Accettare la nebbia, quando arriva. Anche quella “dove non si vede a un passo” (come cantava Lucio Battisti). Prima o poi dovrà tornare una finestra di cielo limpido. E magari ci saranno anche dei fiori.
Sereno
Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelleRespiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cieloMi riconosco
immagine
passeggeraPresa in un giro
ImmortaleGiuseppe Ungaretti, da L’allegria 1914-1919, in Girovago.
Qui
I miei passi su questa strada
risuonano
in un’altra strada
dove
sento i miei passi
passare in questa strada
dovesolo è reale la nebbia.
Octavio Paz, da Salamandra (1958-1961), in Il fuoco di ogni giorno, traduzione di Ernesto Franco, Garzanti.
Portare la nostra parte di notte ̶
la nostra parte di aurora ̶
Riempire il nostro spazio di felicità
il nostro spazio di risentimento ̶Qui una stella, e là una stella,
alcuni si perdono!
Qui una nebbia, e là una nebbia.
infine ̶ il giorno!Emily Dickinson, n. 113, in Tutte le poesie, Mondadori, traduzione di Marisa Bulgheroni.
Languore d’inverno:
nel mondo di un solo colore
il suono del ventoMatsuo Basho (1644-1694), da Haiku. Il fiore della poesia giapponese da Basho all’Ottocento, a cura di Elena Dal Pra.
* Mentre si alza la nebbia ascolterei: Lucio Battisti – Emozioni; PFM – Impressioni di settembre; Pierangelo Bertoli – La nebbia
(Altre “cose da fare”, qui https://lapoesianonsimangia.myblog.it/category/lista-delle-cose-da-fare/).