannevole

ci sembra, ogni cosa, sospesa
alleggerita silenziata                lanciata  più in là
– un gioco da spiaggia tra le onde –
un diritto logico e assoluto la tregua
per tutti
da tutti i fantasmi

e invece no

©irenemarchi2023

°ascoltando Billie Holiday – Deep Song
https://www.youtube.com/watch?v=rZZhD0J3jfM

Questione di molecole

Solo molecole tra altre molecole (alcune più presuntuose di altre)

***

La corsa

Passo attraverso
trilioni di molecole
che si fanno da parte
per lasciar passare me
mentre su entrambi i lati
altri trilioni
restano dove sono
Le spazzole del tergicristallo
cominciano a scricchiolare
La pioggia si è fermata
Io mi fermo
All’angolo
un bambino
con un impermeabile giallo
stringe la mano di sua madre

Ron Padgett, da Ho sognato di essere me, Pequod, 2018, traduzione di Damiano Abeni

°ascoltando Evgeny Grinko – Valse https://www.youtube.com/watch?v=fzl0PDVvEhE&t=3s

A piccoli passi

sur le fil

Chi non ha paura
su questo filo che ci accomuna?

Ho paura
di una cosa che non sa
di me
troppo leggera nel petto
fischio di foresta
in città allarmata.
Fare del dolore un estraneo
aprire il fuoco dentro le tane
dei nascosti destini,
non correre mai incontro a nessuno
non ricoverare.
Venire allo scoperto.
Faccio piccoli gesti domestici
piccole cure che cuciano
i mondi silenziosi nascosti in tasca
e i grandi cosmi ruotanti
le guerre e le segrete paci
le prigioni i dormitori di cartone
le frontiere di spalle murate.
Spacco questa legna quotidiana
spinata
di un calore non per tutti
non per tutti acqua né sonno.
Fatti forte, paura.

Chandra Livia Candiani, da I nascosti, in La domanda della sete. 2016-2020, Einaudi

°ascoltando Yann Tiersen – Sur le fil (Live)- https://www.youtube.com/watch?v=DBnf3QgAZn0

Detto, fatto

 

(Sulle porte dei frigoriferi si leggono spesso dei buoni consigli)

***

Promemoria da attaccare alla porta del frigorifero

All’ora del tramonto in cima alla collina
fa’ attenzione a come le ortiche e i frassini
resistono alla stagione secca

parla con i viaggiatori ed esamina le loro lettere
entra in contatto con le navi costiere
di passaggio verso mercati lontani
esamina l’abbaiare del cane e le impronte del cavallo

insegui a perdifiato la nuvola
e quando di lei resterà solo un colore
non cessi di meravigliarti la sua volontà
di ricominciare ogni volta di nuovo

le folle si trastullano
con i miracoli che accadono
nei libri contabili
tu cerca al contrario
stelle distinte
che trascinino sobbalzando
il peso del tuo aratro

José Tolentino  Mendonça, da Estranei alla Terra, traduzione di Teresa Bartolomei, in “Poesia”, n. 20, anno IV, luglio/agosto 2023, Crocetti Editore

°ascoltando Fabrizio Paterlini – Follow the Cloudshttps://www.youtube.com/watch?v=Ovc_x4SOWk0