Non è la prima volta che un film mi conduce a una poesia: è sempre una bellissima sorpresa (e mi illudo che non arrivi mai per caso). Il film in questione prende il titolo proprio da questa poesia, “Tous les soleils” (Philippe Claudel, 2011 – Non ci posso credere è il titolo della versione italiana): tra l’altro il protagonista (un professore di musica barocca, che insegna all’università -anche- ballando la Tarantella sulla cattedra!) dedica il suo tempo libero a leggere libri di poesie ai malati di un ospedale.
E quindi, avrei mai potuto non citare subito questa poesia?
Tutti i soli, all’alba, dormono ancora un po’.
Confusi, indifferenti,
non si preoccupano del fuoco del giorno,
dei volti degli uomini,
della morte, delle guerre.
Tutti i soli, all’alba, sono come dei bambini,
che non sanno che fare del tempo.Ismail Kadare (Gjirokastër, Albania, 1936)
*ascoltando Silenzio d’amuri https://www.youtube.com/watch?time_continue=49&v=4ES-K7Q0BH8&feature=emb_title